Etichette alimentari

Gli studi del JRC alimenteranno la revisione delle norme UE sulle etichette alimentari

I risultati di quattro studi scientifici condotti dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea relativi all’informazione dei consumatori sui prodotti alimentari per mezzo delle etichette contribuiranno alla proposta di revisione del regolamento FIC o Food Information to Consumer

Pubblicato il 12 Set 2022

supermarket-949912_1920

Le etichette alimentari giocano un ruolo importante nell’aiutare i consumatori a compiere scelte alimentari informate, sane e sostenibili. Dagli studi scientifici condotti dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea relativi all’informazione dei consumatori sui prodotti alimentari emerge che, in generale, i consumatori apprezzano le label nutrizionali poste sulla parte anteriore della confezione (fronte pacco) come modo semplice e veloce per ottenere informazioni quando fanno la spesa e preferiscono etichette sintetiche semplici, colorate e valutative, che sono più facilmente comprensibili, rispetto a quelle monocromatiche più complesse.

Inoltre, al di là delle disparità nella frequenza e nel contenuto delle informazioni che variano per settore e paese, le informazioni sugli alimenti fornite attraverso mezzi diversi dall’etichettatura, come le etichette sugli scaffali e i display dei punti vendita, possono essere efficaci nell’incoraggiare i consumatori ad adottare comportamenti alimentari sani, rispetto ai mezzi online che richiedono l’utilizzo di strumenti esterni. Un altro elemento che influenza notevolmente le scelte alimentari dei consumatori sono le informazioni sul paese d’origine e sulla provenienza.

Le evidenze emerse contribuiranno alla definizione delle politiche future; in particolare, alla base di prove che informa la valutazione d’impatto di una proposta della Commissione atta a revisionare il regolamento FIC o Food Information to Consumer, nel quadro della strategia europea “Farm to Fork” e del Piano di lotta contro il cancro. L’obiettivo è creare le condizioni per una etichettatura sempre più chiara e trasparente e disporre di uno strumento per limitare il food waste e sfruttare le potenzialità della tracciabilità. Questi risultati sosterranno anche il lavoro preparatorio per la prossima proposta della Commissione per un quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili (FSFS) e per un quadro di etichettatura di sostenibilità per informare gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali del prodotto alimentare.

Sì alle etichette alimentari front-of-pack, semplici e colorate

In base alle attuali norme UE, la fornitura di informazioni nutrizionali sulla parte anteriore dell’imballaggio è su base volontaria. Tuttavia, la Commissione europea ha annunciato, sia nella sua strategia “Dal produttore al consumatore” che nel Piano europeo per la lotta contro il cancro, una proposta per un’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata per l’UE. Infatti, l’etichetta nutrizionale front-of-pack è uno degli strumenti che supportano la prevenzione delle malattie non trasmissibili legate alla dieta come le malattie cardiovascolari, il diabete o i tumori.

Lo studio del JRC ha dimostrato che i consumatori generalmente apprezzano le etichette alimentari front-of-pack descrivendole come un modo semplice e veloce per acquisire informazioni nutrizionali prima di prendere decisioni di acquisto. E visto che le etichette meno complesse richiedono meno attenzione e tempo per essere elaborate, i consumatori, compresi quelli a basso reddito, sembrano preferire etichette sintetiche semplici, colorate e valutative, che sono più facilmente comprensibili, come il Nutri-score, il modello francese “a semaforo”, rispetto alle etichette monocromatiche più complesse, non valutative come il NutrInform, l’etichetta “a batteria” proposta dall’Italia.

Per questo, conclude l’indagine, le etichette nutrizionali fronte-pacco possono indirizzare i consumatori verso diete più sane e sostenibili e stimolare le imprese alimentari per migliorare la qualità nutrizionale dei loro prodotti, ad esempio riducendo il sale o gli zuccheri aggiunti.

