L'iniziativa

Decarbonizzazione dei cluster industriali, si estende il piano Wef

All’iniziativa del World Economic Forum “Transitioning Industrial Clusters towards Net Zero” si uniscono nuove nuovi distretti da Cina, Indonesia, Giappone, Spagna e Stati Uniti. Obiettivo: aiutare le attività produttive a ridurre le emissioni

Pubblicato il 23 Mar 2023

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L’annuncio è arrivato durante l’ultimo annual meeting del World Economic Forum, che si è svolto a gennaio a Davos, in Svizzera: all’iniziativa “Transitioning Industrial Clusters towards Net Zero” del Wef, lanciata nel 2021 e sostenuta da Accenture e dalla statunitense Epri (Electric Power Research Institute), si aggiungono nove nuovi distretti industriali di primo piano nelle regioni in cui hanno sede in Cina, Indonesia, Giappone, Spagna e Stati Uniti.

Il senso dell’iniziativa è di accelerare l’allineamento delle singole realtà regionali sugli obiettivi di zero emissione nette e sulle strategie per arrivarci, grazie a un approccio strutturato in materia di finanziamenti, politiche, tecnologie e partenariati, da combinare con le best practice individuate da ogni cluster.

Grazie all’ingresso dei nuovi cluster cresce in modo significativo il potenziale per la decarbonizzazione, con le emissioni di CO2 di tutti i membri dell’iniziativa che arriva a 451 milioni di tonnellate metriche emesse all’anno, paragonabili alle emissioni annuali della Turchia. I distretti che fanno parte del progetto danno inoltre lavoro a più di 2,7 milioni di persone, per un contributo annuale al prodotto interno lordo globale di 218 miliardi di dollari.

I nuovi membri si uniscono ad altri otto cluster firmatari dell’iniziativa: Brightlands Circular Space, H2Houston Hub, Ohio Clean Hydrogen Hub Alliance, Port of Antwerp-Bruges, Zero Carbon Humber, Hynet North West, Kwinana Industries Council e il Net-Zero Basque Industrial Supercluster.

L’obiettivo del programma

L’obiettivo del programma promosso dal World Economic Forum è di dare una spinta decisa alla decarbonizzazione dell’industria, aiutando i player – soprattutto nel campo dell’industria pesante – a ridurre le proprie emissioni. Il programma non si limita però a questo aspetto, ma punta a sostenere la creazione di posti di lavoro e ad aumentare la competitività economica dei distretti interessati.

L’idea è nata dalla constatazione che in media ai cluster industriali è dovuta una percentuale variabile tra il 15 e il 20% delle emissioni globali di anidride carbonica, e che quindi agendo su questo comparto sarebbe possibile dare una spinta decisa alla decarbonizzazione delle attività dell’uomo sulla Terra. Indirizzando inoltre il progetto non a single realtà ma ai distretti industriali – secondo i promotori dell’iniziativa – è possibile uniformare l’approccio alla decarbonizzazione e fare in modo che i cluster condividano rischi, infrastrutture e risorse naturali.

I nuovi ingressi

Ecco di seguito i nove cluster che sono entrati nel programma all’inizio del 2023:

Andalusian Green Hydrogen Valley, che ha attività in corso a Palos de la Frontera (Huelva) e San Roque (Cadice), in Spagna, ha l’obiettivo di realizzare il più grande progetto di idrogeno verde in Andalusia. E’ caratterizzata da una rete elettrica, dalla produzione da energie rinnovabili a basso costo a disposizione dell’industria, e da un buon network di collegamenti stradali, ferroviari, aerei e marittimi.

Il Cluster industriale delle Isole Canarie, ancora in Spagna, punta a proporsi come un hub per l’aviazione sostenibile e il trasporto marittimo pulito, sfruttando la notevole produzione di energia solare ed eolica delle isole.

Greater St Louis and Illinois Regional Clean Hydrogen Hub Industrial Cluster: situato negli Stati Uniti, riunisce un gruppo eterogeneo di industrie, imprese, comunità e istituzioni accademiche, che lavorano fianco a fianco per decarbonizzare il settore industriale regionale e promuovere la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno per la produzione di energia.

Indo-Pacific Net-zero Battery-Materials Consortium (Inbc): il distretto è situato in Indonesia e si è dato la missione di assicurare materiali per batterie a basse emissioni di carbonio dall’Indonesia alle gigafabbriche nel Regno Unito.

Jababeka Net-Zero Industrial Cluster a Cikarang: siamo ancora in Indonesia, nel primo cluster industriale quotato in borsa che si focalizzerà sulla produzione di energia grazie al fotovoltaico, sulla co-combustione di biomassa come sostituto rinnovabile ai combustibili tradizionali, sulla gestione dei rifiuti organici, sulla produzione circolare, sulla mobilità elettrica e sulle soluzioni a idrogeno.

Kawasaki Carbon Neutral Industrial Complex: il distretto giapponese si è specializzato sulla diffusione dell’idrogeno, il riciclaggio del carbonio e l’uso dell’ottimizzazione energetica regionale.

– Il National Capital Hydrogen Center, negli Stati Uniti, è attivo nella regione di Washington D.C., in Maryland e in Virginia, ed è focalizzato sulla fornitura di soluzioni a idrogeno.

– L’Ordos-Envision Net Zero Industrial Park, in Cina, integra le catene di fornitura della Mongolia interna per la produzione di batterie e l’immagazzinamento di energia, veicoli elettrici, impianti fotovoltaici e idrogeno verde.

– Il Sanjiang New Area Industrial Park, sempre in Cina, aspira a raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio in tutta la catena del valore locale delle batterie attraverso l’elettricità verde, la gestione intelligente dell’energia, il trattamento delle acque reflue e il trasporto ecologico, sfruttando le esperienze innovative della fabbrica a zero emissioni di carbonio e della fabbrica faro dello stabilimento Catl di Sichuan.

L’approccio collaborativo per centrare gli obiettivi

“Raggiungere l’obiettivo net zero richiederà il raddoppio del tasso di riduzione delle emissioni di carbonio entro il 2030, e questa è una sfida significativa – afferma Melissa Stark, managing director e responsabile dei Global Energy Transition Services di Accenture – L’approccio collaborativo dell’iniziativa per raggiungere questo obiettivo, consentendo al contempo la creazione di posti di lavoro, l’aumento della produttività e le credenziali verdi, è fondamentale per la competitività futura”.

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