IL REPORT

Mobilità sostenibile: sarà l’IT a segnare la svolta

Rilasciata da Janus Henderson, gruppo britannico di gestione patrimoniale globale, la ricerca che immortala lo stato dell’arte del mondo dei trasporti e delinea le possibili soluzioni per un futuro più a misura di uomo e di pianeta. La chiave di volta saranno le soluzioni tecnologiche, dalle auto elettriche ai sistemi avanzati di assistenza alla guida, sino alle piattaforme di car-pooling e car-sharing

Pubblicato il 16 Apr 2021

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I trasporti generano quasi un quarto delle emissioni globali, con auto e camion che contribuiscono per il 75%. Lo dichiara l’Agenzia internazionale per l’energia (Lea), la quale puntualizza che, di conseguenza, circa il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi con livelli di inquinamento atmosferico superiori ai limiti imposti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Che fare allora? La chiave sta nella tecnologia.
Lo scenario tech oggi ci dimostra che le soluzioni di trasporto sostenibili sono ormai una realtà sempre più plausibile e vicina. Veicoli a emissioni zero, sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas), Transportation as a Service (TaaS), guida autonoma: le opportunità di investimento nel trasporto green sono numerose. Talmente numerose e articolate che, per diventare protagonisti, restano necessarie analisi approfondite e una profonda comprensione di franchising e soluzioni.

A tracciare il quadro della situazione è una ricerca diffusa da Janus Henderson, gruppo britannico di gestione patrimoniale globale, la quale mette al centro i gestori di portafogli tecnologici Alison Porter, Graeme Clark e Richard Clode, secondo cui l’innovazione IT sta già avendo un impatto positivo sulla crisi dei trasporti, evidenziando trend di investimento innovativi e interessanti. “Dobbiamo pensare alla sostenibilità dei trasporti nel senso più ampio del termine”, afferma l’analisi, “ dalla sostenibilità ambientale alla creazione di città sostenibili sino al sostegno della vita e della sua qualità”.

Le sfaccettature della sostenibilità

L’indagine mette al centro un fattore chiave: l’urbanizzazione. Circa il 64% di tutti i viaggi avviene nelle città e, pur occupando solo il 3% della massa terrestre globale, esse generano oltre il 70% delle emissioni globali di gas serra. Una parte significativa di queste emissioni è dovuta ad inefficienza, con il 30% – 40% del traffico urbano finalizzato alla semplice ricerca di un parcheggio, fatto responsabile di almeno il 40% del consumo di carburante. A questi fenomeni si affianca la costante crescita demografica, il cui sviluppo fa pensare che entro il 2050 il 70% delle persone (erano il 55% nel 2018) potrebbe essere concentrato esclusivamente nelle città. “Tutto ciò – afferma quindi la ricerca – rende ovviamente necessarie modalità di trasporto più efficienti e con emissioni ridotte”.

L’avanzamento dell’età anagrafica e gli incidenti stradali che ne derivano sono aspetti da tenere presente, se si considera che la popolazione è caratterizzata da una percentuale crescente di ultracinquantenni. I conducenti di età superiore ai 75 anni infatti, hanno quasi due volte e mezzo più probabilità di subire un sinistro. All’ estremo della forbice anagrafica, si registra invece una riduzione di titolari di patenti di guida. Per entrambi i cluster, le nuove soluzioni di trasporto sono fondamentali.

Più in generale, emerge che l’accesso a trasporti di qualità e convenienti è un fattore chiave per ridurre la povertà e la disuguaglianza. “Con oltre un milione di morti sulla strada in tutto il mondo all’anno – fa notare il report – è chiaro che sono necessarie nuove soluzioni più sicure, economiche ed efficienti”.

L’inefficienza? Si risolve con la tecnologia

La tecnologia è la scienza nata per risolvere i problemi. Ragionando in termini di mobilità sostenibile, per (paradossale) fortuna, la situazione di partenza è così inefficiente da evidenziare notevoli margini di miglioramento. Il modello attuale è rappresentato dalle auto di proprietà, beni costosi che per il 95% del tempo sono inutilizzati o sottoutilizzati, con una media di 1,7 passeggeri per veicolo. Quando guidati, poi, dipendono da motori a combustione interna (Ice) alimentati da combustibili fossili ad alto impatto ambientale.

Davanti a tutto questo, la tecnologia fornisce soluzioni sostenibili ad ampio raggio: veicoli a emissioni zero, sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas), trasporto come servizio (TaaS) e guida autonoma (guida autonoma).

