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Il CREA mette alla prova la fertilizzazione di precisione per una maggiore resa e sostenibilità del grano



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Lo studio condotto dal CREA nell’ambito del progetto AGRIDIGIT ha messo in luce i benefici della fertilizzazione di precisione tra cui si annovera un significativo miglioramento della resa oltre che un’evidente riduzione del rischio ambientale relativo all’impatto dei fertilizzanti in eccesso sulle falde acquifere

Pubblicato il 28 feb 2024



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La concimazione riveste un ruolo cruciale nella coltivazione e nel rendimento del frumento, con implicazioni economiche per l’agricoltura oltre che conseguenze ambientali legate alla dispersione di fertilizzanti, in particolare quelli superflui, che possono contaminare le falde acquifere causando squilibri indesiderati. Ciò si aggiunge alla mancata uniformità dei terreni coltivati e alla variabilità delle colture in tutte le fasi che richiedono un’attenta calibrazione della fertilizzazione. Di fronte alla necessità di una fertilizzazione che vira verso la sostenibilità, le tecnologie dell’agricoltura di precisione svolgono un ruolo fondamentale.

Il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Economia in Agricoltura) – per mezzo del suo centro di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari – ha condotto uno studio nell’ambito del progetto AGRIDIGIT con l’obiettivo esaminare l’impatto della fertilizzazione a rateo variabile con un approccio sito-specifico sulla coltivazione del grano. Lo studio si intitola Case Study on the Economic and Environmental Impact of the Introduction of the Variable-Rate Distribution of Fertilizer in Wheat (Triticum aestivum L.) Cultivation (caso studio sull’impatto economico e ambientale della concimazione a tasso variabile nel grano).

Fertilizzazione di precisione per più rese e minori costi economici e ambientali

Nel corso dello studio, i ricercatori del CREA hanno utilizzato tecnologie avanzate per confrontare due diverse modalità di distribuzione dei fertilizzanti sullo stesso campo in due anni consecutivi: una distribuzione uniforme il primo anno e una sito-specifica il secondo.

Durante questi due anni, le condizioni meteorologiche sono state simili e il campo sperimentale (circa 15 ettari) di grano del CREA – sede di Treviglio (BG) – è stato concimato con la stessa dose media (150 kg) per ettaro.

È stato utilizzato uno spandiconcime centrifugo abbinato ad un trattore, dotato di un sistema satellitare per la distribuzione dell’urea – concime azotato molto diffuso e facilmente solubile in acqua – controllata da una centralina che garantisce sia l’uniformità della distribuzione in tutto il campo, sia la dose richiesta secondo la mappa di prescrizione elaborata a partire dall’analisi coltura, che ha indicato alla macchina la dose e il luogo della distribuzione.

I risultati della sperimentazione del CREA

I risultati dello studio hanno mostrato che quando la concimazione è stata eseguita secondo la mappa di prescrizione, ottimizzando la distribuzione dei trattamenti in zone specifiche, queste hanno aumentato significativamente la produzione (quasi il 14%), contribuendo così all’aumento complessivo della resa del campo.

Al contrario, le aree trattate con una dose ridotta di fertilizzante nel secondo anno hanno registrato una produzione inferiore rispetto all’anno precedente, ma questo non ha influenzato l’aumento complessivo della resa del campo.

Inoltre, la distribuzione rateo-variabile consente di adattare la disponibilità di nutrienti distribuiti al terreno alle necessità delle piante, riducendo il rischio relativo all’impatto dei fertilizzanti in eccesso sulle falde acquifere.

Infine, l’utilizzo delle informazioni satellitari nell’agricoltura di precisione permette non solo il miglioramento delle pratiche agronomiche ma anche la registrazione, conservazione e tracciabilità delle informazioni.

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