Point of View

PMI e sostenibilità, come scegliere le diverse fonti di finanziamento

Gli strumenti finanziari e i framework normativi per affrontare la transizione green non mancano. Ma per semplificare le procedure di valutazione del merito creditizio ed accelerare l’accesso al credito serve un dialogo continuo fra l’impresa e la Banca. Il punto di vista di Fabio Bianchini, Head of b-ilty.

Aggiornato il 13 Feb 2024

Immagine di garagestock da Shutterstock

In un contesto in cui la sostenibilità sta assumendo una dimensione sempre più rilevante, le PMI hanno la possibilità di sfruttare nuove e dedicate fonti di finanziamento per sviluppare il proprio business creando valore aggiunto per sé e per la collettività, con un occhio attento alla sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Perché questo sia possibile, è fondamentale che l’imprenditore adotti una visione proattiva e olistica, ragionando su come le sfide emergenti possano trasformare o migliorare il modello di business aziendale. È cruciale inoltre conoscere la propria effettiva posizione finanziaria (il che spesso viene dato per scontato, pur non essendolo affatto), studiare approfonditamente il framework normativo di riferimento e familiarizzare con gli strumenti che gli istituti di credito stanno mettendo a disposizione del mercato. Questo processo può rivelarsi complesso, soprattutto per le imprese di dimensioni più piccole che non sempre dispongono delle risorse o delle competenze sufficienti per dedicarsi a queste analisi. In questi contesti diventa chiave il ruolo della Banca, come partner finanziario in grado di affiancare e sostenere l’imprenditore nelle sue scelte e valutazioni.

Cosa significa davvero valutare il merito creditizio di un’impresa

Nella valutazione della richiesta di finanziamento di un’impresa, una banca deve considerare vari fattori, che vanno oltre il solo bilancio di un’azienda.

Cominciamo col dire che il merito creditizio, al contrario di quanto si tenda a pensare, non dipende soltanto dalle caratteristiche finanziarie dell’azienda. Ovviamente i fondamentali economici hanno il loro peso nella valutazione dell’affidabilità di un soggetto che richiede un prestito, ma al cosiddetto credit score si affianca sicuramente anche l’analisi dalle finalità del finanziamento, oltre che dal tipo di strumento finanziario a cui sceglie di indirizzarsi un’organizzazione. La banca ha il compito di assicurare che la natura del finanziamento sia in linea con le reali esigenze dell’impresa, suggerendo, se necessario, soluzioni che ottimizzino il ritorno economico e la sostenibilità per l’azienda.

In generale, gli indicatori che determinano il merito creditizio di una PMI incorporano una serie di coefficienti che misurano il rischio di insolvenza dell’azienda in funzione della specifica richiesta che inoltra: è sostanzialmente su queste basi che le banche, in primo luogo, stabiliscono se è possibile avviare l’operazione in ottemperanza ai parametri dettati dalle strutture interne di risk management e, in seconda istanza, calcolano le condizioni economiche applicabili al finanziamento.

In caso di investimenti sulla sostenibilità, l’analisi ha ulteriori livelli di valutazione. “Certo, le cose si sono fatte un po’ più complesse negli ultimi tempi, e le PMI sono le prime a pagare questo scotto. Vent’anni fa bastava avere una buona idea di business e sottoporla al direttore di filiale della propria città. Oggi questo mondo non esiste più: le deleghe discrezionali sono limitate e, soprattutto quando si entra in progetti connessi alla sfera della sostenibilità, che spesso prevedono incentivi economici, è imprescindibile preparare un business plan accurato prima di rivolgersi a qualsiasi finanziatore”. A parlare è Fabio Bianchini, Head of b-ilty, la divisione di Illimity Bank specializzata in soluzioni innovative dedicate a piccole e medie imprese.

“Circoscrivendo la questione all’ambito ESG, banche e imprese devono essere infatti in grado di estendere la propria analisi oltre il mero merito creditizio, fattorizzando eventuali sviluppi nella normativa e quantificando nel business plan anche le possibili variabili in termini di abitudini e atteggiamento di consumo dei clienti finali. Si tratta di un’operazione tutt’altro che semplice. Se poi ci si rapporta con business che hanno dimensioni limitate, e che quindi non dispongono nemmeno della forza economica per istituire un dipartimento ad hoc per lo studio delle tematiche ESG e dei loro modelli evolutivi, la sfida si fa ancora più ardua”, nota Bianchini.

Gli strumenti finanziari al servizio delle strategie ESG

Ecco perché tocca alle banche affiancare l’imprenditore in queste sfide, ampliando la sfera dell’analisi del merito creditizio e offrendo strumenti che aiutino le organizzazioni meno strutturate ad affrontare il processo di transizione green anche attraverso progettualità ritagliate su misura. “Tenendo fede alle Linee Guida in tema di concessione e monitoraggio del credito (Guidelines on Loan Origination and Monitoring, ndr) dell’European Banking Authority, cerchiamo di sviluppare una struttura semplificata nell’approccio alla creazione di percorsi in grado di sostenere gli investimenti delle imprese nelle tecnologie digital e green”, afferma Bianchini, riferendosi a prodotti come b-innovative e b-green, che compongono l’offerta di Illimity dedicata ai finanziamenti per la digitalizzazione e le transizione energetica.

