Abaco group Point of View

Agricoltura di precisione: come sfruttare la potenza dei dati per produttività e sostenibilità

Il fenomeno è sempre più rilevante, ma non mancano le sfide legate alla maturità digitale degli operatori, alla modernizzazione degli strumenti e alla disponibilità di competenze per la valorizzazione del dato. Un trend interessante è l’applicazione di AI alle immagini satellitari, con l’obiettivo di migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale. La visione di ABACO Group, player italiano di riferimento anche a livello europeo

Pubblicato il 12 Mag 2023

agricoltura di precisione

La popolazione mondiale ha superato da poco la soglia degli 8 miliardi di persone e nel 2037 toccherà i 9 miliardi. L’incremento demografico rende sempre più centrale la domanda di cibo e, di conseguenza, la pressione sull’agricoltura e sull’ambiente. Tempo addietro, la FAO affermò che per tenere il passo dell’incremento demografico (2050), la produzione avrebbe dovuto aumentare del 70%. Nel frattempo, la superficie agricola si riduce di anno in anno per via di molteplici fattori come i problemi climatici e il dissesto idrogeologico, e in questo contesto l’unica soluzione vincente è l’aumento sostenibile della produttività.

Tutti gli incrementi di produttività che ci sono stati negli anni passati sono stati a scapito dell’ambiente”, ha affermato Antonio Samaritani, CEO di Abaco Group, società specializzata in soluzioni per il settore primario, in occasione di una recente tavola rotonda sul mercato agroalimentare. In questo senso, “quella del digitale può essere la prima rivoluzione veramente verde, perché attraverso l’utilizzo dei dati e la loro trasformazione in conoscenza, possiamo davvero fare di più con meno risorse”.

Agricoltura di precisione: driver di sostenibilità

La trasformazione digitale del settore agricolo è attiva da anni e l’impiego di tecniche di valorizzazione del dato resta un tema di grande attualità. La digitalizzazione apre le porte all’agricoltura di precisione, ovvero a un paradigma evoluto di gestione data-driven dei processi agricoli, laddove il percorso di acquisizione, correlazione e analisi del dato funge da supporto per le decisioni e da base per l’automazione.

L’agricoltura di precisione si pone degli obiettivi molto sfidanti, tra cui proprio l’ottimizzazione della produttività e dell’impiego delle risorse con contestuale abbattimento degli sprechi, delle inefficienze e, cosa tutt’altro che secondaria, una migliore gestione dell’impatto ambientale. Il settore è cresciuto in modo considerevole, e un ulteriore impulso verrà dal PNRR poiché vi è consapevolezza, a livello nazionale ed europeo, di dover garantire attraverso il digitale più competitività alle imprese.

Come in ogni processo di trasformazione profonda, però, ci sono anche importanti sfide da affrontare. Una di queste è la differenza di maturità digitale tra gli attori coinvolti, con i grandi operatori – molto avanzati sotto questo profilo – che possono trainare quelli più piccoli e, così facendo, creare benefici economici e di modernizzazione a tutto il sistema economico.

Sempre Samaritani spiega che “Oggi sono una minima parte degli strumenti agricoli è interconnessa, bisogna fare di più su questo. C’è un serbatoio di conoscenze non sfruttate semplicemente perché non c’è un’orchestrazione e un’armonizzazione dei dati. Le informazioni ottenute devono essere trasformate in conoscenza per poter essere utili: questo è il passaggio necessario per far diventare la trasformazione tecnologica un vero valore per il settore agroalimentare, soprattutto in un’ottica di sostenibilità”.

L’investimento, che oggi c’è e ci sarà in futuro, va dunque indirizzato verso le tecnologie, gli strumenti e l’innovazione, ma anche (e soprattutto) alle competenze necessarie per concretizzare la trasformazione del settore, con particolare riferimento al macrocosmo della data science.

AI e immagini satellitari: più produttività, meno impatto

Per quando concerne le tecnologie che abilitano la trasformazione, anche nel settore agricolo il trend del momento è l’intelligenza artificiale.

ABACO Group è la realtà italiana che sviluppa soluzioni avanzate di smart farming sia in ambito privato sia pubblico, player di respiro europeo tanto da essere stata scelta anche dal governo UK. Dal suo osservatorio, l’azienda è certa che una spinta possa venire dall’applicazione dell’intelligenza artificiale alle immagini satellitari: in ambito pubblico, per esempio, ABACO Group supporta gli Stati nell’erogazione dei contributi europei verificando via satellite che le dichiarazioni degli agricoltori siano veritiere; nel privato, l’analisi delle immagini con tecniche di AI consente di ottimizzare l’utilizzo di risorse e di valutare lo stato di salute delle colture e dei terreni, con riflessi sulla produttività e sull’ambiente.

Oggi, grazie alle immagini satellitari e all’uso dell’intelligenza artificiale, si può misurare la crescita, rispettare la stagionalità delle piante, controllare lo stress idrico delle coltivazioni, il grado di umidità del terreno e lo stato di salute dei prodotti. L’ottimizzazione delle risorse che deriva da queste informazioni è uno dei principali fattori di riduzione dell’impatto ambientale delle attività agricole. Accanto a ciò, l’innovazione digitale garantisce una maggiore capacità di misurazione dell’impatto ambientale delle attività e di conseguenza un controllo più stringente sulla riduzione delle emissioni e delle attività inquinanti”, conclude Antonio Samaritani.

Proprio per approfondire questi temi, ABACO Group ha partecipato a TUTTOFOOD Milano con un workshop dal titolo “Agritech e Foodtech: consigli e considerazioni (non richiesti) per dare il via a progetti di trasformazione digitale”, in cui è stato illustrato, insieme all’azienda agricola Damiano, importante produttore di mandorle in Sicilia, come avviene la trasformazione digitale della produzione.

Nel complesso, le prospettive per il settore agritech appaiono interessanti, a giudicare dal fatto che il comparto ha registrato un aumento del 3,1% in Italia nel 2022. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, molte imprese stanno adottando soluzioni 4.0 per migliorare l’efficienza dei processi, ma l’effetto positivo sull’ambiente è una logica conseguenza. E questa è senza dubbio una buona notizia.

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