Cosa sono i sistemi di allerta e che relazione hanno con il risk management
Nell’ambito della gestione aziendale, i sistemi di allerta rappresentano strumenti fondamentali per prevenire situazioni di crisi, di natura economico-finanziaria di natura ambientale e sociale e di tipo sanitario. Si tratta di meccanismi di monitoraggio continuo, capaci di intercettare segnali che anticipano eventuali squilibri, permettendo così di intervenire prima che questi si trasformino in vere e proprie emergenze. L’introduzione di questi strumenti è stata rafforzata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019), che ha posto l’accento sulla tempestività dell’azione imprenditoriale e sull’importanza della prevenzione nella gestione del rischio e nella creazione di una corporate governance e accountability aziendale..
Sistemi di allerta basati su indicatori quantitativi e qualitativi
Un sistema di allerta si basa su indicatori quantitativi (come il patrimonio netto negativo, l’incapacità di far fronte regolarmente alle obbligazioni, il superamento di soglie nei debiti verso fornitori, banche, dipendenti) e su indicatori qualitativi (ad esempio, cambiamenti nella governance, contenziosi rilevanti, perdita di clienti chiave). Questi segnali vengono rilevati tramite strumenti digitali e modelli analitici, integrati spesso nei sistemi di contabilità o ERP aziendali.
Il legame diretto con il risk management
Il legame con il risk management è diretto e strutturale. Il risk management si occupa dell’identificazione, valutazione e mitigazione dei rischi che possono compromettere il raggiungimento degli obiettivi strategici di un’organizzazione. I sistemi di allerta, in questo contesto, agiscono come sensori che alimentano i processi di risk management con dati aggiornati e segnalazioni tempestive, migliorando la capacità decisionale del management.
Un’efficace integrazione tra sistemi di allerta e gestione del rischio consente quindi di adottare misure correttive in tempo utile, ridurre l’esposizione a rischi reputazionali o patrimoniali e garantire la continuità aziendale. In particolare, nelle PMI – spesso prive di strutture dedicate – l’adozione di un sistema di allerta evoluto può fare la differenza tra una gestione reattiva e una gestione preventiva delle criticità.
I sistemi di allerta non sono dunque solo strumenti di compliance normativa, ma veri e propri alleati strategici nel risk management moderno.
Cosa sono i sistemi di allerta per rischi ambientali
I sistemi di allerta per rischi ambientali sono infrastrutture tecnologiche e organizzative progettate per monitorare, prevedere e comunicare in modo tempestivo eventi potenzialmente pericolosi per l’ambiente e la sicurezza delle persone. In un contesto globale segnato dall’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi legati al cambiamento climatico – come alluvioni, incendi, frane, siccità, tempeste – questi sistemi rappresentano un presidio fondamentale di prevenzione e resilienza.
Il loro funzionamento si basa su una rete integrata di sensori, satelliti, stazioni meteo, dati geospaziali e modelli previsionali. Queste fonti raccolgono informazioni in tempo reale su parametri come piogge, vento, temperatura, movimento del suolo o livello dei fiumi. I dati vengono elaborati da algoritmi e modelli predittivi che stimano la probabilità di accadimento di un evento critico in un determinato territorio.
Il fattore chiave: rilevare la soglia di rischio
Una volta rilevata una soglia di rischio, il sistema attiva protocolli di allerta che coinvolgono autorità pubbliche, protezione civile, cittadini, imprese e media locali, attraverso messaggi SMS, notifiche via app, sirene o comunicazioni istituzionali. L’obiettivo è avvertire con sufficiente anticipo la popolazione interessata, permettendo l’adozione di comportamenti adeguati o misure di evacuazione.
I sistemi di allerta ambientale non si limitano alla risposta all’emergenza, ma fanno parte di un approccio integrato alla gestione del rischio e alla pianificazione territoriale. Favoriscono la costruzione di piani di adattamento climatico, l’adozione di politiche di tutela ambientale e l’educazione alla prevenzione.
In Italia, il Dipartimento della Protezione Civile coordina la rete dei sistemi di allerta nazionale e regionale, con una mappa del rischio aggiornata quotidianamente. A livello europeo e globale, esistono sistemi interoperabili, come il Copernicus Emergency Management Service, che rafforzano la capacità predittiva grazie a osservazioni satellitari ad alta risoluzione.
Cosa sono i sistemi di allerta per rischi sanitari
I sistemi di allerta per rischi sanitari sono strumenti organizzativi e tecnologici messi in campo per rilevare precocemente minacce alla salute pubblica e attivare tempestivamente misure di contenimento, prevenzione e comunicazione. Si tratta di dispositivi cruciali nella gestione delle emergenze sanitarie, come epidemie, pandemie, contaminazioni alimentari, bioterrorismo o esposizione a sostanze tossiche, che possono impattare gravemente sulla popolazione e sul sistema sanitario.
