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Certificazione BREEAM: guida completa al metodo per valutare la sostenibilità degli edifici



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Uno strumento internazionale per promuovere qualità, efficienza e sostenibilità nel settore immobiliare, lungo l’intero ciclo di vita degli edifici

Pubblicato il 5 giu 2025



certificazione BREEAM

Un edificio non è più soltanto un insieme di cemento, vetro e acciaio: oggi è anche un indicatore del nostro impegno verso il futuro. In un’epoca in cui la transizione ecologica non è più una scelta ma una necessità, la qualità ambientale degli spazi costruiti diventa un criterio di valore, misurabile e strategico. È in questa prospettiva che si afferma BREEAM, uno dei primi e più influenti metodi al mondo per valutare l’impatto degli immobili sul pianeta e sulle persone. Nato nel Regno Unito nel 1990, il protocollo ideato dal Building Research Establishment ha contribuito a riscrivere le regole del costruire, introducendo una visione olistica e scientificamente fondata della sostenibilità applicata all’architettura, all’ingegneria e alla gestione immobiliare.

Oggi BREEAM è applicata in oltre 90 Paesi e rappresenta un punto di riferimento per architetti, ingegneri, imprese e investitori che desiderano adottare un approccio responsabile nella realizzazione o nella gestione di immobili. Il suo valore non risiede soltanto nella certificazione finale, ma nel percorso che essa impone: una revisione critica e strutturata di ogni fase del ciclo di vita dell’edificio, dal concept iniziale fino alla gestione quotidiana.


Le origini del metodo BREEAM: rigore scientifico e visione olistica

L’idea alla base della certificazione BREEAM nasce da un’esigenza concreta: misurare con criteri oggettivi il livello di sostenibilità ambientale del costruito. Già a partire dagli anni ’90, il BRE sviluppa una metodologia che combina rigore scientifico, aggiornamento continuo e adattabilità ai diversi contesti. Questo approccio ha permesso a BREEAM di affermarsi in modo trasversale, coprendo sia nuove costruzioni che edifici esistenti, infrastrutture e perfino interi quartieri urbani.

Ciò che distingue BREEAM da altri sistemi di rating è la sua attenzione a un insieme articolato di fattori: non si limita al consumo energetico o all’uso dei materiali, ma valuta anche la qualità della vita negli spazi interni, la biodiversità dei siti coinvolti, la gestione dei trasporti, la salubrità degli ambienti. È un approccio multidimensionale che riflette la complessità delle sfide ambientali contemporanee.


I criteri di valutazione: un sistema complesso ma trasparente

Alla base della certificazione BREEAM c’è una griglia di valutazione articolata in più aree tematiche. Tra le più rilevanti troviamo la gestione del progetto, l’efficienza energetica, l’impatto sui trasporti, l’uso responsabile dell’acqua, la scelta dei materiali, la salute e il benessere degli occupanti, la gestione dei rifiuti, l’impatto sull’ecosistema e la riduzione dell’inquinamento.

Ogni area è oggetto di un’analisi dettagliata che prevede la raccolta di dati, la verifica documentale e l’ispezione in loco da parte di un valutatore accreditato. Il punteggio ottenuto in ciascuna categoria contribuisce al risultato finale, che può rientrare in una delle sei classi di merito: si va da un livello base, indicato come “Pass”, fino al riconoscimento più ambizioso, “Outstanding”. Questo sistema a livelli consente di valorizzare anche gli sforzi parziali, incentivando il miglioramento continuo.


Il processo di certificazione: una roadmap per l’eccellenza sostenibile

Richiedere la certificazione BREEAM non significa soltanto ottenere un’etichetta, ma intraprendere un percorso di qualità. Si parte con la registrazione del progetto e la definizione degli obiettivi in collaborazione con un consulente accreditato. In seguito, durante la fase di progettazione, vengono raccolti documenti e prove a sostegno della conformità ai criteri richiesti. Una volta conclusi i lavori, si passa all’ispezione finale, che verifica l’effettiva rispondenza tra quanto dichiarato e quanto realizzato.

Il certificato BREEAM viene rilasciato al termine di questo processo, ma non rappresenta un punto di arrivo statico. La filosofia del metodo è orientata al miglioramento continuo, anche grazie alla possibilità di aggiornare la valutazione nel tempo o di estenderla a nuove aree funzionali. Per edifici esistenti, ad esempio, è prevista la versione “BREEAM In-Use”, che consente di monitorare costantemente la qualità della gestione e le performance ambientali reali.


Perché certificarsi BREEAM: benefici ambientali, economici e reputazionali

Le ragioni per adottare lo standard BREEAM sono molteplici e spaziano dall’efficienza operativa all’attrattività commerciale. Un edificio certificato secondo questo protocollo consuma meno risorse, produce meno emissioni e risulta più confortevole per chi lo abita. Ciò si traduce in un risparmio sui costi di esercizio, ma anche in una maggiore competitività sul mercato immobiliare.

