Green Finance

ESG: per l’EBA va considerato nella concessione dei prestiti bancari

Secondo le indicazioni dell’Autorità bancaria europea, sollecitata sul tema dal Consiglio Ue, le best practice in materia comprendono anche un’attenzione specifica ai fattori della sostenibilità: agli enti erogatori è infatti richiesta la definizione di criteri coerenti con le loro policy interne

Pubblicato il 18 Gen 2021

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Un report che raccoglie le linee guida sulla creazione e il monitoraggio dei prestiti bancari, con attenzione anche ai temi delle policy ESG. Lo ha realizzato l’Autorità bancaria europea (Eba), in risposta al piano d’azione del Consiglio dell’Unione europea davanti all’alta concentrazione di esposizioni deteriorate. In quel documento, il Consiglio europeo invitava proprio l’Eba ad emettere linee guida specifiche sull’origine, il controllo e la governance interna dei prestiti delle banche, affrontando in particolare “questioni quali la trasparenza e la valutazione dell’accessibilità economica del mutuatario”.

Il documento, qui accessibile, è dunque la risposta a quel sollecito: il suo obiettivo è quello di migliorare le pratiche delle istituzioni, nonché disposizioni, processi e meccanismi di governance sulla concessione del credito, offrendo standard solidi e prudenti per l’assunione, la gestione e il monitoraggio del rischio di credito. Non solo. Scopo delle linee guida è anche garantire il rispetto delle norme di tutela ed equo trattamento dei consumatori, con l’intento finale – spiega l’era – “di migliorare la stabilità finanziaria e la resilienza del sistema bancario dell’Ue”.

“Incorporare fattori ESG nella propensione ai rischi di credito”

Il Final report dell’EBA su “Guidelines on loan origination and monitoring” del Giugno 2020 che dedica una attenzione particolare ai temi del credito in relazione ai rischi legati a “Environmental, social and governance factors”.

Il documento, come detto, affronta anche la tematica delle politiche ESG, impartendo precise indicazioni sulla necessità di una loro corretta applicazione in materia di prestiti. Si specifica, ad esempio, che “gli enti dovrebbero incorporare i fattori ESG nella loro propensione al rischio di credito e nelle politiche di gestione del rischio, nonché nelle procedure del rischio di credito, adottando un approccio olistico”. Gli enti – si spiega – dovrebbero in particolare “tenere conto dei rischi associati ai fattori ESG nell’analisi finanziaria dei mutuatari, e in particolare il potenziale impatto di fattori ambientali e del cambiamento climatico nella loro propensione al rischio di credito, nelle politiche e nelle procedure. I rischi del cambiamento climatico nella performance finanziaria dei mutuatari può concretizzarsi principalmente come rischio fisico, inclusa la responsabilità in termini di azioni con effetti specifici. Inoltre, possono presentarsi altri rischi come i cambiamenti nel mercato e nelle preferenze dei consumatori, oltre a rischi legali che possono influenzare la performance delle attività sottostanti”.

Le istituzioni che originano o intendono creare linee di credito sostenibili dal punto di vista ambientale dovrebbero inoltre determinare – secondo le linee guida Eba – dettagli specifici delle loro politiche e procedure di prestito sostenibili, posizionandole nel contesto dei loro obiettivi generali di strategia e politica relative alla sostenibilità finanza. In particolare, gli enti “dovrebbero stabilire criteri qualitativi e, se pertinenti, quantitativi per supportare lo sviluppo e l’integrità della loro sostenibilità ambientale nelle attività di prestito e valutare in che misura questo sviluppo è in linea con i loro obiettivi generali in ambito ESG”.
Alla luce di tutto ciò, si conclude, “la decisione sul credito dovrebbe essere chiara e ben documentata e includere tutte le condizioni preliminari, comprese quelle per mitigare i rischi individuati nella valutazione del merito creditizio, come i rischi associati a fattori ESG”.

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