Il report

Investimenti sostenibili: per l’82% degli italiani il profitto viene dopo le questioni etiche

Secondo una ricerca di Saveonenergy, sono gli americani i più interessati ad allocare il proprio portafoglio su progetti in linea con le sfide ambientali. Seguono i giapponesi, il 76% dei quali rifiuterebbe qualunque proposta se andasse contro le proprie convinzioni. In Italia solo il 18% degli investitori mette al primo posto il profitto, ma per la maggior parte di loro global warming e climate change sono i fattori cui le imprese dovrebbero pensare di più nel 2021

Pubblicato il 25 Feb 2021

corporate social responsibility

Scegliere su quali investimenti orientare il proprio portafoglio è diventato una sfida sempre più complicata. Dal cambiamento climatico all’inquinamento da plastica, il mondo sta affrontando molte partite ambientali difficili: in questo quadro, gli investitori hanno un ruolo significativo da svolgere. Spetta a loro aiutare ad affrontare tali questioni, considerando e valutando l’impatto ambientale di qualsiasi opportunità di business prima di investire.

SaveonEnergy.com ha analizzato gli ultimi dati della società di gestione patrimoniale Schroders e dello strumento di analisi online Ahrefs per scoprire in quali Paesi gli investitori siano più interessati agli investimenti sostenibili.

Americani i più interessati, ma il 33% investirebbe anche contro le proprie convinzioni

SaveonEnergy ha scoperto che i più interessati su questo fronte, con una media di 483mila ricerche online all’anno sugli investimenti sostenibili, sono gli investitori americani. Nonostante questo, solo il 67% degli investitori americani non investirebbe contro le proprie convinzioni personali, il che significa che il 33% lo farebbe se ciò portasse a un maggiore ritorno sull’investimento.
Al secondo posto c’è il Giappone, dove si registra una media di 159mila ricerche online annuali per investimenti sostenibili, l’equivalente di 436 ricerche ogni giorno. Rispetto agli investitori americani, gli investitori giapponesi sembrano avere una maggiore “bussola morale”, poiché il 76% ammette che rifiuterebbe una proposta di investimento se andasse contro le proprie convinzioni personali.

Altri Paesi in cui si registrano più di 20mila ricerche online all’anno per investimenti sostenibili sono Regno Unito (111.120), Russia (65.640), Australia (28.560), India (23.760) e Canada (23.640) – rispettivamente terzo, quarto, quinto, sesto e settimo.
L’Italia è al tredicesimo posto con una media di 9.240 ricerche online ogni anno per investimenti sostenibili. È interessante notare che l’82% degli investitori italiani rifiuterebbe una potenziale opportunità di investimento, se non rispettasse il proprio codice morale.

Dall’altro lato, al 31° posto, il Portogallo sembra essere il Paese meno interessato a fare investimenti sostenibili, con solo 600 ricerche online all’anno per investimenti sostenibili. Nonostante una somma così bassa, gli investitori portoghesi sono fedeli ai loro valori poiché l’82% non investirebbe in una proposta commerciale se andasse contro le proprie convinzioni personali.

Meno di 2mila ricerche online all’anno per investimenti sostenibili sono state registrate in Corea del Sud (1.680), Thailandia (1.680) e Cile (1.080) – rispettivamente al 28°, 29° e 30° posto.

Global warming e climate change in cima ai pensieri degli investitori italiani

Inoltre, SaveonEnergy.com ha intervistato 734 investitori sostenibili dall’Italia per scoprire le questioni ambientali cui pensano che le imprese debbano prestare maggiore attenzione nel 2021. Il responso ha rivelato che il global warming e il climate change siano le questioni ambientali su cui gli investitori pensano che le imprese dovrebbero concentrarsi maggiormente nel 2021.
Al secondo posto c’è l’inquinamento da plastica: il 61% degli investitori lo considera una questione ambientale critica da considerare nelle proprie decisioni. L’inquinamento atmosferico è al terzo posto, fondamentale per il 57% degli investitori. Complessivamente, il 72% degli investitori sostenibili ritiene che le imprese possano fare “molto di più” nel nuovo anno per aiutare combattere vari problemi ambientali.

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