RICERCA

Decarbonizzazione, la nuova piattaforma di ricerca ENEA per biolubrificanti e biocarburanti



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Si chiama “Biolube” l’innovativa piattaforma realizzata da ENEA nel Centro Ricerche Trisaia (Matera) per produrre biolubrificanti e biocarburanti avanzati destinati alla decarbonizzazione di vari settori, tra cui il trasporto aereo

Pubblicato il 10 lug 2024



60 anni Trisaia (24 giugno 2024)-2

Denominata “Biolube“, la nuova piattaforma sviluppata da ENEA presso il Centro Ricerche Trisaia a Matera mira alla produzione di biolubrificanti e biocarburanti avanzati, cruciali per la decarbonizzazione di settori chiave come il trasporto aereo. L’inaugurazione di questa infrastruttura è avvenuta in concomitanza con il sessantesimo anniversario del Centro ENEA Trisaia. All’evento hanno partecipato illustri figure, tra cui i ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e degli Affari europei, politiche di coesione e PNRR Raffaele Fitto tramite videomessaggio, oltre al presidente e al direttore generale ENEA Gilberto Dialuce e Giorgio Graditi, l’Assessore all’ambiente e all’energia della Regione Basilicata Cosimo Latronico, il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese e il sindaco di Rotondella Gianluca Palazzo.

Il Centro Ricerche ENEA Trisaia, realtà scientifica consolidata nel Sud Italia

“A 60 anni dalla sua fondazione, il Centro Ricerche ENEA Trisaia si conferma una realtà scientifica consolidata e di primaria importanza nel Sud Italia. Con 15 laboratori, altrettanti impianti pilota e 8 hall tecnologiche all’avanguardia, il Centro è in grado di portare avanti numerose attività di ricerca e sviluppo, promuovendo collaborazioni strategiche con istituzioni, enti di ricerca e imprese”, dichiara il presidente ENEA Gilberto Dialuce. “Questa eccellenza della ricerca va però al di là dei suoi confini geografici e contribuisce in modo significativo al progresso scientifico sia a livello nazionale che internazionale”, aggiunge Dialuce.

Una nuova facility di ricerca sulla chimica verde

“Oggi celebriamo i 60 anni del Centro Ricerche ENEA Trisaia rafforzando il suo ruolo di polo tecnologico di riferimento per la Basilicata e per tutto il Sud Italia con la presentazione di una nuova facility di ricerca sulla chimica verde, unica nel panorama italiano e tra le più innovative d’Europa”, sottolinea il direttore generale ENEA Giorgio Graditi.

Cofinanziata dalla Regione Basilicata, la piattaforma “Biolube” converte oli vegetali attraverso processi di oligomerizzazione, evaporazione a film sottile, idrogenazione e distillazione. “L’unità di oligomerizzazione utilizza un reattore da 300 litri riscaldato a olio diatermico per sintetizzare macromolecole”, spiega Pietro Garzone, coordinatore del gruppo ENEA di progettazione ed esercizio sperimentale dell’infrastruttura.

R&D nei biocarburanti e biolubrificanti tra rischi ingegneristici e di processo

“Biolube rappresenta una struttura importante per la transizione verso un’economia decarbonizzata, che ci consentirà di potenziare le attività di ricerca e di sviluppo della nostra Divisione Bioenergie, bioraffinerie e chimica verde nel settore dei biocarburanti e dei biolubrificanti avanzati, prodotti a partire dal trattamento di oli vegetali, inclusi quelli provenienti dalla raccolta differenziata”, aggiunge Graditi.

Le attività della piattaforma consentiranno sia di valutare i rischi ingegneristici e di processo che di produrre quantità significative di biolubrificanti. “Nei prossimi mesi, inoltre, saremo in grado di avviare una collaborazione con uno dei più importanti player nazionali nel campo della chimica finalizzata alla dimostrazione di un processo di sintesi di biolubrificanti”, conclude Graditi.

Per una economia sostenibile servono progressi in tecnologia, industria e società

“La transizione verso un’economia sostenibile richiederà progressi fondamentali nella tecnologia, nell’industria, nell’economia e nella società nel suo complesso”, dichiara il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “La Basilicata – aggiunge – è uno dei territori in cui il campo dell’energia, con le sue indubbie complessità, ha rappresentato e rappresenta tuttora una delle principali filiere di sviluppo economico. Il Centro Ricerche ENEA di Trisaia si configura come un importante polo scientifico multidisciplinare: il patrimonio tecnologico sviluppato è riconosciuto tra quelli di rilevante interesse nazionale e può contare su un portafoglio progettuale di grandissimo rilievo”.

“Il lavoro fatto sin qui grazie alla capacità di cogliere gli investimenti e le risorse europee oltre che adeguarsi ai nuovi scenari – ha aggiunto – è un punto di riferimento importantissimo ma è altrettanto rilevante il lavoro che si potrà fare in riferimento alle nuove sfide e ai nuovi obiettivi che abbiamo davanti. Penso ad esempio al PNRR e al Repower Ue; in questo senso sono convinto che in futuro il centro della Trisaia potrà svolgere un’azione importante e rilevante”.

L’evoluzione del Centro Ricerche ENEA Trisaia

Inaugurato nel 1964 il Centro Ricerche ENEA Trisaia studia il riprocessamento del combustibile nucleare esausto e dopo il referendum del 1987 viene trasformato in un centro di ricerca multi-interdisciplinare grazie ai fondi strutturali Ue e al piano integrato da 56 milioni di euro che istituisce quattro principali aree di ricerca: agrobiotecnologie, tutela ambientale, materiali innovativi, energia da biomasse e solare termodinamico.

Nel 2004 il Centro ottiene la duplice certificazione del Sistema di Gestione Integrata per l’Ambiente e per la Sicurezza, mentre nel 2007 consegue la registrazione EMAS, basata sul miglioramento continuo delle prestazioni ambientali e di sicurezza.

Dal 2013 al 2023 focalizza le sue attività di ricerca, sviluppo, dimostrazione e innovazione su energia, sviluppo economico sostenibile, agroindustria, nuove tecnologie, in particolare nei settori delle biomasse, biocombustibili, solare termico, biotecnologie, trattamento rifiuti e reflui, tecnologia dei materiali e metrologia.

Oggi il Centro conta 120 dipendenti a tempo indeterminato oltre ad assegnisti di ricerca, tesisti e borsisti e sarà oggetto di un piano di potenziamento della pianta organica volto a garantire un posizionamento di rilievo in ambito nazionale e internazionale per attività di sviluppo su infrastrutture e impianti all’avanguardia.

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