Se è vero che “La civiltà di un popolo si giudica dalle sue prigioni”, come ha scritto Fëdor Dostoevskij ne “Le memorie da casa dei morti”, allora è anche vero che, (aggiornando quell’espressione ai nostri tempi), la civiltà di un popolo si vede da come si lavora affinché le carceri non siano solo un luogo di punizione, ma una occasione per riprendere un percorso di vita su presupposti nuovi. Su questo tema e su questa sfida per le nostre società si concentra la nuova puntata di Impact Bridges, il progetto promosso da ATACAMA360 che si dedica a far emergere il valore dei progetti degli Enti del Terzo Settore che operano per generare un impatto sociale positivo.

Liberi Dentro a San Vittore e Regina Coeli
Ed è proprio in questo contesto che si inserisce Liberi Dentro, un’iniziativa di volontariato che opera all’interno delle carceri italiane, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei detenuti attraverso progetti educativi, culturali e di supporto psicologico.
Impact Bridges incontra Liberi Dentro proprio all’ingresso di un carcere importante e ben noto, come la Casa Circondariale di San Vittore a Milano, davanti a una porta che rappresenta una soglia, un vero e proprio passaggio che è anche il simbolo di un cambiamento profondo e trasformativo nella vita di qualsiasi persona che si trova a oltrepassarlo.
Guarda il video di Impact Bridges dedicato a Liberi Dentro
Impact Bridges di Atacama con Liberi Dentro a San Vittore

La Casa Circondariale di San Vittore è uno dei più noti centri di detenzione italiani principalmente utilizzato per misure cautelari e per detenuti in attesa di giudizio. Sebbene progettata per ospitare circa 450 persone, mediamente ospita oltre 1.000 detenuti, un sovraffollamento che genera notevoli problemi, sia per i reclusi sia per il personale che a vario titolo è chiamato a operare all’interno di questo centro.

E concretamente all’interno del carcere operano diverse figure professionali: funzionari, polizia penitenziaria, assistenti sociali e sanitari, ministri di culto, insegnanti e, in modo sempre più importante, i volontari. È proprio sul ruolo dei volontari che Impact Bridges ha scelto di concentrare la sua attenzione cercando di conoscere la missione e il lavoro di Liberi Dentro.
Missione e obiettivi di Liberi Dentro
Liberi Dentro è un’Organizzazione di Volontariato (ODV) fondata da Francesca Romana Vender, psicologo del lavoro e professore aggiunto alla Business School del Politecnico di Milano. L’iniziativa è nata nel 2017 dalla forte volontà di aiutare concretamente le persone che vivono in condizioni di limitazione delle libertà nelle carceri, insieme a giovani e colleghi.

L’obiettivo principale di Liberi Dentro è lavorare sul presente dei detenuti. L’associazione mira infatti ad abbracciare la rieducazione come strumento di cambiamento, con una forte focalizzazione sul potenziamento delle relazioni umane e delle competenze sociali. Questo impegno comprende un lavoro su temi come la crescita personale e umana (con una speciale attenzione ad ambiti come accettazione, perdono, ascolto, rispetto, empatia, compassione, reciprocità). A cui si aggiunge un lavoro altrettanto importante sulla collaborazione, sull’inclusione e sull’integrazione. Il tutto con un impegno per contrastare i pregiudizi, promuovere la resilienza, la capacità di adattamento e la flessibilità. L’altro grande tema infine sul quale si focalizza l’impegno di Liberi Dentro è poi quello dl restituire e far crescere il valore del lavoro con un impegno a rieducare, scoprire talenti e passioni, e trovare sempre nuove modalità per trasmettere il valore dell’impegno.
Come opera Liberi Dentro: le regole di ingaggio
Liberi Dentro opera regolarmente, in genere ogni sabato, con sessioni di diverse ore, nelle carceri di San Vittore a Milano (dal 2017) e Regina Coeli a Roma. L’attività di Liberi Dentro si è poi estesa anche al penitenziario della Giudecca di Venezia e al Beccaria di Milano.
I volontari e le loro attività
L’associazione conta oltre 50 volontari, tra questi, molti sono studenti che si formano proprio insieme a professionisti, in diversi casi colleghi di Francesca Romana Vender stessa, che si prestano ad esempio ad attività di team coaching.
Operativamente, prima di iniziare a prestare servizio, i volontari seguono un percorso di formazione che affronta la realtà e le problematiche del carcere, le regole di ingaggio che regolano la vita dei centri di detenzione e per conoscere gli strumenti per valorizzare e rafforzare le motivazioni di una scelta di volontariato importante e formativa.
La settimana dei volontari di Liberi Dentro
La settimana di Liberi Dentro ha una sua scansione ben definita: i volontari si confrontano normalmente il giovedì per discutere le attività passate e per pianificare le azioni future, e poi si incontrano il sabato mattina, circa mezz’ora prima di entrare a San Vittore, per un “check-in” e per organizzare i materiali.
Come sottolinea più volte Francesca Romana Vender è fondamentale stringere e rafforzare costantemente un solido legame tra i volontari stessi per lavorare al meglio.

Le attività di Liberi Dentro
Le attività svolte da Liberi Dentro sono molto numerose e puntano fondamentalmente a fornire supporto psicologico e sociale dei detenuti, in particolare nel reparto giovani adulti (18-35 anni, con alcune eccezioni). In queste sezioni si opera con giovani provenienti da tutto il mondo, spesso dal Nord Africa, che si trovano in stato di detenzione per reati contro il patrimonio, spaccio o detenzione di droga. Considerando anche l’elevato “turn over” in questi reparti, l’approccio e le attività sono particolarmente impegnative.

