Nonostante un ritmo meno sostenuto rispetto ai due anni post-pandemia, il 2023 è stato complessivamente un anno positivo per il commercio estero di prodotti agroalimentari italiani. In particolare, le esportazioni hanno raggiunto un nuovo picco (dopo quello del 2022 oltre la soglia dei 60 miliardi di euro) superando i 64 miliardi di euro, con un incremento del 5,7% rispetto all’anno precedente.
Le importazioni hanno registrato una crescita più moderata (+5,4%, passando da 61,7 a poco più di 65 miliardi di euro), portando a un leggero miglioramento del saldo della bilancia commerciale agroalimentare che si è attestato a 889 milioni di euro, con una riduzione del deficit di 126 milioni rispetto all’anno precedente, anche a seguito della stabilizzazione dei prezzi delle materie prime dopo le impennate degli anni passati.
Sono i dati de “La bilancia agroalimentare italiana nel 2023” pubblicato dall’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).
Esportazioni agroalimentari: UE capofila, Germania e Francia in crescita
L’Unione Europea rimane il principale destinatario dei prodotti agroalimentari italiani, assorbendo circa il 65% delle esportazioni italiane con un valore di 41,9 miliardi di euro nel 2023. Germania, Francia e Stati Uniti continuano ad essere i partner più importanti, con i primi due che mostrano la crescita maggiore. Tra i primi venti Paesi destinatari solo Canada e Repubblica Ceca vanno controcorrente ma hanno un ruolo periferico rappresentando insieme solo il 3,2% delle esportazioni totali italiane. La distribuzione geografica delle esportazioni del Belpaese rimane concentrata: i primi cinque paesi destinatari assorbono quasi la metà dei flussi totali.
L’UE è il principale partner commerciale dell’Italia anche per le importazioni (46 miliardi di euro nel 2023) con una quota del 71%; Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i fornitori principali, mentre tra i paesi non UE il Brasile è il primo fornitore, sebbene le importazioni siano diminuite rispetto al 2022.
Il successo dei prodotti agroalimentari italiani oltreconfine
Le esportazioni crescono per tutti i principali prodotti, ad eccezione dei vini in bottiglia che, dopo l’ottimo risultato del 2022, hanno visto un calo del valore delle spedizioni a 5,1 miliardi di euro (-2,7%,) nonostante i vini spumanti abbiano registrato una crescita (+3,3% in valore). Il vino rimane comunque al vertice tra i prodotti esportati con una quota sul totale del 7,9%.
Tra gli altri settori di rilievo, le esportazioni dei derivati di cereali aumentano dell’8%, trainate principalmente dai prodotti da forno e pasticceria (+12%) più che dalle paste alimentari (+1,3%); fanno ancora meglio l’ortofrutta fresca (+9,1%) e trasformata (+10,9%), i formaggi e latticini (+11,6%) e l’olio d’oliva (+14%).
Le importazioni sono prevalentemente costituite da materie prime non trasformate e prodotti semilavorati. I principali prodotti sono caffè non torrefatto, olio extravergine di oliva, mais, bovini vivi destinati alla trasformazione, prosciutti e spalle suine fresche, frumento tenero, frumento duro. Tra questi, si evidenzia la forte crescita di bovini vivi, carni suine e frumento duro. Al contrario, si riducono in valore le importazioni di caffè non torrefatto, mais e frumento tenero.