Governance

Società Benefit e B-Corp: cosa sono e quali vantaggi possono portare alle organizzazioni?

Sempre più spesso si sente parlare di “Società Benefit” e “B-Corp” e dell’impatto positivo che il nuovo paradigma di business improntato alla sostenibilità sociale ed ambientale sta avendo e avrà in misura crescente nei prossimi anni. Sebbene i due termini siano utilizzati di sovente come sinonimi, si tratta di due fenomeni distinti, ancorché affini e strettamente connessi.

Pubblicato il 03 Mar 2021

Elisa Costantino

Privacy Consultant presso P4I - Partners4Innovation

Andrea Reghelin

Andrea Reghelin, Associate Partner di P4I-Partners4Innovation

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Le Società Benefit o Benefit Corporation

Le Società Benefit, o Benefit Corporation, sono organizzazioni a scopo di lucro che intendono apportare con le proprie attività anche un impatto sociale ed ambientale positivo: sebbene si tratti di organizzazioni for profit, esse perseguono al contempo obbiettivi di sostenibilità.

Andrea Reghelin, Associate Partner di P4I-Partners4Innovation

Istituite in Italia per mezzo della legge 208/2015, le Società Benefit assumono specificamente l’obbligo di operare in modo responsabile e trasparente nel raggiungimento di una finalità di beneficio comune – inteso come effetto positivo o riduzione di esternalità avverse su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse. Tale obbiettivo deve essere documentato nell’oggetto sociale: ciò al fine di evitare che l’impegno assunto sia trascurato al sopraggiungere di diverse priorità o di cambiamenti nel management, e di permettere ai vertici aziendali di prendere decisioni strategiche volte a massimizzare non solo il valore dell’organizzazione per soci e azionisti ma anche ad ottimizzare il raggiungimento della propria mission sociale, raggiungendo un bilanciamento tra i due interessi e tra le risorse destinate a ciascuno.

Non è necessaria alcuna certificazione per costituire una Società Benefit o far assumere tale forma giuridica ad una pre-esistente realtà for profit: è sufficiente l’integrazione dello statuto, in modo tale da includervi un esplicito riferimento al beneficio comune che si intende perseguire.

Trasparenza e responsabilizzazione delle Società Benefit

È prevista in capo alle società for benefit l’individuazione al proprio interno di un soggetto – anche coincidente con l’organo amministrativo o con uno dei suoi componenti – cui sono affidati compiti e responsabilità per il perseguimento dello scopo sociale dell’organizzazione. L’inosservanza di tale compito da parte del responsabile può costituire inadempimento dei doveri imposti agli amministratori, nonché dar luogo a pubblicità o pratica commerciale ingannevole e comportare la violazione delle disposizioni del codice del consumo (alterando e distorcendo la percezione esterna dell’organizzazione, presentata come “virtuosa” in assenza dei requisiti necessari, può falsare i processi decisionali dei consumatori): le Società Benefit sono pertanto soggette ai poteri di vigilanza dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

A cadenza annuale deve inoltre essere redatto a cura degli amministratori – e pubblicato sul sito web dell’organizzazione, ove presente – un report che documenti le azioni intraprese per raggiungere la finalità di beneficio comune in ottica attuale e programmatica, che includa altresì eventuali circostanze che abbiano impedito o rallentato il percorso verso la sua soddisfazione. Tale relazione dovrà includere anche una valutazione dell’impatto generato, articolata per singole aree di interesse, in conformità al proprio dovere di trasparenza. Le modalità e il livello di dettaglio della rendicontazione del proprio operato sono definite dalle singole Società, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla legge, anche attraverso strumenti innovativi di disclosure non finanziaria integrata: è tuttavia necessario basarsi su standard di valutazione esterni per effettuare la valutazione dell’impatto della società, ciò al fine di assicurare la terzietà dei parametri utilizzati. Quelli di utilizzo più comune sono il BIA, B Impact Assessment elaborato da B-Lab (il cui ruolo è approfondito di seguito), lo standard GRI (Global Reporting Initiative) e il Framework del Reporting Integrato <IR> dell’IIRC (International Integrated Reporting Council).
L’organo di controllo interno cui è affidato il compito di verificare la correttezza della rendicontazione è il collegio sindacale, se presente, oppure, in sua mancanza, lo stesso organo amministrativo con il supporto del responsabile individuato (incarico quest’ultimo che potrebbe essere ricoperto da due diversi soggetti, dei quali uno con poteri esecutivi e l’altro di verifica, onde evitare la sovrapposizione dei ruoli di attuazione e controllo).