Alcuni esempi di attività per meglio comprendere l’impegno di Liberi Dentro includono:
- Il riconoscimento delle emozioni
- attività di riflessione con testi e canzoni
- attività di riflessione sul passato, sul presente e sul futuro
- attività musicali e artistiche ed espressive
- giochi di squadra
Vivere e condividere il proprio tempo con i detenuti
Francesca Romana Vender tiene a sottolineare che l’associazione cerca di “vivere e condividere del tempo con i detenuti”, cerca di colmare un vuoto considerando che spesso si tratta di persone che vivono la lontananza dalle famiglie e dalle loro relazioni primarie. Da questi momenti di condivisione nascono delle relazioni molto forti con i detenuti che spesso scrivono lettere ai volontari alimentando un legame che persiste anche dopo il rilascio o il trasferimento.
La prospettiva e la voce dei detenuti

Sebbene non sia possibile dare voce diretta ai detenuti per rispetto della loro riservatezza, le loro parole possono essere usate per far conoscere come vivono l’impegno dei volontari.
Benedetta Roncella e Donatella Catapano, socie fondatrici, leggono e commentano la lettera di un detenuto significativamente intitolata “A mia madre” per rappresentare in modo chiaro e trasparente il senso dell’impegno che anima i volontari di Liberi Dentro, nel momento in cui sono nella condizione di “portare” un momento di libertà a chi è privato della libertà fisica.

E sono tante le storie, come ad esempio quella di H. che porta un messaggio potente sul proprio percorso di consapevolezza e sul ruolo del volontariato. H. racconta della sua infanzia turbolenta e dell’uso di droga delle tante difficoltà che gli hanno impedito di superare la sofferenza che lo ha accompagnato per tanto tempo. E racconta di come ha trovato nel confronto con il “Gruppo della Trasgressione” (impegnato nella gestione di dialoghi con un psicologo. A questa pagina una bella testimonianza per conoscere la realtà del Gruppo della Trasgressione) un modo per fare comprendere il proprio percorso, anche per “fare i conti con il passato“.
H. sottolinea l’importanza di non sentirsi abbandonati, ma di avere qualcuno accanto in questo difficile cammino. E a questo proposito riflette su come i dialoghi con figure esterne (psicologi, avvocati, educatori, volontari) siano fondamentali per avere una consapevolezza vera del proprio passato e del proprio essere. Le persone che restano bloccate nel loro passato infatti e nei loro errori spesso sentono di non avere più identità. I volontari possono aiutarli a dare voce a un vissuto sofferto e a superarlo. H. si dice convinto che sia fondamentale aiutare i detenuti a pensare in modo costruttivo, ad elaborare e gestire emozioni come rabbia, desolazione, ansia e tristezza, che spesso sono come le sbarre di una prigione più dura del carcere stesso.
Cosa fare e cosa non fare nel volontariato penitenziario
Le testimonianze e le voci raccolte grazie al lavoro di Impact Bridges permettono di comprendere come il volontariato in carcere sia particolarmente complesso e presenti davvero diverse sfide. I detenuti rischiano spesso di vivere una situazione di deresponsabilizzazione, di attesa e di “(dis)speranza“, in una sorta di limbo in cui si mette in pausa la propria vita. Vi sono poi problemi di integrazione legati alla presenza di culture diverse, alla lontananza dalle famiglie, piuttosto che forme di rivalità e conflitti interni, spesso legati alla situazione di sovraffollamento e alla sensazione di non essere ascoltati.
I volontari devono misurarsi con tutte queste dimensioni e rischiano di incontrare resistenze e difficoltà, come il peso di giudizi spesso superficiali, come la paura nell’affrontare determinate situazioni, come la frustrazione per “non fare abbastanza” o per non essere in grado di cambiare il “sistema”, o ancora per la sensazione di rappresentare solo una “goccia nell’oceano”.
In questo senso, come sottolinea in modo molto concreto Francesca Romana Vender se è importante avere ben chiaro “cosa fare” è altrettanto importante avere ben chiaro cosa non si può e non si deve fare. Ad esempio, solo per citare alcuni punti, non si può pensare di “salvare” il mondo o i detenuti, non deve esserci un coinvolgimento emotivo eccessivo, non ci può essere un impegno solo a breve termine; occorre pazienza e tempo, non si deve iniziare ed entrare senza un percorso di formazione.
Come fare per supportare Liberi Dentro

Come spiega molto bene Francesca Romana Vender Liberi Dentro vive anche grazie al supporto di cittadini, imprese, organizzazioni, e serve un supporto che si concretizza in tre elementi chiave:
- Persone: Volontari che desiderino offrire questo tipo di servizio, inclusi professionisti (anche nell’ambito della formazione) e studenti.
- Aziende: Realtà del terzo settore e del mondo del business che scelgono di mettere a disposizione tempo e risorse per contribuire a Liberi Dentro
- Donazioni: Contributi finanziari.
Gli appuntamenti con Impact Bridges
Leggi e guarda anche:
la prima puntata di Impact Bridges dedicata a RECUP, l’Associazione di Promozione Sociale attiva contro lo spreco alimentare.
la seconda puntata che affronta i temi della formazione scientifica in paesi in via di sviluppo con SeedScience: seminare scienza
Per conoscere Impact Bridges e Atacama
Scopri che cos’è Impact Bridges, il progetto per costruire un ponti verso inclusione e sostenibilità.
Chi è Atacama, il valore dell’impresa sociale,