Road to Cop27

COP27, si leva anche la voce di Papa Francesco: “Contro il ‘debito ecologico’ più impegno dai Paesi ricchi”

Il Pontefice ha indicato nell’evento di Sharm el Sheik, insieme alla Cop15 sulla biodiversità in Canada a novembre, i due eventi più importanti per “unire la famiglia umana”. Alte le aspettative di tutti i leader africani: per il presidente del Congo, “gli effetti della crisi ambientale sono enormi in molte aree del continente e il popolo africano percepisce questo come un’ingiustizia, perché l’Africa è il continente meno impattante per le emissioni di Co2”

Pubblicato il 23 Set 2022

COP27 2022

Anche il Vaticano prende posizione in vista di Cop27, la Conferenza sul clima in programma a inizio novembre a Sharm el Sheik.
Lo stesso Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato aveva recentemente indicato nella Cop27, insieme alla Cop15 sulla biodiversità in Canada a novembre, i due eventi più importanti per “unire la famiglia umana”, sottolineando anche l’esistenza di un “debito ecologico” e un maggior impegno dei Paesi più ricchi nei confronti di quelli più poveri.

L’appello dei leader africani

Una necessità sentita anche dai leader africani, che a più riprese hanno già sottolineato la loro alta aspettativa nei confronti dell’evento. “Gli effetti della crisi ambientale sono enormi in molte aree del continente e il popolo africano percepisce questo come un’ingiustizia, perché l’Africa è il continente meno impattante per le emissioni di Co2″, ha ad esempio affermato il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Felix Thsisekedi, presente nei giorni scorsi a Rotterdam per il meeting del Gca sul dialogo tra Paesi africani e istituzioni proprio in vista della Cop27.

“Siamo indietro con l’adattamento al cambiamento climatico e abbiamo bisogno di fondi”, ha aggiunto Macky Sall, presidente del Senegal e presidente di turno dell’Unione Africana, che ha ricordato il bisogno di energia, acqua e semi per l’Africa e il progetto di riforestazione del Sahel “green wall”. Per far questo, ha sottolineato l’importanza di un maggior coinvolgimento degli investitori privati.

Secondo Patrick Verkoijeen, Ceo del Global Center on Adaptation (Gca), organizzazione internazionale olandese che fa da mediatrice per progetti di investimento internazionali tra pubblico e privati e che, con la Banca di Sviluppo Africana gestisce l’ “Africa adaptation acceleration program -AAAP”, “quello che è un bene per l’Africa è un bene per il mondo. La sua ascesa è inarrestabile, ma è un continente a un bivio, così come tutto il pianeta. Se la Cop27 fallisce, le conseguenze saranno gravissime”.

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