Il Golfo di Follonica, tra Livorno e Grosseto, è uno dei poli più importanti dell’acquacoltura nazionale. Qui, in un’area di circa 1.600 ettari, operano impianti di piscicoltura e molluschicoltura che richiedono una gestione attenta e costante della qualità delle acque. Fino a pochi mesi fa il monitoraggio era affidato a campagne periodiche, con prelievi manuali e analisi in laboratorio: un processo costoso, lento e limitato a pochi parametri raccolti ogni diverse settimane.
Con l’entrata in funzione del nuovo sistema realizzato da WSense per conto di ISPRA, nell’ambito del progetto PNRR MER (Marine Ecosystem Restoration), lo scenario cambia radicalmente. Oggi è possibile ricevere tra 1.500 e 2.000 dati al giorno in tempo reale, contro i 5-6 dei metodi tradizionali. Si tratta di un salto quantico che rende finalmente applicabili le tecniche di analisi avanzata, big data e intelligenza artificiale al mondo del mare.
Come funziona l’internet del mare
Il cuore del sistema è una rete di modem sottomarini senza fili che comunica con boe di superficie dotate di WiFi. Le stazioni di campionamento sono nove: otto ospitano sensori multiparametrici per misurare temperatura, ossigeno disciolto, torbidità e conducibilità, mentre due includono strumenti per rilevare clorofilla e attività batterica. La nona stazione integra un correntometro capace di registrare intensità e direzione delle correnti su 14 livelli di profondità.
Questa rete raccoglie informazioni su 64 punti di misura simultanei, con un livello di dettaglio impensabile fino a ieri. Ogni parametro viene trasmesso direttamente alla piattaforma informativa MER, dove i dati vengono archiviati, analizzati e resi disponibili sia ai ricercatori che agli allevatori, dopo un percorso formativo. È anche attivo un sistema di allerta che invia notifiche automatiche in caso di superamento di soglie critiche.
Big data e intelligenza artificiale per la sostenibilità
L’impatto di questa innovazione va oltre il semplice controllo ambientale. La mole di dati prodotta — fino a 747.500 rilevazioni l’anno — offre la possibilità di costruire modelli predittivi, individuare anomalie e ottimizzare la gestione degli impianti.
Per la prima volta, l’acquacoltura può contare su strumenti digitali capaci di prevedere gli effetti delle condizioni meteo-marine e delle scelte produttive, riducendo i rischi ambientali e aumentando la resilienza delle attività economiche. In prospettiva, l’uso dell’intelligenza artificiale renderà possibile simulare scenari complessi, dalla variazione delle correnti alla diffusione di batteri, contribuendo a una gestione più sostenibile e consapevole.
Un confronto con il passato
Per comprendere il valore di questa innovazione è utile ricordare come funzionava il monitoraggio fino a ieri. Ogni rilevazione richiedeva imbarcazioni, tecnici specializzati e strumentazioni calate in acqua. I campioni venivano poi analizzati in laboratorio, con risultati disponibili solo dopo giorni o settimane.
Con il nuovo sistema, i dati arrivano in diretta, online e senza la posa di chilometri di cavi. L’investimento complessivo è stato di circa 500 mila euro, con un costo per singolo dato inferiore all’euro, calcolato sul primo anno di funzionamento. Un risultato che segna un cambio di paradigma non solo tecnologico, ma anche economico.
Wsense, dare voce all’oceano
Protagonista di questa rivoluzione è WSense, spin-off dell’Università “La Sapienza” di Roma, oggi riconosciuta come leader globale nelle comunicazioni subacquee senza fili. L’azienda ha sviluppato non solo la rete di sensori e modem, ma anche la piattaforma web-cloud per l’analisi e la visualizzazione dei dati.
La missione dichiarata è chiara: “dare voce all’oceano”, raccogliendo informazioni in tempo reale nel pieno rispetto degli ecosistemi. L’iniziativa di Follonica è il più grande dispiegamento europeo della tecnologia WSense e dimostra come l’innovazione possa coniugarsi con la tutela ambientale e la crescita economica.
Grazie a un recente round di finanziamento che ha portato a oltre 22 milioni di euro i capitali raccolti, la società è pronta ad ampliare ulteriormente l’uso dell’“internet del mare”, contribuendo alla transizione verso un’economia blu rigenerativa e responsabile.
Prospettive per l’acquacoltura e oltre
Il Golfo di Follonica diventa così un laboratorio a cielo aperto per testare un modello che potrà essere replicato in altri mari europei e internazionali. L’acquacoltura è destinata a crescere per rispondere alla domanda alimentare globale, e la sostenibilità di queste pratiche sarà cruciale.
Con tecnologie come quelle di WSense, è possibile ridurre l’impatto ambientale, garantire la qualità dei prodotti e tutelare la biodiversità marina. Ma i campi di applicazione non si fermano qui: monitoraggio degli ecosistemi costieri, osservazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, prevenzione delle mareggiate e gestione delle risorse idriche sono solo alcune delle prospettive future.
Il mare, fino a ieri silenzioso e in gran parte sconosciuto nelle sue dinamiche quotidiane, oggi parla attraverso i dati. Sta a noi imparare a interpretarli per proteggere un bene comune tanto prezioso quanto fragile.