Energy Open Innovation

Microx: un laboratorio in miniatura per lo Smart Water monitoring

Le tecnologie microfluidiche lab on chip (LOC) sviluppate dalla startup italiana possono consentire di effettuare l’analisi in tempo reale della qualità dei corpi idrici

Aggiornato il 02 Mar 2023

Luca Pravato, Ceo e founder di Microx,

Il settore idrico è sotto pressione: la siccità di questi ultimi mesi ha messo in evidenza la necessità di intervenire sull’intero comparto, alle prese con problematiche di natura strutturale, frutto anche di un deficit di innovazione. Che il mondo dell’Open Innovation può riuscire a colmare, portando soluzioni in grado di aiutare la risoluzione di alcuni specifici problemi che le multiutility del settore si trovano ad affrontare. Tra queste c’è Microx, una startup italian innovativa che si occupa dello sviluppo di applicazioni delle tecnologie microfluidiche lab on chip (LOC) ai settori ambientale e dell’energia. Le tecnologie microfluidiche LOC sono basate sulla realizzazione di microdispositivi portatili, affidabili e precisi che permettono di effettuare analisi e misurazioni di parametri chimici, biologici e ambientali e reazioni chimiche su microscala.

Una gestione più sostenibile dell’acqua

Come racconta a EnergyUp.Tech Luca Pravato, Ceo e founder di Microx, “Siamo una startup che nasce dalla volontà di affrontare uno dei temi più urgenti che abbiamo in questo momento, ovvero quello dell’acqua. Sostanzialmente abbiamo un grande bisogno di andare verso una gestione più sostenibile dell’acqua, monitorarla in una maniera sempre più efficiente e riuscire a trattarla per poterne recuperare sempre di più. A partire da questo tema è nata l’idea, conoscendo alcune tecnologie particolari, di sviluppare quello che noi chiamiamo il laboratorio in miniatura”. In parole semplici, la tecnologia sviluppata da Microx consente di effettuare delle analisi della qualità dell’acqua attraverso dei dispositivi estremamente piccoli, con delle dimensioni poco più grandi di un portachiave, che possono essere interfacciati con uno smartphone o un pc, e che sono in grado tramite la presenza di sensori di misura di rilevare tutta una serie di inquinanti, in maniera immediata. “La nostra è un’analisi in real time, dunque sostanzialmente siamo in grado di avere un dato misurato, puntuale e preciso sugli inquinanti presenti nell’acqua. Questo ci dà la possibilità di digitalizzare questa informazione e di elaborarla da un software che abbiamo sviluppato, che archivia e gestisce questi dati, che possono dunque essere poi scambiati e inviati via Internet da chi deve prendere delle decisioni o comunque essere informato sulla presenza di determinati inquinanti”.

Risposte in tempi rapidi

Assicurando così a portabilità, la velocità di esecuzione di analisi e reazioni, un basso costo e un interfaccia digitale, in maniera estremamente differente rispetto alle tecnologie tradizionali presenti sul mercato. In effetti, attualmente le analisi sulla qualità delle risorse idriche sono effettuate da laboratori con attrezzature complesse e costose, dotate di personale specializzato e tempi di risposta lunghi (giorni se non settimane) e costi abbastanza elevati. “La nostra tecnologia, al contrario, permette di effettuare delle analisi che danno una risposta in qualche minuto, con attrezzatura semplici e facili da utilizzare anche da personale non estremamente specializzato. Abbiamo anche la possibilità di fare queste analisi direttamente in loco a un prezzo estremamente basso. Soprattutto, tutti questi dati vengono in maniera automatica e diretta tradotti in digitale”, evidenzia Pravato. Il monitoraggio reso possibile dalla soluzione Microx rappresenta un passo concreto in direzione di una smart grid dell’acqua: ovvero una rete idrica intelligente, dotata di sistemi di rilevazione posti in punti cruciali della rete che consentano di avere delle informazioni in real time e una mappatura complessiva.

Ma come nasce Microx? Alla base c’è stata l’intuizione della possibilità di trasferimento tecnologico delle tecnologie microfluidiche LOC, già impiegate in ambito biomedicale, al settore ambientale, aggiungendoci il contorno della sensoristica per rilevare gli inquinanti. Racconta Pravato: “Io sono un ingegnere chimico, ho un’esperienza nel settore chimico e ambientale, legate allo sviluppo di processi e tecnologie innovative. Accanto a me in Microx ci sono altre 2 persone di riferimento, un ingegnere con più di 20 anni di esperienza nel settore water che si occupa di business development e che dunque conosce molto bene il mercato e poi un technical advisor, Eugenio Iannone, che si occupa dello sviluppo della tecnologia. Microx è nata proprio in seguito a una chiacchierata con Iannone, che veniva da una esperienza di una startup che si occupava di una tecnologia micro fluidica Da questa chiacchierata è nata l’idea di trasferire questa tecnologia anche nel settore ambientale. Passando dall’analisi di fluidi corporei a quella della qualità delle risorse idriche”.

Obiettivo Smart water monitoring

Con questi asset Microx si rivolge a vasto numero di interlocutori: multiutility naturalmente, ma anche settore industriale, ovvero aziende che hanno impianti di trattamento, scarichi e quant’altro. Anche il settore pubblico, ovvero enti di controllo e altre autorità che hanno necessità di conoscere lo stato dei corpi idrici, rappresenta un target della soluzione. Che potrebbe tutti quei paesi che hanno indisponibilità di sistemi di analisi tradizionali, come quelli in via di sviluppo. “Siamo stati subito avvicinati da 2-3 delle maggiori multiutility italiane, proprio perché hanno compreso che questo tema della gestione avanzata, ovvero lo smart water monitoring, costituisce sicuramente l’evoluzione verso la quale dovrà andare il sistema per essere più efficiente e sostenibile. Ma abbiamo anche riscontrato interesse da parte del settore industriale”. Microx ha concluso da circa un mese un percorso di accelerazione con Acceleratore zero di CDP e sta svolgendo una fase di testing direttamente presso i clienti in modalità operativa, così da essere pronta alla fase industriale entro la fine del 2024.

Articolo originariamente pubblicato il 02 Mar 2023

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Gianluigi Torchiani

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