Numerosi studi hanno dimostrato che gli immobili sostenibili godono di un valore di mercato più elevato e di una maggiore capacità di attrarre investimenti. Anche sul fronte della responsabilità sociale d’impresa, BREEAM rappresenta un alleato prezioso: contribuisce alla redazione dei bilanci ESG, risponde alle aspettative di stakeholder sempre più sensibili ai temi ambientali e consente di accedere a incentivi pubblici o finanziamenti agevolati.


Un confronto utile: BREEAM, LEED, WELL e HQE

Il panorama delle certificazioni ambientali è ricco di alternative, ma BREEAM mantiene una posizione di leadership grazie alla sua solidità scientifica e alla flessibilità applicativa. A differenza di LEED, che nasce negli Stati Uniti e si fonda su un sistema a crediti, BREEAM si distingue per una struttura più modulare e adattabile ai diversi contesti nazionali. WELL, invece, è focalizzata prevalentemente sul benessere fisico e mentale degli occupanti, mentre HQE, di matrice francese, si sviluppa con una forte connotazione normativa locale.

BREEAM, in questo scenario, si configura come uno strumento più completo e universalmente riconosciuto, in grado di dialogare con le altre certificazioni ma anche di inglobarne in parte i principi, offrendo un framework omnicomprensivo.


BREEAM In-Use: uno strumento strategico per il patrimonio edilizio esistente

Uno degli aspetti più innovativi del metodo BREEAM è la sua declinazione per edifici già operativi. La versione “In-Use” permette di valutare non solo la qualità dell’immobile, ma anche la sua gestione e le pratiche degli occupanti. Questo approccio rende possibile una manutenzione consapevole e orientata al miglioramento, favorendo l’allineamento continuo agli standard più avanzati.

Il valore aggiunto risiede nella possibilità di monitorare gli indicatori di performance ambientale nel tempo, misurando ad esempio i consumi reali di energia e acqua, la qualità dell’aria indoor, o la gestione dei rifiuti. In questo modo, la certificazione diventa uno strumento dinamico, utile per indirizzare strategie aziendali in ottica ESG e per migliorare la resilienza del patrimonio immobiliare.


Il contributo agli obiettivi ESG e alla strategia di sostenibilità aziendale

In un mondo in cui gli investitori chiedono sempre più trasparenza sulle performance ambientali, sociali e di governance, la certificazione BREEAM si rivela uno strumento fondamentale. Non solo consente di dimostrare concretamente l’impegno ambientale di un’organizzazione, ma fornisce anche dati utili per la rendicontazione ESG, la valutazione dei rischi e la costruzione di una reputazione aziendale solida e credibile.

Gli aspetti valutati da BREEAM dialogano direttamente con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e con i requisiti richiesti dalla finanza sostenibile. Investire in un edificio certificato significa, quindi, contribuire a un cambiamento sistemico, in cui l’ambiente costruito diventa parte della soluzione alle crisi climatiche e sociali in atto.


Alcuni esempi emblematici: dal Bloomberg HQ a Porta Nuova

A dimostrazione della validità del metodo, numerosi edifici iconici hanno ottenuto la certificazione BREEAM con punteggi eccellenti. Tra i più noti vi è il quartier generale di Bloomberg a Londra, che ha raggiunto un record storico di sostenibilità ambientale, ma anche il celebre edificio The Edge ad Amsterdam, spesso indicato come uno degli uffici più sostenibili al mondo.

Anche in Italia si registrano esempi interessanti, come nel caso del progetto di rigenerazione urbana di Porta Nuova a Milano, dove diverse strutture hanno ottenuto certificazioni BREEAM Excellent. Questi progetti dimostrano che non si tratta di una semplice formalità, ma di un processo che cambia radicalmente il modo di concepire lo spazio costruito.


BREEAM verso il futuro: digitalizzazione, intelligenza artificiale e resilienza

Il BRE Group è costantemente impegnato nello sviluppo di nuove versioni del metodo BREEAM. Le future edizioni punteranno sempre più sulla digitalizzazione delle metriche, sull’integrazione di tecnologie IoT e sull’uso dell’intelligenza artificiale per la raccolta e l’analisi dei dati in tempo reale.

Un’attenzione crescente sarà dedicata anche alla resilienza climatica, con indicatori che tengono conto dei cambiamenti ambientali in atto, dei rischi legati al surriscaldamento urbano, alla scarsità di risorse idriche e agli eventi meteorologici estremi. La sostenibilità, in questa prospettiva, diventa una forma di adattamento intelligente e lungimirante, in cui BREEAM può rappresentare una bussola preziosa per guidare le scelte pubbliche e private.

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