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AI e data center europei: una questione di sostenibilità



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La recente ricerca di Lenovo mette in evidenza come la crescita della domanda di calcolo AI spinge i data center europei a ripensare le strategie di efficienza energetica, gestione dei dati e sostenibilità. Tra normative stringenti, nuove architetture e soluzioni tecnologiche come il raffreddamento a liquido, il settore cerca un equilibrio tra innovazione, resilienza e…

Pubblicato il 28 nov 2025



AI e data center

La crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale sta ridefinendo le esigenze infrastrutturali dei data center europei, portando il settore a confrontarsi con nuovi parametri di efficienza ambientale e gestione dei dati. Mentre la domanda di potenza di calcolo aumenta, i responsabili IT sono chiamati a bilanciare sostenibilità, sovranità digitale e prestazioni, in un contesto normativo e tecnologico che evolve rapidamente. L’attenzione si sposta così su soluzioni architettoniche avanzate e tecnologie immediate per il controllo dei consumi energetici e della latenza, mentre designer e ingegneri propongono modelli innovativi per rispondere alle sfide future del comparto.

AI e data center: la sfida della sostenibilità nella ricerca Lenovo

La convergenza tra intelligenza artificiale e infrastrutture digitali sta imponendo ai data center europei una revisione profonda delle strategie di sviluppo e gestione. La recente ricerca condotta da Lenovo insieme a Opinium fotografa un quadro in rapida evoluzione: il 43% dei leader IT intervistati individua proprio nella crescita esponenziale della domanda di calcolo AI il principale motore di trasformazione delle facility. L’alto consumo energetico richiesto dai carichi di lavoro AI non solo incrementa i costi operativi, ma pone anche interrogativi sulla sostenibilità ambientale e sulla capacità delle reti elettriche nazionali di assorbire picchi di richiesta.

Alla ricerca di nuovi modelli di efficienza

Questo scenario accelera la ricerca di nuovi modelli di efficienza, che vanno oltre la semplice ottimizzazione dei PUE (Power Usage Effectiveness) e sollecitano l’adozione di metriche più sofisticate per valutare l’impatto ambientale complessivo dell’infrastruttura. La pressione normativa, soprattutto nell’Unione Europea, aggiunge ulteriore complessità, spingendo i decisori verso soluzioni che bilancino performance e responsabilità ambientale.

Sovranità dei dati, latenza e resilienza: le priorità secondo i leader IT

La ricerca mette in luce come la sovranità dei dati sia diventata una priorità non più eludibile per il management IT europeo. Il quadro normativo, influenzato da regolamenti come GDPR e dal dibattito su cloud act e trasferimento internazionale dei dati, obbliga i provider a ripensare la localizzazione fisica delle informazioni e a garantire trasparenza sui flussi transfrontalieri. Parallelamente, l’esigenza di ridurre la latenza è diventata centrale con la diffusione dell’AI generativa e degli analytics real-time: ciò impone una spinta verso l’edge computing e una maggiore distribuzione geografica dei data center. Resilienza operativa infine si conferma elemento chiave nell’agenda dei C-level, anche alla luce delle interruzioni dovute a eventi climatici estremi e cyber minacce sempre più sofisticate. In sintesi, l’infrastruttura deve evolvere da semplice spazio fisico a ecosistema digitale in grado di garantire continuità, compliance e prestazioni elevate.

Design innovativi per il futuro: i concept di Mamou-Mani e AKT II

Le architetture tradizionali dei data center vengono oggi messe in discussione da nuove visioni progettuali che integrano sostenibilità, modularità e attenzione all’impatto sul territorio. Tra le proposte emerse nel dibattito europeo spiccano i concept dello studio Mamou-Mani e degli ingegneri AKT II: il primo propone strutture autoportanti in materiali bio-based stampati in 3D, con sistemi di ventilazione naturale che riducono l’utilizzo di energia per il raffreddamento; il secondo sperimenta configurazioni modulari espandibili secondo necessità, facilitando l’adattamento ai picchi di domanda generati dall’AI senza compromettere la footprint ambientale. Questi approcci non si limitano al contenimento dei consumi: puntano piuttosto a creare sinergie con il tessuto urbano circostante, favorendo ad esempio il recupero del calore per usi civili o industriali. L’obiettivo è superare la tradizionale dicotomia tra efficienza operativa e impatto sociale.

Soluzioni immediate: raffreddamento a liquido e tecnologie abilitanti

Sul piano tecnologico, una delle risposte più concrete alle criticità energetiche dei data center AI-ready arriva dal raffreddamento a liquido diretto. Questa soluzione permette una dissipazione termica molto più efficiente rispetto ai tradizionali sistemi ad aria, consentendo densità computazionali maggiori senza incrementare proporzionalmente i consumi energetici o lo spazio occupato. L’adozione di componentistica compatibile – rack predisposti, server liquid-cooled – si sta rapidamente diffondendo nei nuovi progetti europei.

Altre tecnologie abilitanti riguardano sistemi avanzati di energy management basati su AI stessa: questi strumenti sono in grado di ottimizzare dinamicamente l’impiego delle risorse elettriche incrociando dati su carichi di lavoro previsti, tariffazione energetica variabile e disponibilità da fonti rinnovabili locali. In parallelo cresce l’interesse verso microgrid intelligenti e accumulo energetico onsite, che aumentano autonomia operativa e resilienza rispetto a blackout o fluttuazioni della rete principale.

Nel contesto di una trasformazione digitale sempre più accelerata, i data center europei si trovano a dover bilanciare innovazione tecnologica e responsabilità ambientale, rispondendo al tempo stesso alle esigenze di sicurezza, efficienza e rapidità nel rispondere alle richieste del mercato. Le strategie che emergono – dalla sperimentazione su nuovi paradigmi architettonici fino all’adozione di tecnologie di raffreddamento avanzate – delineano un settore in cui la capacità di adattamento diventa elemento distintivo. La sfida sarà mantenere questo equilibrio anche in futuro, affrontando le pressioni normative e tecnologiche con soluzioni che sappiano fondere visione a lungo termine e risposte concrete alle necessità operative del presente.

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