Normative

La regolamentazione europea sui dati, fattore di potenza nel conflitto geopolitico

Un’analisi delle regolamentazioni adottate in Europa a confronto con quelle delle altre maggiori potenze economiche, come Usa e Cina. Dalle politiche strettamente legate all’uso dei dati personali fino alle AI

Aggiornato il 21 Dic 2023

Andrea Attilio Grilli

DPO e Responsabile della conservazione

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L’Europa ha recentemente raggiunto un accordo, dopo un lungo e sofferto dibattito, sull’AI Act. Si tratta di un altro dei tasselli necessari per costruire quel Mercato Unico Digitale che dal 2015 costruisce con laboriosa attenzione.

Dopo un periodo di prevaricazione delle posizioni più tecniche o giuridiche, negli ultimi mesi sono cambiati gli atteggiamenti di molte nazioni sulla normativa europea e i suoi contenuti.

La regolamentazione dell’Unione Europea

L’AI Act si può definire come il primo atto legislativo europeo frutto della somma degli interessi nazionali, piuttosto che del tecnicismo degli uffici europei. Diversamente da quanto si pensi

La regolamentazione è molto importante perché la visione strategica sui dati è una dei campi di confronto tra le maggiori potenze mondiali. Va però ricordato che l’Unione Europea non è una nazione, quindi un soggetto statuale con tutte le caratteristiche tipiche, bensì una aggregazione di nazioni che possono avere interessi anche non sempre coincidenti. Questo è un elemento da considerare visto che gli altri soggetti geopolitici con cui confrontarsi sono invece soggetti nazionali in grado di determinare in modo efficace le strategie.

L’Europa esprime il suo “potere” inteso come esigenza e volontà di determinare i rapporti con le altre grandi potenze attraverso la regolamentazione vincolante per i 27 stati che la compongono. Questa capacità è tale che anche gli stati del SEE (spazio economico europeo) aderiscono ad alcune sue normazioni.

Non si tratta quindi solo del GDPR o dell’AI Act, ma anche del DORA, così come del NIS, ma anche dell’eIDAS; per non menzionare il resto della regolamentazione sull’eCommerce, i diritti dei consumatori e la Direttiva sul copyright.

Una menzione meritano il Data Governance Act e il Digital Markets Act che vanno il primo a regolamentare il mercato dei dati, mentre il secondo i soggetti che operano nel mercato dei dati.

La regolamentazione degli Stati Uniti in confronto alla Cina

Mentre l’Europa regolamenta costruendo architetture giuridiche che dovrebbero modificare o determinare l’andamento del mercato, gli Stati Uniti tendono a incidere sulle macro-dinamiche del mercato andando a controllare lo stesso ciclo economico dei dati.

Una delle tecnologie più critiche nel conflitto dei dati è la produzione dei chip. Nel 2022 il presidente Biden[1] ha limitato l’accesso ai cinesi dei chip più avanzati. In questo modo si rallenta lo sviluppo e la ricerca sulla AI, ma anche sui supercomputer. Uno dei nodi più importanti è rallentare la capacità della Cina di acquisire tecnologia per produrre chip inferiori ai 16-nanometer. Recentemente Huawei ha messo sul mercato un nuovo smartphone con un chip di 7-nanometri[2] dimostrando di avere le capacità finanziarie per investire in ricerca e sviluppo.

Come si può vedere lo scontro – o guerra come l’ha chiamata il New York Times – dei chip è critico ed è uno dei motivi per cui Taiwan con la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company è così ambita e protetta dagli USA[3]

Ma anche se la Cina riuscisse a colmare il divario tecnologico, resterebbero presenti ancora diversi problemi legati alle nuove frontiere delle AI. Infatti, l’elemento fondamentale, la materia prima che nutre questa tecnologia e consente di addestrare il “bambino” sono i dati. Le nazioni democratiche hanno l’indubbio vantaggio di produrre più dati degli stati governi con forme di governo più stringenti.

Si è visto nella guerra in Ucraina, dove la mancata vittoria russa è da iscrivere anche nella mancanza di dati per predisporre piani e prendere decisioni appropriate.

Bisogna ricordare che quando Jack Ma ha deciso di criticare il governo, è sparito per riapparire[4]dopo tre mesi, fedele al partito e supportando la politica di Xi Jinping.

Regolamentazione UE nei confronti degli USA

Ma l’importanza di una regolamentazione sui dati, anche personali, è stata percepita da tutti, visto che avere un interlocutore come l’Europa implica avere un linguaggio comune con cui costruire piattaforme dove stoccare dati per far funzionare l’economia.

Il problema è che le tecnologie sui dati sono strettamente occidentali. La Russia ne è esclusa, per diversi limiti sia di hardware che di vera e propria strategia sui dati.

