REPORT

International Sos pubblica il Risk Outlook 2025: i disordini sociali preoccupano le aziende



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L’analisi delle sfide che le organizzazioni si troveranno di fronte per mantenere la continuità operativa e proteggere la forza lavoro. Il Senior Security Advisor Franco Fantozzi: “Necessario passare da strategie reattive a strategie predittive”

Pubblicato il 20 gen 2025



Franco Fantozzi International Sos

I professionisti della gestione dei rischi sono preoccupati degli scenari che le aziende si troveranno ad affrontare nel 2025: il 65% è convinto che i pericoli siano aumentati nel corso dell’anno appena trascorso, mentre il 69% teme principalmente le ripercussioni dovute alle tensioni geopolitiche. Per tre intervistati su quattro, inoltre, i disordini sociali e politici rappresenteranno le principali fonti di rischio per l’anno appena iniziato. Quanto ai burnout e allo stress dei dipendenti, avranno effetti negativi per le aziende secondo il 78% dei professionisti del rischio. Sono queste le principali evidente del report Risk Outlook 2025 di International Sos, appena pubblicato dal gruppo che si occupa di salvare e proteggere la forza lavoro in tutto il mondo tramite soluzioni personalizzate per la gestione dei rischi in materia di salute e sicurezza, e programmi di wellbeing.

Dalle strategie reattive a quelle predittive

“La natura interconnessa dei rischi odierni contribuisce a creare un ambiente in cui i problemi possono peggiorare in modo rapido e imprevedibile – afferma Franco Fantozzi, senior security advisor di International Sos – Le tensioni geopolitiche stanno causando interruzioni nelle catene di approvvigionamento e minacce di tipo informatico, mentre la misinformazione e la disinformazione agiscono da amplificatori del disordine, erodendo la fiducia sia all’interno delle organizzazioni che tra i paesi. Tali complessità richiedono un passaggio da strategie reattive a strategie predittive, basate sull’utilizzo di informazioni accurate e collaborazioni di tipo trasversale. Per quanto le sfide siano numerose – conclude – le organizzazioni che adottano un approccio sistematico per comprendere e mitigare tali rischi multistratificati non solo possono tutelare la propria forza lavoro e capacità operativa, ma anche rafforzare la propria resilienza in un’epoca di incertezza come quella odierna“.

Le instabilità geopolitiche

A preoccupare i professionisti del risk management c’è il fatto che le tensioni geopolitiche creino conflitti che non si esauriscono entro i confini certi, ma hanno ripercussioni in tutti i settori, le economie e le catene di approvvigionamento. Secondo il report di International Sos tra i fattori che avranno probabilmente un impatto significativo su attività e persone dell’azienda nel 2025 ci sono i disordini politici e sociali e le proteste (75%), le tensioni geopolitiche (74%) i rischi associati ai trasporti e le interruzioni dei collegamenti (73%).

Salute mentale e burnout

L’incertezza del contesto geopolitico ha conseguenze anche sulla salute mentale: secondo il report di International Sos, il 65% del campione afferma che stress e ansia legati alla politica costituiscano un rischio significativo per il 2025, insieme a stress e burnout (78%), impatto della crisi legata al costo della vita (75%), problematiche legate alla salute mentale (70%), Quiet quitting (52%) e ansia legata al cambiamento climatico (45%)

Investire nel benessere dei dipendenti

La natura apparentemente instabile, imprevedibile e non controllabile degli eventi globali, unita alla crisi legata al costo della vita, rappresentano i principali fattori che contribuiscono allo stress e al burnout dei dipendenti – sottolinea Fareed Ahmed, medical director di International SOS – Investire in modo proattivo nel benessere dei propri dipendenti permette alle organizzazioni di costruire la propria resilienza operativa. Creare un ambiente di lavoro sano significa proteggere e promuovere la salute mentale, che non solo consente ai dipendenti di contrastare lo stress, ma permette anche di aumentare l’impegno, la produttività e la fidelizzazione, elementi essenziali per affrontare un mondo in continuo cambiamento”.

Come costruire la resilienza

Per capire come affrontare meglio i rischi che emergono dal report Internazional Sos ha analizzato quali sono i punti in comune tra le aziende che hanno finora dimostrato più resilienza: si parte dalla necessità di fornire ai decisori informazioni aggiornate, rilevanti e verificate, che si focalizzino sui rischi specifici. Per questo potrà dimostrarsi utile utilizzare sistemi integrati per la gestione dei rischi, che facilitino la comunicazione tra i team e consentano ai manager di supportare i dipendenti nell’affrontare i rischi. A questo si aggiunge anche l’ottimizzazione delle risorse: “consolidare le proprie risorse permette alle organizzazioni di dare priorità alle aree ad alto rischio senza sovraccaricarsi”, spiega International Sos.

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