La coesistenza tra filiere alimentari corte e GDO rappresenta uno dei fattori più importanti e strategici per il raggiungimento di risultati di sostenibilità nel mondo agroalimentare.
Le filiere corte, basate su prossimità geografica, relazionale e informativa, offrono un’alternativa ai canali tradizionali. L’opportunità per approfondire questo tema in relazione alla creazione di un nuovo rapporto tra mondo agroalimentare e sostenibilità e per la realizzazione di un’agricoltura sostenibile è offerta dalla ricerca dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano presentata in occasione del convegno dal titolo: “Sostenibilità al plurale: strategie e relazioni per la filiera agroalimentare in trasformazione” i cui contenuti sono stati riportati nel servizio dedicato ad agricoltura e food sustainability.
Filiere alimentari corte e sostenibilità
Una delle principali evidenze della ricerca riguarda il fatto che i modelli di filiera corta e i modelli della GDO possono coesistere, rispondendo a diverse esigenze dei consumatori. La misurazione della sostenibilità e il sustainability assessment unitamente all’innovazione digitale sono fondamentali per ottimizzare l’efficienza, la trasparenza e l’impatto ambientale, facilitando la collaborazione lungo l’intera catena del valore e riducendo gli sprechi alimentari.
Definizione di Filiere alimentari corte: oltre la distanza geografica
Il concetto di “filiere alimentari corte” va oltre la semplice vicinanza fisica tra produttore e consumatore, abbracciando una complessità che include diverse dimensioni di prossimità. Tradizionalmente, l’idea di filiera corta è associata alla prossimità geografica, che permette ai consumatori di acquistare direttamente dai produttori.
Prossimità relazionale e informativa
La ricerca ha identificato due ulteriori dimensioni cruciali che completano il concetto di prossimità per le filiere alimentari corte: quella relazionale e quella informativa.
La prossimità relazionale si riferisce alla costruzione di relazioni di fiducia e dirette tra i partner della filiera, attraverso la disintermediazione o contratti più o meno formali. Questa dimensione promuove la trasparenza, l’autonomia e l’equità.
La prossimità informativa, invece, si basa sulla capacità di comunicare correttamente e in tempo reale ciò che gli altri attori delle filiere alimentari corte stanno facendo, rendendo tracciabili le informazioni sulla sostenibilità, la qualità e l’efficienza. La misurazione di questi aspetti è fondamentale per sapere se le cose stanno funzionando bene e per capire come e dove migliorare.
Modelli e coesistenza: filiere alimentari corte e GDO
L’analisi dei modelli di filiere alimentari corte, che fanno leva sulla prossimità geografica, relazionale e informativa, suggerisce che questi si configurano come una possibile alternativa ai canali distributivi tradizionali. Tuttavia, un confronto tra i consumatori dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) evidenzia che i due modelli non sono del tutto in contrapposizione, ma soddisfano esigenze diverse dei consumatori.
Consumatori e scelte: valori etici vs. convenienza
I consumatori che partecipano ai GAS tendono a dare priorità a valori etici e di sostenibilità, come il desiderio di mantenere rapporti diretti con i produttori e promuovere l’agricoltura sostenibile per sostenere una produzione sostenibile e dare vita a un’economia sostenibile. La percezione di costi più elevati e minore convenienza può rappresentare un deterrente alla partecipazione nei GAS.
Al contrario, i clienti della GDO sono più attratti dalla facilità di acquisto e dal risparmio, sebbene esprimano preoccupazioni su questioni etiche come la produzione biologica e un prezzo equo per i produttori. Questa diversità suggerisce che entrambi i modelli hanno margini di miglioramento e possono “imparare” l’uno dall’altro. I GAS potrebbero migliorare la convenienza e la praticità, mentre la GDO potrebbe integrare in modo più autentico e visibile le istanze di sostenibilità ambientale ed etica, rispondendo alle aspettative di una crescente fetta di consumatori sensibili a questi temi.
Trasparenza e misurazione per la sostenibilità
Le filiere alimentari corte puntano anche a valorizzare la prossimità informativa, costruendo una supply chain più trasparente e riducendo le asimmetrie informative. La misurazione strutturata e integrata delle performance di sostenibilità lungo la filiera è sempre più centrale, anche alla luce delle direttive relative alla sostenibilità. Esistono numerose metodologie e strumenti (87), tra cui framework di indicatori (46), metodi multicriterio (18), indici di sostenibilità (9), framework metodologici (4), metodi basati sull’LCA Life-Cycle Assessment (4) e strumenti operativi (6).
Tecnologie e innovazioni per le filiere alimentari corte
L’innovazione digitale gioca un ruolo cruciale nel migliorare la trasparenza, l’efficienza e la sostenibilità delle filiere alimentari corte anche in contesti B2B. La digitalizzazione delle filiere agroalimentari, permette di renderle più efficienti, trasparenti e sostenibili. Ad esempio con l’automazione di processi manuali, con l’aggregazione di ordini da diversi produttori e con la gestione dei pagamenti.
La digitalizzazione permette ai ristoratori di ottimizzare la gestione del magazzino e di ricevere tutto ciò di cui hanno bisogno velocemente. Anche i produttori, grandi e piccoli, hanno riconosciuto l’importanza di spostare i clienti su infrastrutture tecnologiche e logistiche per migliorare il servizio.