Le più importanti imprese del settore dei dati, anche personali, che sono riusciti a costruire gigantesche banche dati sono tutte statunitensi, mentre gli europei lavorano sottotraccia.

Unione Europea e Stati Uniti però hanno principi giuridici diversi e con obiettivi non sempre compatibili.

Il recente Data Privacy Framework[5] gestito dal U.S. Department of Commerce ha trovato una camera di decompressione del conflitto sulla titolarità dei dati personali, ma gli americani hanno vantaggi oggettivi e minimamente intaccati dalle imprese europee: detengono i sistemi operativi, i linguaggi e le piattaforme con cui e su cui funzionano l’economica dei dati[6].

L’Europa segue a distanza.

Eppure, prima del 2001 la Federal Trade Commission stava cercando di aumentare la tutela dei diritti personali e la privacy, ma l’attacco alle torri gemelle cambiò l’approccio per una legislazione antiterrorismo molto severa.

Conclusioni

È evidente il diverso approccio dei grandi soggetti geopolitici sul tema dei dati. Ognuno ha un vantaggio o cerca di costruirlo, ma emergono alcuni punti di forza che obbligano una gerarchia delle posizioni di forza.

Gli Stati Uniti hanno sviluppato la data economy e ne hanno definito le regole tecniche e dove possibile anche quelle giuridiche. La Cina ha analizzato correttamente gli elementi di forza americani e li sta attaccando. La creazione di un sistema operativo proprietario da parte di Huawei, Harmony, va letto in questi termini. Anche se poi ha dovuto utilizzare linguaggi di programmazione sempre occidentali.

Il Data Governance Act e il Digital Markets Act[7]cercano di imbrigliare le imprese statunitensi, imponendo anche dei ruoli e dei pesi specifici, come il ruolo del gatekeeper, ma è evidente che è uno scontro tra realtà determinate da fonti diverse: il libero mercato e la normativa europea.

Dire se l’approccio normativo europeo possa garantire per gli stati europei un vantaggio o una posizione di forza, è difficile dirlo, visto che comunque gli USA controllano la semantica del digitale.

La Cina sembra essere interessata a un dialogo con l’Unione Europea[8], ma vorrebbe che questa si schierasse a suo favore, giocando la carta del dialogo a tre con gli USA.

Mentre scriviamo questo articolo arriva la notizia che il governo americano ha chiuso un finanziamento di 39 mln di dollari per il potenziamento della produzione di chip per gli F15[9] e gli F35. Si tratta del primo atto a seguito del Chip Act del 2022. Si tratta di una prima tranche di interventi per finanziare e sviluppare l’industria dei chip a livello nazionale, cioè con stabilimenti produttivi sul suo suolo americano.

Anche l’Europa si è dotata nel 2022 di un Chips Act per finanziare la produzione dei chip in Europa[10].

Per ora sembra che la capacità di regolamentare la realtà della UE sia un vantaggio, seppur parziale, ma se non viene sviluppata una capacità di produrre i linguaggi del digitale proprietari ed esclusivi, nel perdurare dei conflitti tecnologici, l’Europa sarà sempre un follower. Per dirla nel linguaggio del mercato.

Note

  1. https://www.foreignaffairs.com/united-states/china-goes-offensive-chip-war
  2. https://www.ilpost.it/2023/09/06/cina-chip-huawei-restrizioni/
  3. Nell’ottica di questo articolo non è rilevante il motivo principale per cui gli USA difendono l’indipendenza dell’isola cinese, cioè il controllo del mar della Cina e l’accesso all’Oceano Atlantico da parte della flotta cinese.
  4. https://forbes.it/2021/01/20/jack-ma-e-tornato-e-pone-fine-alle-speculazioni-sulla-sua-scomparsa/
  5. https://www.dataprivacyframework.gov/s/
  6. Non si parla solo delle classiche Google, Microsoft ecc…, ma anche di Palantir, leader nella analisi dei Big Data e AI nel settore militare e della sicurezza. Mentre Nvidia è uno dei detentori del know-how tecnologico per la produzione di chip ultra sottili.
  7. https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/digital-markets-act-cose-e-cosa-prevede/
  8. https://www.globaltimes.cn/page/202312/1303678.shtml
  9. https://www.nytimes.com/2023/12/11/business/economy/biden-chips-bae-systems.html e https://www.commerce.gov/news/press-releases/2023/12/biden-harris-administration-and-bae-systems-inc-announce-chips
  10. https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/chips-act-cosa-e-e-cosa-prevede/

Articolo originariamente pubblicato il 21 Dic 2023

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Andrea Attilio Grilli
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