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Iperammortamento ed efficienza energetica: le prospettive del 2026



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Cosa cambia con il piano Transizione 4.0, Transizione 5.0 in relazione al rapporto tra iperammortamento ed efficienza energetica

Pubblicato il 4 dic 2025



iperammortamento efficienza energetica

La Legge di bilancio 2026 prevede una serie di misure a supporto delle imprese che scelgono di investire in efficientamento energetico, tra queste un ruolo chiave è svolto dall’iperammortamento. La logica di questa misura prevede un beneficio importante (nella forma di una maggiorazione del costo deducibile) per quelle aziende che investono nell’adozione di beni strumentali di tipo 4.0 scegliendo soluzioni che – oltre alle performance produttive – sono nello stesso tempo nella condizione di attuare forme di riduzione dei consumi energetici.

Tre “maggiorazioni” per tre fasce di investimento

La misura consente alle imprese una maggiorazione del costo su cui calcolare le quote di ammortamento fiscali. Il beneficio si concretizza in una deduzione a livello di dichiarazione dei redditi che si aggiunge all’importo iscritto nel conto economico.

Nello specifico l’iperammortamento previsto dalla Legge di Bilancio 2026 si concretizza in maggiorazioni che possono arrivare al 180% nel caso di investimenti fino a 2,5 milioni, che sono pari al 100% per un range di investimenti variabile da 2,5 a 10 milioni e che si collocano al 50% nel caso di investimenti tra i 10 e i 20 milioni.

Quali sono gli obiettivi in termini di efficientamento energetico

I vantaggi dell’iperammortamento aumentano nel momento in cui le aziende raggiungono determinati obiettivi. Se il risparmio energetico è nell’ordine del 3% sui consumi dell’intera struttura produttiva o del 5% sui consumi dello specifico processo produttivo interessato dall’investimento le percentuali aumentano del 40% e arrivano al 220% (per investimenti fino a 2,5 milioni), al 140% (per il range tra 2,5 e 10 milioni) e al 90% (per la fascia compresa tra 10 e 20 milioni).

La necessità di dimostrare una effettiva riduzione dei consumi energetici

Un elemento fondamentale per le imprese che intendono sfruttare questa agevolazione è rappresentato dai sistemi di monitoraggio, ovvero dalle soluzioni che permettono alle imprese di dimostrare una effettiva riduzione dei consumi energetici.

Appunto, al fine di beneficiare di queste aliquote maggiorate è necessario dimostrare i risultati ottenuti in termini di efficienza energetica. In questo scenario le imprese sono incentivate a predisporre e attuare dei piani energetici che consentano una misurazione puntuale e soprattutto strutturale con sistemi in grado di mettere a disposizione dati i cui benefici possono essere sfruttati ben oltre la compliance necessaria per ottenere l’iperammortamento.

Solo per ipotizzare un esempio, nel caso di una impresa che decidesse un investimento di un milione di euro in strumenti 4.0 finalizzati anche alla riduzione dei consumi energetici potrebbe ottenere una deduzione fiscale fino a 2,2 milioni, con un risparmio complessivo che potrebbe superare il 50% del costo del bene per quanto attiene all’IRES. In effetti, il risparmio IRES relativo previsto è nell’ordine del 52,80% (per investimenti fino a 2,5 milioni), del 33,60% (per investimenti tra 2,5 e 10 milioni) e del 21,60% (per la fascia compresa tra 10 e 20 milioni).

Per quanto attiene alle scadenze temporali gli incentivi riguardano gli investimenti che vengono effettuati nell’anno 2026, e dovrebbero estendersi al primo semestre 2027 nel caso di decisioni di investimento e ordini confermati entro il 31 dicembre 2026 e dunque con competenza di costo 2026 anche se con entrata in funzione nel 2027.

Iperammortamento per beni strumentali finalizzati alla transizione energetica

Oltre ai beni strumentali che abilitano una riduzione dei consumi energetici la Legge di Bilancio 2026 mette a disposizione degli incentivi anche per beni strumentali che consentono l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per finalità di autoconsumo. Benefici che riguardano anche forme di autoproduzione a distanza e impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Quindi, in altre parole, sistemi di accumulo e piattaforme per il monitoraggio e per l’efficientamento energetico come possono essere soluzioni integrate di fotovoltaico e storage.

Anche in questo caso valgono le stesse aliquote di maggiorazione previste per i beni 4.0 ovvero 180%, 100% e 50% per i tre scaglioni di investimento: fino a 2,5 milioni; tra 2,5 e 10 milioni e tra 10 e 20 milioni. Va aggiunto poi che non ci sono vincoli di “collegamento” tra gli investimenti in impianti per energie rinnovabili con investimenti in beni strumentali 4.0.

Dal punto di vista amministrativo il risparmio fiscale è decisamente semplificato e può essere immediato. La maggiore deduzione in dichiarazione dei redditi permette di ridurre da subito il reddito imponibile introducendo una semplificazione rispetto alle soluzioni precedenti basate appunto sul credito di imposta.


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