COP29

Green Skill Report 2024: alla ricerca delle competenze “giuste” per la transizione sostenibile



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Nell’orizzonte 2030 il 20% delle opportunità di lavoro nelle quali sono richieste competenze green è destinato a rimanere senza risposta, uno skill-shortage che sale al 50% se si guarda al 2050. Dai dati del Global Green Skills Report Linkedin preziose indicazioni per chi guarda alle prospettive del sustainability management

Pubblicato il 18 nov 2024

Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360.it, EnergyUP.Tech e Agrifood.Tech



LINKEDIN GREEN REPORT
Fonte: Green Skills Report 2024 LinkedIn

Non ci può essere una reale trasformazione sostenibile se non si arricchiscono imprese, organizzazioni e Pubbliche Amministrazioni di competenze green. L’importanza strategica degli investimenti che vengono in questi giorni sollecitati in occasione di COP29 allo scopo di consentire una trasformazione energetica, industriale e comportamentale in grado ridurre l’impatto dell’azione umana sul clima non potranno generare i risultati sperati se non saranno gestiti da una reale diffusione di Green Skill a tutti i livelli.

In questo senso una indicazione importante arriva dal Green Skills Report 2024 (leggi anche il nostro il servizio relativo all’edizione 2023 n.d.r.) da dove emerge la necessità molto chiara ed evidente di una forza lavoro con competenze green. In assenza di persone con professionalità adeguate le tante e diverse trasformazioni che devono dare vita a condizioni per lo sviluppo sostenibile non si potranno realizzare. Una prospettiva peraltro molto importante per altri versi anche per chi sta riflettendo sul proprio futuro professionale, se si pensa che il 20% delle opportunità di lavoro nelle quali sono richieste competenze green entro il 2030 è destinato a rimanere senza risposta proprio per la mancanza sul mercato di figure in grado di esprimere quelle specifiche capacità. Non va purtroppo meglio se si allunga l’orizzonte al 2050 quando si prevede che addirittura il 50% delle ricerche non riuscirà a trovare un candidato adeguato. Una grande occasione professionale dunque, per chi riflette sul proprio percorso di studi ad esempio, ma anche un rischio per tutte le organizzazioni impegnate nel raggiungimento di obiettivi climatici.

I dati che arrivano dalla ricerca LinkedIN sono il frutto, dal punto di vista della metodologia, dell’analisi dei dati relativi a queste tematiche (elaboratori in forma anonima) di un miliardo di membri della piattaforma in tutto il mondo. In particolare la ricerca fa riferimento a dati provenienti da 43 Paesi in un arco temporale che si sviluppa da gennaio 2021 a luglio 2024.

Una crescita di Green skill del 5,9% a livello mondiale

Nell’arco di questo periodo si è registrata una progressione importante, nell’ordine del 5,9% annuo nella richiesta di green skill a livello mondiale. L’Italia non ha purtroppo brillato dal punto di vista del trend e ha messo a segno una crescita sullo stesso periodo decisamente inferiore e pari allo 0,12%.

Se si restringe però l’orizzonte temporale al solo 2024 e si osservano solo le offerte di lavoro su LinkedIn si nota che la quota dell’8,27% fatta segnare dal nostro paese è superiore al 7,5% sulla quale si è assestata la ricerca a livello mondiale.

Se si guarda poi al lato dell’offerta la situazione appare ancora più preoccupante. Nel mondo le persone con un bagaglio professionale pronto per affrontare le sfide della sostenibilità sono cresciute del 5,6% tra il 2023 e il 2024, nello stesso tempo la ricerca da parte delle imprese ha accelerato con una velocità doppia ed è arrivata all’11,6%.

Un segnale decisamente positivo per studenti e professionisti che intendono prepararsi al sustainability management e un segnale positivo per quei sustainability manager che intendono guardare a prospettive di crescita sul mercato.

