L'indagine

Climate Change: Italia indietro sulle assicurazioni, è tempo di un cambio di rotta

Lo rileva l’Italian Insurtech Association, secondo cui è “indispensabile investire in tecnologia per efficientare i processi distributivi e di sottoscrizione delle polizze per limitare la bassa penetrazione di prodotti assicurativi a fronte dei nuovi rischi climatici”

Pubblicato il 03 Ago 2023

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E’ l’Italia il fanalino di coda Ue in ambito di coperture assicurative nei confronti degli eventi meteorologici estremi. Lo sottolinea l’Italian Insurtech Association (IIA), secondo cui è di primaria importanza investire in tecnologia e sviluppare un’offerta innovativa, così come è stato per le soluzioni meteo parametriche, che prevedono che al verificarsi di un determinato evento, monitorato e misurato da un soggetto terzo che certifica i dati, scatti in modo automatico e molto veloce il processo di indennizzo. Il fine ultimo è quello di aumentare la penetrazione sui privati e sulle aziende in termini di sottoscrizione di queste polizze, in grado di offrire una protezione migliore nei confronti dei danni provocati dal cambiamento climatico.

Veicoli: solo il 16% è coperto

Come evidenzia uno studio di ANIA – L’assicurazione Italiana 2022-2023 – solo il 16% dei veicoli in circolazione è coperto da polizze per gli eventi climatici. Questo dato è allarmante se si considera che alluvioni, grandinate e trombe d’aria sono sempre più frequenti. Inoltre, va sottolineato che i sinistri correlati agli eventi atmosferici hanno raggiunto, nel 2022, un importo di circa 800 milioni di euro, rappresentando da soli il 44% delle cosiddette garanzie accessorie previste dalle polizze Rc auto. Anche per quanto riguarda le abitazioni, solo il 5,3% delle case civili dispone di un’assicurazione contro le calamità naturali, come terremoti e alluvioni.

A rischio 1 impresa su 3

Per quanto riguarda le imprese lo studio condotto nel 2022 da IIA insieme a Crif, Red Risk evidenziava che in Italia circa 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali, tuttavia, secondo le ultime indagini circa il 7% è assicurato verso queste catastrofi.

Due possibili soluzioni: cultura e digitalizzazione

Secondo IIA per affrontare questa sfida è fondamentale muoversi in una doppia direzione:

  • promuovere una cultura assicurativa più consapevole, che educhi il cittadino a quali sono i rischi e i vantaggi nello sottoscrivere certe tipologie di polizze,
  • investire in tecnologia e digitalizzazione, due driver fondamentali per creare polizze più attinenti alla situazione attuale e che possano essere di aiuto alla popolazione messa in difficoltà dalla crisi climatica.

“Circa 8 italiani su 10 non hanno delle coperture adeguate nei confronti di calamità catastrofali. Se parliamo di aziende i numeri sono ancora più allarmanti, solo il 7% delle piccole e medie imprese è assicurata verso questa tipologia di rischi, e solo il 10% degli agricoltori italiani ha una polizza assicurativa contro danni atmosferici, in Germania sono circa il 70% – commenta Gerardo di Francesco, Segretario Generale di IIA –  L’innovazione digitale può essere un valido strumento per facilitare l’accesso a prodotti assicurativi a garanzia di questi rischi e ottimizzare la sottoscrizione al fine di renderli sostenibili per il mercato. Ad esempio, diverse compagnie e startup stanno sviluppando soluzioni parametriche che possono tutelare meglio i cittadini e aziende dai rischi catastrofali. Nel 2022 gli investimenti in startup insurtech sono stati circa 120 milioni di euro, ma occorre alzare notevolmente la cifra ad almeno 500 milioni, per stimolare l’incremento di nuove soluzioni e la sperimentazione in innovazione di prodotto e processo.”

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