Accelerare l’adozione dei veicoli elettrici

Il 2020 ha visto l’avanzata dei veicoli elettrici, in particolare in Europa, con una crescita del 137% superando in termini di volume il più grande mercato in carica, ovvero la Cina. Gli obiettivi verdi, sostenuti da generosi sussidi, sono stati ulteriormente rafforzati in Paesi come Cina, Francia e Germania dai pacchetti di stimolo fiscale Covid, emessi per promuovere le economie post-blocco. Ciò ha accelerato il percorso verso la parità di prezzo con le auto Ice.
Una maggior offerta di modelli di costo medio e una più diffusa rete di ricarica hanno accelerato l’adozione dei veicoli elettrici durante la crisi pandemica. Tuttavia, la penetrazione rimane bassa, meno del 5% in Cina e in Europa, con gli Stati Uniti in ritardo con meno del 3%. Secondo le previsioni di Ihs Markit, una significativa penetrazione globale di veicoli elettrici, pari al 25%, avrà luogo entro il 2023 e oltre il 50% entro il 2027.
E’ probabile che il presunto ingresso di Apple nel mercato accelererà questa tendenza, mentre aziende come Rivian, start-up di trasporti sostenibili, stanno aiutando Amazon ad implementare una flotta commerciale completamente elettrica.

I sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas) diventano sempre più sofisticati, cominciando ad approcciarsi al mercato di massa con l’obiettivo di soddisfare i relativi standard di sicurezza. La frenata di emergenza, il cambio di corsia automatizzato, il cruise control più avanzato ed il parcheggio automatizzato stanno diventando sempre più diffusi.
Le previsioni prevedono un’inflessione significativa nell’adozione di Adas nel prossimo decennio, con il Livello 1 che ha raggiunto il 40% di penetrazione nel 2020, il Livello 2 più avanzato, che sfiora solo il 7% ed il livello 3 (pre-autonomo) fermo allo 0%. Le previsioni tuttavia suggeriscono che l’adozione combinata salirà all’87% entro il 2030.

Dalla guida autonoma al ride-hailing: un futuro in via di definizione

Mentre le sfide pratiche della guida autonoma si sono chiarite, sono stati compiuti progressi reali con Waymo, sussidiaria di Alphabet, che commercializza taxi completamente senza conducente a Phoenix. Motional, la joint venture tra Hyundai e il fornitore di auto tecnologiche Aptiv, fornisce invece corse autonome per Lyft, rivale di Uber, a Las Vegas.
La tecnologia autonoma sembra essere una tendenza a lungo termine ed è probabile che sarà geofencing o riservata ad usi di flotta commerciale o delivery per il prossimo futuro. Questo nonostante i grandi sforzi di Tesla per portare la funzionalità di pilota automatico a un livello veramente autonomo.

La spinta alla tecnologia autonoma ha anche importanti implicazioni a lungo termine per il ride-hailing. Sarà un fattore chiave nel ridurre il costo, alla pari con il possesso di un’auto, e nello sbloccare un mercato Transport as a Service (TaaS) molto più ampio, se consideriamo ad esempio che il 46% di tutte le corse di veicoli negli Stati Uniti percorrono meno di tre miglia di distanza. Waymo, Motional/Lyft e Aurora/Uber stanno lavorando per raggiungere questo obiettivo.

Nel frattempo, il ride-hailing sta già influenzando il rapporto giovani-patenti di guida. Nonostante la grande notorietà, Uber ha affermato di detenere solo l’1% di penetrazione del mercato. Dalla quotazione del 2019 in poi, la Società si è infatti impegnata a diventare una piattaforma ad emissioni zero negli Stati Uniti, in Canada e in Europa entro il 2030, e già nel 2025 a Londra.

Investimenti in turismo sostenibile: una mossa da ponderare

Il settore tecnologico offre una miriade di opportunità per trarre vantaggio da queste importanti tendenze a lungo termine nell’ambito del trasporto sostenibile. “Piuttosto che tentare di identificare quale sarà la società di veicoli elettrici dominante – conclude la ricerca -, potrebbe essere più utile considerare i fornitori di tecnologie chiave, agnostici in merito alla leadership EV, come le aziende specializzate in elettrificazione e piattaforme Adas, ride-hailing, soluzioni per lo sviluppo di Adas più avanzati e, in definitiva, guida autonoma. Sebbene questi titoli abbiano generalmente beneficiato della tendenza verso il trasporto sostenibile, la convinzione di investire in ciascuna società richiede un’analisi e un dibattito approfondito, una profonda comprensione delle loro franchigie e un apprezzamento delle soluzioni che possono fornire per rispondere alle sfide globali”.

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