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ESG nel fashion e nel luxury: per tracciabilità e trasparenza la risposta viene dal digitale

Il modulo Stealth sustainability solution di Dedagroup supporta tracciabilità e trasparenza dei processi nelle industrie della moda e del lusso, favorendo il calcolo dell’indice di sostenibilità. Nel comparto questi temi si stanno imponendo come leve di governance e crescita, anche in risposta a un bisogno crescente del consumatore finale

Pubblicato il 21 Gen 2021

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Fashion e luxury alla ricerca di risposte per la “domanda di sostenibilità” che arriva dai clienti

Migliorare la comunicazione della sostenibilità nella moda e nel lusso, supportando tracciabilità e trasparenza dei processi. Tende a questo obiettivo Stealth sustainability solution, il nuovo strumento aziendale lanciato da Dedagroup Stealth, costola fashion-driven del gruppo Dedagroup, da trent’anni parte attiva a fianco delle imprese Fashion e Luxury grazie alla piattaforma gestionale Stealth.

Il modulo nasce per favorire il calcolo dell’indice di sostenibilità, attraverso la connessione con indici certificati e la mappatura della distinta-base del prodotto e di tutto il processo produttivo. A questo risultato si arriva relazionando i dati con le informazioni già esistenti nel sistema gestionale Stealth, attraverso la logica di una strategia incrementale. E il risultato dell’integrazione è tangibile anche in ottica operativa: grazie a questa funzionalità, infatti, l’azienda viene alleggerita del notevole carico di lavoro aggiuntivo che la definizione di un’affidabile tracciabilità e trasparenza comporta. Vengono inoltre ridotti tempi e minimizzate le possibilità di errore, mentre i dati di sostenibilità vengono convogliati in un percorso che ne garantisce tracciatura, certificazione e utilizzo in ambito audit.

Come tenere sotto controllo gli indici di sostenibilità del prodotto o del processo

L’elaborazione delle informazioni così raccolte consente di generare e diffondere una vera cultura della sostenibilità anche all’interno dei confini aziendali. I detentori dei dati, dai responsabili di prodotto a quelli di produzione, mantengono sotto controllo l’indice di sostenibilità del prodotto o del processo che stanno creando, sentendosi attivamente coinvolti nel cambiamento. La loro capacità gestionale, in altre parole, sarà fotografata in tempo reale dall’andamento del Kpi che loro possono monitorare, in linea con le indicazioni date dal top management.

Verso un futuro di consumi più consapevoli nel segno della sostenibilità

Ma perché è così importante che un’azienda del mondo Fashion si doti di strumenti che supportano la tracciabilità e la comunicazione trasparente dei processi? Qual è il valore aggiunto di una tale soluzione? Se oggi parlare di indice di sostenibilità di un’impresa non dice nulla al consumatore, resta comunque vero che in un’ottica di lungo periodo la questione assume altri contorni. La crescente importanza delle tematiche ESG è infatti sintomo di un’evoluzione che sta mirando a rendere sempre più esplicita l’attenzione alla sostenibilità riservata dalle aziende alla loro produzione. Piccoli passi che stanno puntando dritto al momento in cui, anche nella moda, la comunicazione di un indice conosciuto e condiviso renderà più semplice per il consumatore riconoscere l’acquisto sostenibile.

La crescente importanza delle leve ESG

“L’intero settore della moda è reduce da un momento senza precedenti, che pone i brand di fronte a uno scenario non prevedibile e indiscutibilmente complesso”, afferma il white paper La sostenibilità come leva di governance e crescita, dedicato da Dedagroup alla complessa materia.

“La sostenibilità, il suo ruolo e il livello di appeal che il tema ha generato nel consumatore più attento parevano essere obiettivi strategici imminenti fino a qualche mese fa, ma oggi a fronte di priorità impellenti potrebbero passare in secondo, forse terzo, piano. In realtà la conclusione non è così scontata. Nell’indiscutibile difficoltà generata dalla pandemia, questo pare essere anche un momento di rivalutazione dei valori più profondi e la transizione di un’industria potrebbe essere accelerata generando nuove opportunità. Inoltre, qualunque livello di priorità gli investimenti connessi alla sostenibilità possano avere oggi, l’ago della bilancia lo farà l’opinione del grande pubblico se classifica la sostenibilità come un elemento centrale”.

“Se come leggiamo in queste settimane le aziende moda ripensano a dove e in che modo produrre i propri prodotti – aggiunge il report – è possibile affermare che la sostenibilità sta acquisendo un ruolo chiave tanto da poter essere protagonista come leva di governance e crescita”.

ESG: non è solo questione di responsabilità sociale

Il processo è dunque cruciale. Il tema tocca nel profondo la responsabilità sociale dell’impresa, ma al contempo è la risposta all’esigenza del pubblico di vivere con coerenza la crescente sensibilità verso le tematiche ambientali. La moda, in questo senso, può giocare un ruolo decisivo.

“L’industria Fashion – afferma il report di Dedagroup – è per caratteristiche intrinseche una delle produzioni con un più alto impatto ambientale (consumo d’acqua, emissioni CO2), e quindi può diventare un apripista rilevante verso un futuro più sostenibile. Il Fashion Pact, sottoscritto a Biarritz nel 2019, rappresenta un primo passo concreto sulla strada della sostenibilità, ponendo “l’accento – spiega il white paper – su quelle che possono essere le conseguenze di un comportamento reiterato che non tiene in debita considerazione i danni di un’industria non sostenibile”. “Ma sostenibilità non è solo cura del territorio e dell’ambiente – prosegue il documento -: è anche migliorare le condizioni di lavoro partendo dalla fase produttiva iniziale delle materie prime e lungo l’intera supply chain”.
E allora, ecco che elementi come tracciabilità e trasparenza diventano abilitatori del cambiamento e la supply chain nient’altro che il luogo dove tutto questo può avvenire.

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