Agricoltura

Giovani e agricoltura: in Italia sempre più under 40 a capo di un’azienda agricola

Cresce l’afflusso di giovani italiani che si avvicinano al mondo imprenditoriale agricolo. L’importanza della passione, dell’innovazione, della collaborazione e della formazione attraverso le storie di due di questi

Pubblicato il 31 Ago 2023

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Gestire un’impresa agricola non è un mestiere da poco. Richiede non solo una nutrita passione e un profondo affetto per la terra, ma anche capacità manageriali e la volontà di abbracciare l’innovazione tecnologica in sintonia con i tempi in cui viviamo. Una sfida quella dell’agricoltura che sembra affascinare un numero sempre maggiore di giovani italiani.

Secondo il 7° Censimento generale dell’Agricoltura di Istat diffuso a fine 2022 (e a cui abbiamo dedicato questo servizio), sono 20 mila i laureati sotto i 40 anni alla guida di aziende agricole in Italia. Di questi, 4.700 sono laureati in agricoltura, mentre 15.000 hanno conseguito titoli diversi prima di appassionarsi al mestiere agricolo. Ancora più numerose (oltre 52 mila) sono le aziende agricole gestite da under 40 diplomati di cui 14 mila con un titolo di studio in Agraria. Infine, altre 6 mila aziende sono gestite da ragazzi con un titolo professionale non agrario e 4 mila da chi ha un titolo triennale professionale in ambito agricolo.

Storie di giovani in agricoltura

Tra questi giovani imprenditori c’è chi ha scelto di abbracciare la produzione della barbabietola da zucchero, entrando a far parte delle fila della Cooperativa Italia Zuccheri-Coprob, pilastro dell’industria saccarifera che produce zucchero 100% Made in Italy su territorio nazionale. Fondata nel 1962, la cooperativa comprende circa 7.000 aziende agricole distribuite tra Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte.

“La nostra è un’azienda a gestione familiare di tre persone che si avvale di operai stagionali durante il periodo della raccolta. Abbiamo 60 ettari di terreno per la produzione di orticole, patate, cipolle e barbabietole da zucchero che venivano coltivate da prima che io nascessi. Quest’anno abbiamo dedicato 12 ettari del terreno alla barbabietola grazie alla quale produciamo zucchero italiano 100% garantendo una filiera ristretta” – racconta Mattia Chiarini, 24 anni, di Minerbio (Bologna) – “mio padre ha fatto parte del Club della Bietola e per questo abbiamo da sempre legami molto stretti con Coprob”.

Diversa la storia di Diego Crema, 41 anni, di Gavello (Rovigo), che ha un’azienda cerealicola di circa 50 ettari che conduce da solo. “Ho in mano l’azienda dal 2018 quando sono diventato socio. Prima di quell’anno, nonostante fossi da sempre un appassionato di campagna, ero un geometra libero professionista. Poi per una serie di eventi ho cambiato vita e sono diventato bieticoltore. Le barbabietole erano già presenti in azienda e io ho continuato a prendermi cura dei 4 ettari di terreno dedicati a questa coltivazione”.

I vantaggi di combinare tradizione e digitale

Due storie di natura differente che hanno anche un diverso approccio alla tecnologia e all’innovazione pur riconoscendone entrambi il valore. “Le tecnologie applicate in questo settore per me sono fondamentali. Ho imparato che se ti vuoi distinguere dagli altri devi investire per incrementare la produttività e ridurre lo stress” afferma Diego.

Diverso l’approccio dell’azienda di Mattia che resta più legata alle metodologie tradizionali pur con un occhio all’innovazione. “Mio padre è sempre stato scettico in merito alle tecnologie ma con il tempo ha cambiato il suo pensiero. Soprattutto quando si è reso conto dei reali vantaggi che giustificano anche i costi elevati. Di sicuro la mia formazione ha aiutato in questo: frequentando la magistrale ho seguito un corso sull’agricoltura di precisione durante il quale ho appreso i principali metodi di geolocalizzazione ed i principali robot che si utilizzano”.

Il potere dell’unione e della formazione

Al di là del proprio percorso personale, ciò che emerge dalle storie di Diego e Mattia è il valore dello stare insieme per supportarsi e crescere anche grazie alle esperienze altrui e alla cooperazione. “Il sostegno di Coprob è fondamentale” – afferma Mattia – “si tratta di una realtà che ha molti progetti vicini all’agricoltore. Negli ultimi tre anni abbiamo ospitato in azienda i campi prova e questo ci ha permesso di consolidare ulteriormente il nostro rapporto”.

Tra i giovani che hanno seguito la formazione di BetaAcademy, formazione promossa da Coprob e dedicata ai giovani agricoltori dai 18 ai 40 anni, c’è anche Diego che lo definisce un percorso molto valido dal punto di vista esperienziale e imprenditoriale. “Grazie alla BetaAcademy ho imparato come nasce la bietola e come viene lavorata. È un punto di partenza e di formazione molto importante non solo per chi si avvicina alla professione in giovane età ma anche per chi ha già esperienza”.

Agricoltura: la crescita manageriale dei giovani imprenditori

BetAcademy è un progetto nato dalla partnership fra Italia Zuccheri-Coprob e Agri2000net. Lo scopo dell’iniziativa è fornire un supporto concreto per la crescita della managerialità di giovani imprenditori agricoli. Protagonisti di BetAcademy sono i partecipanti stessi, gli organizzatori e gli sponsor che sono le principali realtà legate al mondo bieticolo come sementieri e produttori di mezzi tecnici.

Al di là della formazione, necessaria e fondamentale per la crescita professionale, mantenere un atteggiamento proattivo e propositivo è fondamentale per affrontare le sfide quotidiane, sul campo e in ufficio.

“Per me è il lavoro più bello del mondo con i suoi pro e i suoi contro ma credo sia importante essere consapevoli di doversi dare da fare perché è un mestiere complesso con tante sfaccettature” – afferma Mattia a cui fa eco Diego. “Ci vuole sicuramente tanta passione ma anche quel pizzico di incoscienza per essere forti di fronte alle problematiche tipiche di un inizio di attività, soprattutto se si parte da zero o senza un terreno di proprietà”.

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