Innovazione

Direct Air Carbon Capture: la tecnologia di “estrazione diretta” della CO2 verso il boom

Lo prevede la società di ricerca indipendente sulla sostenibilità Verdantix, che prefigura un importante incremento negli investimenti in queste nuove soluzioni e l’avvio di una nuova era nelle strategie di gestione del carbonio. E chiarisce come e in quali casi il ricorso al DACC conviene davvero

Pubblicato il 19 Mag 2022

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Gli investimenti nelle soluzioni tecnologiche Direct Air Carbon Capture (DACC) sono destinati a un’ulteriore importante crescita, dopo che il valore dei crediti di carbonio volontari scambiati nel 2021 ha superato per la prima volta il miliardo di dollari.

Lo afferma la società di ricerca indipendente sulla sostenibilità Verdantix, secondo cui  la crescente attenzione allo zero netto da parte delle imprese, oltre all’aumento dei prezzi dei crediti di carbonio regolamentati e volontari, è il segno che le strategie di gestione del carbonio stanno entrando in una nuova era. In arrivo c’è infatti un’ondata di tecnologie innovative, mentre molti nuovi fornitori di servizi arriveranno sul mercato con proposte per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C entro il 2050.

La nuova frontiera: il DACC

Il DACC è una tecnologia che cattura l’anidride carbonica direttamente dall’aria con un sistema meccanico ingegnerizzato. In pratica, l’estrazione avviene tramite membrane preparate chimicamente per essere in grado di separare il diossido di carbonio dal resto dell’aria. Una volta raccolta, l’anidride carbonica può alternativamente o essere depositata e stoccata in appositi giacimenti, come nel caso del sequestro, oppure pressurizzata sotto forma di fluido e impiegata nei bio carburanti.

Fra le più note sperimentazioni in questo campo, notevole eco ha avuto Orca, il nome dell’impianto messo a punto in Islanda dalla svizzera Climeworks, che si propone di rimuovere circa 4.000 tonnellate di anidride carbonica ogni anno con una struttura ecosostenibile, alimentata da una fonte rinnovabile proveniente da un impianto geotermico nelle immediate vicinanze come descritto nel servizio in Islanda Climeworks apre il più grande impianto al mondo di CCS

“Frontier Fund” di Stripe a sostegno del DACC

In questo scenario, si inserisce il progetto  “Frontier Fund” sostenuto da Stripe, infrastruttura per i pagamenti online, e promosso in collaborazione con Alphabet, Meta, Shopify e McKinsey. L’iniziativa nasce allo scopo di stimolare il mercato della carbon capture, prevedendo di acquistare 925 milioni di dollari di rimozione permanente del carbonio, da qui al 2030, dalle società che stanno sviluppando questa tecnologia. Obiettivo finale è quello di estendere l’implementazione della tecnologia DACC ancora emergente di rimozione della CO2, arrivando a renderla più conveniente anche per le  aziende che acquisteranno carbonio catturato come un modo per compensare parte dell’inquinamento che producono.

Il problema della ridotta disponibilità

“Il DACC è in una fase di maturità relativamente precoce, ma rappresenta un’interessante opportunità di decarbonizzazione per le aziende incentrate sul clima – afferma Connor Taylor, analista di Verdantix -. Stiamo già assistendo a un aumento degli investimenti nel settore, con Climeworks che ha raccolto $ 650 milioni, una somma senza precedenti per il mercato, Carbon Engineering che ha recentemente raccolto oltre $ 100 milioni e Verdox che ha raccolto $ 80 milioni all’inizio di quest’anno”.

“La richiesta di compensazioni di ‘neutralizzazione’ è alta – prosegue -. A differenza dei crediti basati sulla natura, rimuovono il carbonio su base quasi permanente. Tuttavia, attualmente la disponibilità è ridotta: solo Climeworks ha commercializzato crediti DACC su larga scala e le quantità di carbonio neutralizzate sono in calo rispetto agli obiettivi aziendali e governativi”.

“L’appello per i crediti DACC – fa notare Taylor – proviene attualmente da marchi attenti al clima e rivolti ai consumatori. Per i grandi emettitori, sono semplicemente troppo costosi e le quantità sono attualmente troppo piccole. Per le aziende con un’impronta diretta relativamente piccola, investire in crediti di neutralizzazione è una strategia praticabile per deviare le accuse di greenwashing e compensare emissioni altrimenti non riducibili, come quelle dei viaggi aerei”.

“Forse la più grande mossa recente in questo spazio è il finanziamento di 3,5 miliardi di dollari promesso dal progetto di legge sulle infrastrutture del presidente Biden, per la costruzione di quattro impianti di cattura del carbonio nell’aria diretta negli Stati Uniti. Inoltre, un recente rapporto dell’IPCC ha posto notevole enfasi sulla cattura del carbonio come tecnologia chiave per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e ciò potrebbe anche avere un impatto significativo sullo sviluppo del settore” conclude l’analista.

Le strategie vincenti

Verdantix afferma che il DACC è adatto alle aziende che cercano di:

Neutralizzare un piccolo volume di emissioni residue

Secondo l’iniziativa Science Based Targets (SBTi), le aziende devono sostenere gli sforzi di abbattimento delle emissioni con un programma di neutralizzazione. I servizi di rimozione del carbonio sono un’opzione adatta per le aziende che cercano di rimuovere l’impatto delle emissioni che non possono essere altrimenti eliminate.

Il caso: Swiss Re, una compagnia di assicurazioni con sede in Svizzera, sta seguendo un approccio “fai del nostro meglio, rimuovi il resto” per raggiungere lo zero netto nelle proprie operazioni entro il 2030. Nel settembre 2021, ha firmato un contratto di acquisto di 10 anni con Climeworks per dimostrare ai suoi clienti e azionisti la sua volontà di concretizzare i suoi obiettivi zero netto.

Dimostrare impegno per una strategia netta positiva

Secondo i modelli del progetto IPCC delle Nazioni Unite, il raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2050 richiederà sia riduzioni radicali delle emissioni sia la rimozione permanente di gigatonnellate di carbonio storico e residuo dall’atmosfera. Le aziende che cercano di portare gradualmente le loro strategie di emissioni da carbon neutral a zero net o addirittura net negative dovrebbero prendere in considerazione i servizi di rimozione del carbonio di Climeworks.

Il caso: nel novembre 2021, il rivenditore di generi alimentari online Ocado Retail, una joint venture tra Ocado Group e Marks & Spencer, ha acquistato la rimozione di 1.000 tCO2 da Climeworks come parte della sua più ampia strategia di sostenibilità: l’importo è equivalente a quello che la sede dell’azienda emetterà nei prossimi sette anni.

Adempiere a un impegno climatico di alto profilo senza rischi reputazionali

I crediti di compensazione del carbonio possono esporre gli acquirenti a determinate minacce reputazionali poiché presentano punti interrogativi attorno alle loro linee di base, addizionalità, longevità e impatto sulle comunità locali. Invece, una rimozione del carbonio di alta qualità è un’opzione a rischio reputazionale zero: è perfetto per le aziende attente al marchio, nonché un abilitatore per iniziative climatiche di alto profilo, come Stripe Climate, lanciato dalla società di servizi finanziari online Stripe nell’ottobre 2020. L’impegno consente alle aziende di indirizzare una frazione delle proprie entrate verso tecnologie di rimozione del carbonio. Ad oggi hanno contribuito oltre 15.000 clienti di Stripe.

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