Questi sistemi operano raccogliendo, analizzando e diffondendo informazioni provenienti da fonti diversificate: segnalazioni cliniche dai medici di base e ospedali, dati epidemiologici, laboratori di microbiologia, reti veterinarie, sorveglianza ambientale, banche dati internazionali. L’obiettivo è identificare segnali deboli o anomalie nei pattern sanitari che possano indicare l’insorgere di un rischio.
Sistemi che attivano protocolli codificati di risposta
Una volta superata una soglia di attenzione, il sistema attiva protocolli codificati di risposta, che coinvolgono autorità sanitarie, enti locali, strutture ospedaliere e talvolta anche il pubblico. Le azioni possono includere l’isolamento dei casi, il tracciamento dei contatti, l’attivazione di campagne di vaccinazione, la distribuzione di dispositivi di protezione, la chiusura di strutture a rischio, o l’allerta alla popolazione tramite mezzi digitali e media tradizionali.
In Italia, il Ministero della Salute coordina questi sistemi attraverso una rete di sorveglianza articolata (come l’Istituto Superiore di Sanità, le ASL e le Regioni) e si raccorda con le piattaforme europee ed internazionali, come il sistema ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che gestisce il Global Outbreak Alert and Response Network.
L’evoluzione del sistema di allerta nella fase del COVID-19
Un esempio concreto è il sistema di allerta attivato durante l’epidemia di COVID-19, che ha integrato dati ospedalieri, notifiche da medici di base, sistemi di contact tracing digitali e sorveglianza genomica per monitorare l’evoluzione del virus e le sue varianti. Analogamente, sistemi simili sono attivi per la sorveglianza delle malattie infettive stagionali come l’influenza, o di patologie emergenti come la febbre del Nilo Occidentale o le zoonosi.
L’integrazione tra sistemi sanitari, ambientali e veterinari – secondo l’approccio One Health – è sempre più centrale per individuare precocemente i rischi sanitari legati a fattori ambientali o animali, in un contesto di crescente interconnessione globale.
Un sistema di allerta per i rischi ambientali e sanitari
Creare un sistema di allerta per affrontare i crescenti rischi per la salute derivanti da ondate di calore, inquinamento dell’aria, incendi e pollini. Questo è l’obiettivo del progetto europeo healthRiskADAPT, finanziato con 5,6 milioni di euro e che coinvolge un consorzio di 25 istituzioni di 12 Paesi, inclusi ENEA, CNR, Istituto Superiore di Sanità, UCCRN e il Comune di Napoli per l’Italia.
Il progetto si concentra sullo sviluppo di strumenti digitali personalizzati che supportino decisori politici, amministrazioni locali, autorità sanitarie e cittadini nel monitoraggio e nella valutazione dei rischi ambientali e sanitari, oltre a pianificare strategie di adattamento efficaci per la tutela della salute pubblica.
Il ruolo di ENEA nel progetto healthRiskADAPT
ENEA avrà un ruolo centrale nella fornitura degli indicatori relativi ai rischi considerati: ondate di calore, inquinamento dell’aria, incendi e pollini. La ricercatrice Ilaria D’Elia del Laboratorio Modelli e misure per la qualità dell’aria e osservazioni climatiche ha spiegato che ENEA sarà anche coinvolta nella sperimentazione in quattro città pilota: Napoli, Oslo, Berna e Lione. Queste città rappresentano diverse aree geografiche e climatiche. Inoltre, ENEA contribuirà alla diffusione dei risultati per renderli accessibili a tutti gli attori coinvolti.
Strategie innovative per affrontare la crisi climatica
Nel corso dei prossimi quattro anni, il consorzio coordinato dall’istituto norvegese NILU realizzerà un sistema europeo per la valutazione del rischio sanitario legato ai cambiamenti climatici. Questo sistema permetterà di monitorare e quantificare la vulnerabilità delle popolazioni su base territoriale, sanitaria e ambientale attraverso la raccolta, elaborazione e condivisione di dati precisi e dettagliati. La piattaforma integrerà dati, mappe e indicatori che aiuteranno a identificare priorità d’intervento e opzioni di adattamento efficaci in base al contesto.
Secondo stime recenti pubblicate su Nature Medicine, i decessi in Europa causati da variazioni di temperatura potrebbero aumentare del 50% nel periodo 2015-2099 nello scenario peggiore, raggiungendo i 2,3 milioni entro fine secolo. Il progetto healthRiskADAPT intende contribuire alla Missione per l’Adattamento al Cambiamento Climatico nell’ambito del programma Horizon Europe, coinvolgendo almeno 150 regioni europee nella sperimentazione di soluzioni efficaci per rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici a livello locale.