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Ricerca Unipol-Ipsos: circa 10 milioni di italiani hanno subito violazioni digitali in rete

Le violazioni coinvolgono soprattutto la Generazione Z (32% delle persone tra 16 e 26 anni). Furto di identità (58%) e clonazione della carta di credito (53%) sono i rischi percepiti più gravi nella navigazione web. Il Cyber Bullismo è ritenuto un grave rischio dal 37% degli intervistati. Oltre 1 italiano su 2 cerca di proteggersi dal cyber risk con metodi “fai-da-te”. Per 8 italiani su 10 l’e-commerce e i pagamenti online sono sicuri.

Pubblicato il 08 Feb 2022

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Dal furto d’identità alla clonazione della carta di credito, dalla violazione della privacy al cyberbullismo: sono circa 10 milioni gli italiani che hanno subito violazioni digitali, personalmente o ai danni di un membro della propria famiglia.  Le violazioni coinvolgono soprattutto la Generazione Z (32% delle persone tra 16 e 26 anni) e gli episodi decrescono all’aumentare dell’età, 31% dei Millennials (27-40 anni), 22% della Generazione X (41-56 anni) e fanalino di coda, 11% dei Baby Boomers (57-64 anni). Tra coloro che hanno subito minacce cyber, i più esposti risultano essere coloro che utilizzano i social network con frequenza medio-elevata (36%), seguiti da persone classificabili come “esperti nel digitale” (28%) e “non esperti” (15%). Il furto di identità (58%) e la clonazione della carta di credito (53%) sono i rischi percepiti più gravi nella navigazione web.

Lo rivela una ricerca di Changes Unipol, – il magazine digitale che nasce come strumento di comunicazione del Gruppo assicurativo italiano – elaborata da Ipsos, in occasione della diciannovesima edizione del Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea. L’indagine – che si basa su 1.720 interviste, condotte mediante metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), su un campione della popolazione di età 16-74 anni – ha analizzato percezione, rischi, esperienze personali e misure adottate dagli italiani sul tema Cyber Risk.

Cyber Risk: tra generazioni e territori

Più di un 1 Italiano su 2 si sente minacciato da possibili violazioni digitali. In particolare, si sentono maggiormente vulnerabili i Baby Boomers (58%) e gli abitanti delle aree metropolitane del Centro Italia (56%). Solo il 30% degli Italiani non percepisce invece il Cyber Risk come un pericolo, mentre il 17% dei cittadini non è in grado di valutare questo rischio, e le relative conseguenze, evidenziando poca consapevolezza e vulnerabilità. Maggiore sensibilità al Cyber Risk è riscontrabile tra chi ha già subito violazioni in passato (64%), i medium users di social network (59%) e gli esperti digitali (57%).

A livello territoriale, le infrazioni digitali si verificano in maniera uniforme in tutta Italia: nelle aree metropolitane del Nord, ha subito violazioni digitali il 21% dei cittadini, percentuale leggermente inferiore a quelle registrate nelle grandi città del Centro (25%) e del Sud (22%). Spiccano in particolare i dati di Firenze, dove il 30% degli intervistati dichiara di aver subito una violazione direttamente o ai danni di un familiare, Bari (28%) e Milano (26%).

I rischi più gravi nel web

La classifica dei rischi considerati più gravi nella navigazione web vede al vertice il furto di identità (58%), seguito dalla clonazione della carta di credito (53%), – particolarmente avvertiti dai Baby Boomers registrando, rispettivamente, percentuali del 73% e del 64% – dall’utilizzo dei dati personali per altri scopi (40%) e dalla violazione della privacy (39%). All’ultimo posto l’impiego e la diffusione non autorizzati di fotografie personali (25%).

Tra le varie violazioni digitali, merita un approfondimento specifico il Cyber Bullismo, fenomeno sociale che si sta sempre più imponendo come tipica manifestazione della criminalità minorile. I dati di Changes Unipol confermano tale rilevanza: 4 intervistati su 10 valutano il Cyber Bullismo come un grave rischio, avvertito, soprattutto tra le donne (43%) e in egual misura nelle diverse generazioni, dal 41% della Generazione Z così come dal 40% dei Baby Boomers. Un problema molto sentito in tutto il Paese, con Torino, Firenze e Palermo che mostrano le maggiori preoccupazioni (50% degli intervistati lo indicano come un rischio), meno invece a Bologna (39%), Roma e Verona (35%).

Metodi «fai-da-te» per proteggersi, fiducia negli online payments

Sul fronte delle contromisure adottate dagli Italiani per proteggersi dal Cyber Risk, la ricerca evidenzia come esse siano basate molto sul “fai-da-te”: il 55% degli intervistati cerca di contrastare questo rischio fornendo solo dati personali obbligatori e indispensabili e il 35% ritiene sufficiente non divulgare proprie foto o quelle di minori. Questi comportamenti si accentuano, in particolare, tra i Baby Boomers (64%), che tendono anche a prendere le distanze dai Social Network, mentre la Generazione Z appare meno prudente in relazione alla pubblicazione di immagini e foto, soprattutto proprie (19%).

In tale difficile contesto, fatto di rischi digitali, reali e percepiti, si distinguono l’e-commerce e i pagamenti online: il 77% degli italiani li ritiene infatti sicuri, e l’11% “molto sicuri”. Più scettici in materia sono i Baby Boomers (18% di loro rispetto al 15% degli italiani), le aree metropolitane del Sud (21%) e soprattutto chi ha già subito violazioni digitali (24%).

Immagine fornita da Shutterstock

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