Le B-Corp

Elisa Costantino, Privacy Consultant presso P4I – Partners4Innovation

Con B-Corp si intende invece una certificazione di eccellenza ad adesione volontaria rilasciata da B-Lab, ente non-profit che opera nel rispetto dei principi di indipendenza e trasparenza: per ottenerla, le organizzazioni devono dimostrare di soddisfare elevate performance di sostenibilità ambientale e sociale, trasparenza e accountability documentando a livello statutario il proprio impegno nei confronti degli stakeholder (dipendenti, fornitori, clienti ed azionisti, ma anche comunità e ambiente).

Non è indispensabile per una Società Benefit certificarsi B-Corp; al contrario, qualora si ottenga la certificazione B-Corp, per poterla mantenere è necessario in Italia adottare la forma giuridica di Società Benefit.

L’ottenimento di una certificazione B-Corp è attuato tramite una prima fase di self-assessment gratuita (B-Impact Assessment) cui segue, in caso di esito di almeno 80 punti su 200 e di richiesta da parte della società, un processo di verifica e validazione da parte di B-Lab.

Le domande presentate in sede di autovalutazione – ponderate in relazione al settore e alle dimensioni dell’organizzazione – sono suddivise in cinque diverse aree di impatto: Governance, Lavoratori, Comunità, Ambiente e Clienti. Qualora il risultato sia positivo, e sia richiesta e ottenuta da B-Lab la conferma dell’esito del self-assessment (il cui costo è variabile, in relazione al fatturato della società), lo score ottenuto è reso pubblico, così come i risultati di ciascuna specifica area. È inoltre possibile creare una roadmap di miglioramento, definendo all’interno delle aree più significative per la specifica realtà aziendale delle pratiche che consentiranno in futuro di conseguire un miglior risultato. Per il mantenimento della certificazione, sarà necessario ripetere il processo a cadenza triennale; gli obblighi di rendicontazione nei confronti dei propri stakeholder dovranno invece essere assolti annualmente tramite la pubblicazione di un Impact Report (BIA, Benefit Impact Report, come elaborato da B-Lab).

Quali sono i vantaggi per le organizzazioni che scelgono di diventare Società Benefit o di certificarsi B-Corp?

Al contrario di quanto comunemente si ritiene, costituirsi in forma di Società Benefit, trasformarsi in tale tipo di società o ottenere una certificazione B-Corp non ha attualmente alcun impatto sull’organizzazione in termini di benefici fiscali, sgravi contributivi o agevolazioni finanziarie.

Fa eccezione quanto previsto dal cd. Decreto Milleproroghe (d.l. 183/2020), che estende fino al 30 giugno 2021 la possibilità di usufruire del credito di imposta per i costi di costituzione o trasformazione in società benefit pari al 50 per cento dei costi di costituzione o trasformazione (DDL S. 2101, che introduce il comma 1-bis all’articolo 12 del d.l. 31 dicembre 2020, n. 183. Tale articolo modifica l’art. 38-ter del d.l. 19 maggio 2020, n. 34).

I benefici principali sono pertanto, in entrambi i casi, prevalentemente di tipo reputazionale: assumere volontariamente un impegno sociale ed ambientale, sia esso certificato o documentato in modo trasparente dall’organizzazione su base annua, è un’iniziativa che veicola l’interesse dei consumatori e dei partner commerciali o finanziatori. I primi, sempre più consapevoli dei limiti del modello tradizionale di business in ottica di sostenibilità – soprattutto ambientale – si troveranno a scegliere tra prodotti o servizi di qualità analoga, alcuni dei quali caratterizzati da un plusvalore sociale; le altre imprese, gli investitori, e i talenti, invece, potranno scommettere su un trend d’avanguardia, impegnato in scelte responsabili e nella valorizzazione delle proprie risorse. Inoltre, è stata riconosciuta attraverso una recente modifica del Codice dei contratti pubblici una possibile premialità nei bandi pubblici alle Società Benefit (d.l. 26 ottobre 2019, art. 49 c. 1-bis, che modifica gli artt. 83 e 95 del Codice dei contratti pubblici, d.l. 18 aprile 2016, n. 50.). Ai vantaggi per la singola organizzazione dovranno infine accompagnarsi i benefici che questi modelli evoluti di business portano al mercato e alla società: primi tra tutti la spinta ad una competizione positiva tra aziende, consapevoli del fatto che saranno valutate anche per il loro impegno nei confronti della collettività, e gli effetti che a lungo termine questi avranno su comunità e ambiente.

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