In sostanza, il JRC rinforza un orientamento già espresso in un altro rapporto, datato 2020, poi confluito in uno dei documenti di accompagnamento che la Commissione europea ha preparato per la presentazione della strategia “Farm to Fork”. Secondo quel documento la maggior parte degli studi sulle etichette nutrizionali fronte pacco suggerisce che schemi valutativi che combinano colori e un indicatore graduato (proprio come il Nutriscore) sono più utili ai consumatori per identificare prodotti più sani.

Alcolici: il 90% delle birre in mercato riporta gli ingredienti

Ai sensi del FIC, le bevande alcoliche contenenti più dell’1,2% di alcol in volume sono esenti dall’obbligo di indicare un elenco di ingredienti e una dichiarazione nutrizionale sull’etichetta del prodotto. Gli operatori economici possono tuttavia fornirli su base volontaria.

Lo studio del JRC ha scoperto che, nell’UE-27 l’industria delle bevande alcoliche ha preso in considerazione la possibilità di fornire volontariamente ingredienti e informazioni nutrizionali sulle etichette delle bevande alcoliche. Una su tutte è l’industria della birra che riporta informazioni sugli ingredienti sulla maggior parte (circa il 90%) delle birre sul mercato e informazioni sull’energia in misura minore (circa il 25-50% dei prodotti a base di birra).

I sidro/peri e i prodotti “pronti da bere” contengono informazioni comparabili nell’UE: circa la metà dei prodotti contiene informazioni sugli ingredienti e fino al 40% contiene informazioni sul contenuto energetico. Le informazioni sugli ingredienti o sull’energia si trovano meno frequentemente sugli alcolici e molto raramente sui prodotti vitivinicoli. Gli attributi dell’etichetta che reindirizzano i consumatori verso ingredienti off-label e le informazioni nutrizionali sono rari.

Etichette alimentari: meglio reperire le informazioni in store

Oltre alle etichette delle confezioni, gli scienziati hanno condotto una revisione della letteratura sulle fonti alternative di informazioni sugli alimenti disponibili sul mercato ed esaminato come i consumatori utilizzano, comprendono e sono influenzati da queste fonti di informazione.

Stando alle conclusioni generali, i mezzi che forniscono accesso diretto alle informazioni sugli alimenti sul mercato, come le etichette dei menu, le etichette degli scaffali e i cartelli dei punti vendita, possono essere efficaci nell’influenzare i consumatori verso comportamenti sani, rispetto ai mezzi online che richiedono strumenti esterni per accedere alle informazioni (ad esempio, codici QR o collegamenti a siti Web).

Se non sono riportate sulla confezione alimentare, le informazioni sugli alimenti dovrebbero essere direttamente visibili sul mercato per poter influenzare i consumatori. C’è comunque bisogno di ulteriori ricerche che confrontino la fornitura di informazioni sugli alimenti attraverso etichette e mezzi digitali.

L’origine ha un’influenza sostanziale sulle scelte alimentari

Infine, gli scienziati hanno esaminato la letteratura sull’impatto delle informazioni sull’origine dei prodotti alimentari sulle decisioni di acquisto e sul consumo cercando di scoprire come e perché i consumatori usano, comprendono e sono influenzati dalle informazioni sull’origine, arrivando alle seguenti conclusioni.

Le informazioni sia sul paese di origine che sul luogo o sulla regione di origine hanno un’influenza sostanziale sulle scelte alimentari dei consumatori. Questo perché forniscono uno spunto per prodotti di buona qualità e rispettosi dell’ambiente; e poi, i consumatori in media amano sostenere i loro agricoltori locali o nazionali e l’industria alimentare.

C’è poi un paradosso perché se nei sondaggi i consumatori riferiscono di attribuire importanza alle informazioni sull’origine, quando fanno acquisti, riescono a concentrarsi meno sulle informazioni sull’origine di quanto vorrebbero (a causa della pressione del tempo, dell’attrattiva dei marchi, ecc.).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!


Aziende


Argomenti


Canali

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 5