A questo è possibile aggiungere un lavoro continuo di sviluppo di un network di imprese, associazioni, enti territoriali con competenze e professionalità su cui i clienti possono fare leva per avviare e governare processi di ampio respiro come singole iniziative. “Pensiamo a un’operazione relativamente semplice, come l’installazione di un impianto fotovoltaico sui tetti dei capannoni di un’impresa. Se per esempio, confrontandoci con un cliente, riusciamo a evidenziare vantaggi evidenti e misurabili derivanti da un finanziamento indirizzato alla realizzazione di un’opera del genere (come miglioramento del profilo di sostenibilità e maggiore competitività nelle gare che richiedono forniture con componenti energetiche autoprodotte), siamo in grado di mettere in campo una vera e propria rete di provider tecnologici e mediatori che facilitano l’avvio e la gestione del progetto”. Bianchini precisa che da parte di Illimity non c’è alcuna preclusione rispetto alla provenienza del fornitore: “Se una società si presenta con un partner che noi non conosciamo, possiamo prenderlo in considerazione andando a verificare che il prezzo proposto per l’installazione sia congruo e che il fornitore rispetti i nostri standard”.

Il momento, del resto, è propizio: da gennaio le imprese possono chiedere i finanziamenti specifici per questo tipo di investimenti, ottenendo un contributo statale in conto impianti del 3,75%, pari a quello già previsto per gli investimenti digitali. È la cosiddetta Sabatini green, prevista dalla legge di Bilancio 2020, che agevola progetti di investimento che abbiano come fine ultimo l’abbattimento dell’impronta carbonica dei processi aziendali. Più nello specifico, il testo normativo sottolinea che la Sabatini green riguarda” l’acquisto – anche mediante operazioni di leasing finanziario – di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi”.

In questo quadro, l’impresa può chiedere un finanziamento agevolato, alle banche convenzionate, di durata massima pari a cinque anni, e per un importo compreso tra i 20mila euro e i 4 milioni di euro. È previsto anche un contributo statale in conto impianti, che convenzionalmente copre il costo degli interessi del prestito. La Sabatini green si rivolge esclusivamente alle piccole e medie imprese.

Filosofia data-driven e contatto umano: l’approccio di b-ilty

Gli strumenti, dunque, non mancano. Ma rimane fondamentale, nelle pratiche di accesso al credito delle PMI, il fattore tempo: le procedure di valutazione del merito creditizio devono essere snelle e rapide per consentire alle imprese di cogliere tempestivamente le opportunità di business. “Il nostro approccio al credito è differenziato in maniera matriciale per importi e per tipologia di finanziamento”, spiega Bianchini. “In linea generale, i nostri consulenti si affidano a un modello di Credit Engine, un sistema decisionale basato su un algoritmo proprietario, che prevede l’intervento umano in alcuni casi particolari, riducendo drasticamente le tempistiche di elaborazione delle pratiche. In presenza di una documentazione completa arriviamo a deliberare il finanziamento nel giro di pochi giorni. La tecnologia riveste quindi un ruolo chiave, ma non bisogna dimenticarsi l’importanza della componente umana. Cerchiamo di sfruttare al massimo la potenza del digitale integrando una filosofia data-driven con una rete di operatori che lavorano a stretto contatto con il cliente, il quale ha la possibilità di potersi interfacciare con noi direttamente o tramite mediatori e associazioni di categoria”.

In pratica b-ilty ha scelto un modello che in gergo è definito human empowered digital banking. “Da una serie di ricerche effettuate dal Politecnico di Milano emerge che l’imprenditore italiano tende a preferire servizi bancari basati sul contatto diretto e sulla presenza fisica, oltre che sulle tecnologie digitali. Questo vale anche e soprattutto quando si tratta di ricorrere a quella finanza ancillare utile a potenziare la capacità produttiva, in cui un interlocutore umano può risultare essenziale per dirimere eventuali dubbi o per identificare la soluzione migliore più corrispondente alle proprie esigenze. D’altra parte”, chiosa Bianchini, “siamo convinti che fare finanza non voglia dire limitarsi a studiare i dossier e risolverli a tavolino, da remoto. Ogni impresa e ogni business ha la sua specificità, il suo contesto, il suo luogo. A nostro avviso, è essenziale alzarsi dalla scrivania e andare sul territorio a toccare con mano le situazioni di cui intendiamo occuparci”.

Contenuto in partnership con illimity

Articolo originariamente pubblicato il 13 Feb 2024

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Domenico Aliperto

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