ANALISI

Veicoli elettrici, è l’automazione la carta vincente per le case automobilistiche

Tre le principali sfide che i costruttori si trovano ad affrontare: ottimizzare l’uso dello spazio e la capacità degli impianti, organizzarsi per i nuovi investimenti e rendere le linee di produzione flessibili per adattarsi alla domanda. Il punto di vista di Stanley Neilen, Industry Market Manager Automotive di Omron Europe

Aggiornato il 23 Apr 2024

omron

Sono tre le sfide che i produttori automobilistici dovranno affrontare per la transizione dai veicoli con motore a combustione a quelli elettrici, e tutte possono essere affrontate in modo più efficace utilizzando l’innovazione tecnologica. A sostenerlo è Stanley Neilen, industry market manager automotive di Omron Europe, società multinazionale specializzata nell’automazione.

L’ottimizzazione degli spazi di produzione

Una delle principali novità introdotte dalla produzione di veicoli elettrici è la necessità di nuove piattaforme, sfida che si collega alla necessità di ottimizzare gli spazi e la capacità degli impianti di produzione: “Per la fabbricazione di veicoli ibridi plug-in è possibile aggiungere stazioni alle linee di produzione – spiega Neilen – in quanto condividono alcune caratteristiche comuni con le linee di motori a combustione interna”. Ma questa possibilità non è praticabile per chi produce veicoli elettrici a batteria, a causa della struttura completamente diversa dei veicoli.

Così per queste aziende emerge la necessità di realizzare impianti dedicati basati sui volumi di produzione previsti o di installare nuove linee specializzate all’interno di impianti esistenti. “La buona notizia – sottolinea Neilen – è che l’automazione offre una soluzione per ottimizzare l’utilizzo dello spazio, consentendo alle case automobilistiche di massimizzare l’efficienza senza la necessità di nuove strutture. Le soluzioni di automazione possono migliorare notevolmente l’utilizzo dello spazio a terra, consentendo lo stoccaggio delle parti in punti altrimenti difficilmente raggiungibili dagli esseri umani”.

La necessità di investimenti consistenti

Oltre a questo, dover mettere a punto nuove piattaforme comporta la necessità di investimenti di capitale consistenti. “Sebbene sia possibile esternalizzare i componenti della batteria, la maggior parte delle principali case automobilistiche preferisce la produzione interna di elementi essenziali, per motivi di scalabilità e controllo della qualità – argomenta Neilen – Poiché è ormai assodato che i veicoli elettrici sono destinati a rimanere, i principali costruttori di EV tenderanno ad affidarsi meno ai fornitori esterni per le parti del veicolo cruciali”.

Come attrezzarsi per soddisfare la domanda

Le case automobilistiche si trovano poi di fronte alla necessità di soddisfare al meglio la domanda, con ritmi di produzione che riescano ad adattarsi in tempo reale alle necessità del mercato. “Le soluzioni di automazione e produzione flessibile possono aiutare a liberare gli operatori da attività senza valore aggiunto, in modo che possano concentrarsi sulla riqualificazione professionale – sostiene Neilen – Ad esempio, i robot mobili autonomi (Amr) possono dedicarsi a recuperare le parti dagli scaffali, permettendo ai dipendenti di non dover più perdere tempo a percorrere lunghe distanze per recuperare tali parti manualmente”.

Inoltre, in assenza di dati storici a cui affidarsi, le linee di produzione dovranno essere molto scalabili e flessibili, per ridurre al minimo i costi e i tempi di inattività e affrontare un mercato in rapida evoluzione. “Questa adattabilità – spiega l’esperto – consente alle aziende di rimanere competitive, grazie ad esempio ai robot collaborativi possono essere facilmente adattati a numerose attività, contribuendo a ridurre al minimo il cambio di attrezzature”.

Articolo originariamente pubblicato il 23 Apr 2024

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