Protection gap: che cos’è e perché è importante
Il protection gap nel mondo assicurativo si riferisce alla discrepanza tra la copertura assicurativa necessaria per proteggere individui, aziende e società dai rischi e la copertura effettivamente disponibile o acquistata. Questo divario rappresenta una sfida significativa per il settore assicurativo, poiché lascia molte persone e imprese vulnerabili a perdite finanziarie che potrebbero essere mitigate attraverso un’adeguata assicurazione.
Il protection gap può manifestarsi in diversi ambiti, come nel caso delle assicurazioni sulla vita, per la salute, per i beni immobili e per i rischi legati a catastrofi. Ad esempio, in molte regioni del mondo, le catastrofi naturali come terremoti, inondazioni e uragani causano danni ingenti, ma solo una parte di questi danni è coperta da polizze assicurative. Questo lascia governi e individui a dover affrontare enormi costi di ricostruzione e recupero.
Le cause del protection gap sono molteplici. Una delle principali è la mancanza di consapevolezza o comprensione dei rischi in termini di strategie di risk management da parte dei consumatori, che spesso sottovalutano la probabilità o l’impatto di eventi avversi. Inoltre, in alcune aree, l’accesso a prodotti assicurativi adeguati può essere limitato a causa di barriere economiche o infrastrutturali. Anche la percezione dei costi delle polizze come troppo elevati rispetto ai benefici percepiti contribuisce a questo divario.
Come si affronta il protection gap
Per affrontare il protection gap, le compagnie assicurative e i governi devono collaborare per sviluppare soluzioni innovative. Questo può includere l’introduzione di prodotti assicurativi più accessibili e personalizzati, l’uso di tecnologie avanzate per valutare e gestire i rischi come nel caso dell’Intelligenza artificiale, e campagne educative per aumentare la consapevolezza sui benefici dell’assicurazione. Inoltre, i governi possono svolgere un ruolo cruciale attraverso la regolamentazione e l’offerta di incentivi fiscali per incoraggiare l’acquisto di polizze assicurative.
Ridurre il protection gap è essenziale per garantire la resilienza economica e sociale. Una copertura assicurativa adeguata non solo protegge gli individui e le imprese dalle perdite finanziarie, ma contribuisce anche alla stabilità economica complessiva, riducendo la necessità di interventi governativi in caso di disastri. In un mondo sempre più esposto a rischi complessi e interconnessi, colmare il protection gap è una priorità per costruire un futuro più sicuro e sostenibile.
Un protection gap che si fa sempre più ampio
Il protection gap anche nella forma di differenza tra le perdite assicurate e quelle non assicurate in vari settori, ha raggiunto cifre allarmanti. Nel solo 2024, eventi catastrofici come incendi, inondazioni e terremoti hanno causato 368 miliardi di dollari di perdite economiche globali, di cui il 60% non era assicurato. Come emerge dai dati della ricerca sul “Revealing the paths to 2040: global insurance survey report”, realizzata da Economist Impact e SAS (qui per accedere alla ricerca completa n.d.r.).
Questo fenomeno colpisce in modo particolare le comunità vulnerabili situate in mercati ad alto rischio, dove gli impatti del cambiamento climatico rendono difficile o impossibile l’accesso all’insurance. Di conseguenza, per gli assicuratori dei rami sanità e vita, migliorare l’accesso e offrire coperture economiche ai mercati poco serviti diventerà un imperativo, richiedendo un adattamento al crescente rischio climatico. Come sottolinea Sean Kevelighan, CEO dell’Insurance Information Institute, è fondamentale passare dalla semplice riparazione dei danni alla previsione e prevenzione, incentivando un cambiamento di comportamento e mentalità tra clienti e comunità per ridurre i livelli di rischio e il divario di protezione.
Le barriere all’azione nel settore assicurativo per ridurre il protection gap
Nonostante la consapevolezza, i dirigenti del settore assicurativo identificano diverse barriere che limitano la loro capacità di sfruttare le tendenze del mercato. Tra gli ostacoli interni, spiccano la mancanza di comprensione dell’ambiente esterno (normative, concorrenza) e soprattutto l’insufficiente conoscenza delle mutevoli esigenze dei clienti (76%), oltre alla scarsa capacità di innovare (74%). Allo stesso tempo, un significativo 77% riconosce la mancanza di fiducia nel settore come un ostacolo cruciale per colmare il protection gap. E come sottolinea Franklin Manchester, Principal Global Insurance Advisor di SAS, “questo dato identifica la mancanza di fiducia nel settore come un ostacolo significativo per colmare il divario di protezione, e non c’è da stupirsi del perché. Con il ritiro dei vettori dalle aree a rischio catastrofe e la scoperta di violazioni della privacy, gli assicuratori devono agire con decisione per riconquistare la fiducia dei consumatori e delle autorità di regolamentazione”.
La tecnologia: un percorso verso la riduzione del protection gap
La ricerca indica chiaramente come la tecnologia possa aprire la strada per colmare in modo più efficace il divario di protezione globale. Tra i metodi più popolari identificati figurano:
- Utilizzare le tecnologie per rendere i prodotti assicurativi più accessibili (48%). Attualmente, il 40% delle organizzazioni sta già impiegando queste soluzioni.
- Sviluppare prodotti assicurativi innovativi come la parametrica o la micro-assicurazione (42%). Queste soluzioni sono attualmente utilizzate dal 40% delle aziende intervistate.
- Sfruttare i dati per valutare meglio i rischi e progettare i prodotti (39%). Il 32% delle organizzazioni è attivamente impegnato in questa direzione.
- Impegnarsi con le autorità di regolamentazione attraverso le organizzazioni assicurative (38%). Il 28% delle aziende intervistate sta collaborando in tal senso.
Sabine VanderLinden di Alchemy Crew sottolinea l’importanza di sfruttare l’innovazione come intelligenza artificiale, dati e tecnologie emergenti, per rendere le assicurazioni non solo più accessibili, ma anche più eque. Il settore ha la responsabilità di coprire i rischi, ma anche di responsabilizzare le comunità, creare fiducia e colmare il divario per un futuro più sicuro.