Aziende e organizzazioni alla ricerca di sustainability manager

Guardando poi ai job title correlati alle professionalità green emerge che in Italia c’è tanto lavoro da fare in tante aree. Il report LinkedIn segnala che solo il 17% dei professionisti è in possesso di competenze professionali adeguate per affrontare progetti o percorsi professionali nell’ambito della sostenibilità.

Il suggerimento che arriva dalla ricerca per studenti e professionisti attenti a queste prospettive è anche legato al ruolo della sostenibilità e dell’ESG nei diversi settori.

Nel settore primario i temi della sostenibilità stanno marcando in modo sempre più evidente gli operatori attivi nell’agricoltura (grazie al fenomeno dell’agricoltura sostenibile) e nell’allevamento con una quota del 34,10% delle ricerche, molto attivo anche il mondo dei servizi che arriva al 32,80%, a poca distanza si muove il settore del building con il 32,03% a sua volta sempre più orientato verso l’edilizia sostenibile che necessita di figure adeguate a più livelli.

Green procurement e consulenza ambientale tra le competenze più richieste

Tra i fenomeni che attraversano la ricerca e che permettono di meglio comprendere gli sviluppi legati alle ricerche si nota la crescita delle ricerche per i geologi con una domanda che arriva a un 123% di crescita, e per i consulenti ambientali, mentre guardando più specificatamente alle competenze le ricerche premiano i professionisti del green procurement con una crescita del 60,3% per coloro che dispongono di esperienze e skill nell’ambito degli approvvigionamenti sostenibili, ma non faranno fatica a trovare una occupazione, data la quantità di ricerche in corso, anche coloro che contano su specifici skill in ambito di finanza sostenibile, di audit ambientale, di gestione delle politiche ambientali.

Il Green Skills Report 2024 rappresenta anche l’occasione per fare il punto sull’approccio e sulla governance in termini preparazione delle condizioni per rispondere a questo fabbisogno di competenze. Il report LinkedIn suggerisce una serie di misure che possono contribuire ad accelerare la risposta delle Pubbliche amministrazioni e del mercato a questa situazione.

Uno dei fattori chiave è rappresentato dalla necessità di portare nella massima evidenza il fabbisogno di manodopera green all’interno delle strategie climatiche attraverso forme di collaborazione tra i governi e i centri per l’impiego, le Istituzioni educative e le imprese. È poi necessario che anche gli investimenti destinati alla forza lavoro siano correlati alle necessità che vengono espresse dalle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici. I risultati da ottenere a livello di riduzione delle emissioni di CO2 devono essere interpretati come uno dei componenti delle politiche climatiche per le quali occorre disporre di figure professionali adeguate, ad esempio per attuare modelli di economia circolare, per la servitization, per l’efficienza energetica per la diffusione di energie rinnovabili o per la rendicontazione di sostenibilità.

L’importanza di riconoscere il ruolo fondamentale dei green skill

Ultimo, ma non meno importante, l’importanza di riconoscere il ruolo chiave del mondo delle professioni per il raggiungimento di obiettivi climatici in particolare in occasione di COP29. Un riconoscimento che può accelerare e aumentare il livello di attenzione nella trasformazione dei percorsi formativi in modo che possano comprendere competenze green.

Il country manager di LinkedIn Italia Marcello Albergoni in una nota emessa dalla società sottolinea come il dati del Green Skills Report 2024 rappresentino anche un “campanello d’allarme, e un invito a non perdere tempo… in quanto… ogni singolo obiettivo climatico è a rischio se non si dispone di una forza lavoro preparata per realizzare il cambiamento di cui abbiamo urgentemente bisogno. I dati della ricerca mostrano che i decisori politici hanno il potere di plasmare la domanda e l’offerta di talenti green. Nel momento in cui i governi finalizzano il prossimo decennio di impegni per il clima, devono prevedere investimenti dedicati a creare la forza lavoro qualificata per far fronte alla crisi climatica”.

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