Sostenibilità

Consumi energetici: le opportunità dello smart working per utilities e telco

Il telelavoro induce un cambiamento comportamentale nei consumi di energia e può incidere fino a 500 euro l’anno sulla spesa domestica. In questo contesto si inserisce il settore dell’efficienza energetica. Il consumatore va coinvolto in questa sfida e nella volontà di far evolvere questo mercato dei servizi

Pubblicato il 08 Mag 2020

Claudio Di Mario

Ceo ADL Consulting

smart building

L’attuale situazione del telelavoro svolto nella propria abitazione, spesso in contemporanea con altri soggetti (coniuge, figli con le lezioni online ecc), sta mettendo alla prova l’ambiente domestico che non necessariamente era stato progettato per assolvere a questo scopo.
Inevitabilmente aumenterà l’interesse dei consumatori italiani verso soluzioni per la casa connessa e come luogo efficiente anche di lavoro, soprattutto per applicazioni in grado di portare benefici legati a un accesso stabile alla rete e al risparmio energetico specie in vista di soluzioni organizzative di telelavoro che la pandemia sta imponendo di valutare non solamente nel breve periodo.

Telelavoro, le opportunità post contatore energia

Anche se la non sottile differenza tra telelavoro e smartworking non è oggetto di questo contributo, la chiave di volta per l’esplosione di servizi post contatore in questo settore – che coinvolgerà la consapevolezza e la collaborazione del cliente/lavoratore – sarà la possibilità di accedere ad applicazioni in grado di consentire l’interoperabilità IoT tra dispositivi e sistemi di produttori diversi. Questa soluzione permetterebbe infatti di gestire in maniera integrata gli oggetti intelligenti per la smart home rispetto a interagire singolarmente con ciascuno di essi: un’unica applicazione sarebbe sufficiente per gestire tutti i servizi della casa e contabilizzare le diverse finalità (privato/professionale) dei consumi di energia e di traffico dati. Attualmente, tuttavia, la quasi totalità delle soluzioni presenti sul mercato risultano essere soluzioni verticali, non integrabili tra di loro e tantomeno con prodotti di altri fornitori.

Altro aspetto fondamentale, dovuto all’ingresso di nuovi player, è dato dalla nascita di nuovi canali di vendita per soluzioni e sistemi smart home, come quello offerto degli assistenti vocali, settore che prima era del tutto sconosciuto agli installatori. L’ingresso di questi player, che dispongono di una propria rete di vendita tramite e-commerce, ha portato alla creazione di nuovi canali commerciali alternativi a quelli tradizionali. In questo modo, si è superata una delle barriere principali alla diffusione di queste soluzioni, rappresentata dalle scarse competenze della rete di installatori in un mercato di servizi post-contatore. Tali soluzioni, infatti, potrebbero risultare promettenti specie se abbinate alla cessione del credito per la riqualificazione energetica (i.e. ecobonus).

Come noto, l’agevolazione fiscale attualmente disponibile fino a dicembre 2020 consiste in una detrazione dall’Irpef (o dall’ Ires) e viene concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. In generale, le detrazioni sono riconosciute per:

  • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento (e.g. con l’utilizzo di termostati digitali);
  • il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi);
  • l’installazione di pannelli solari;
  • la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, mentre per i restanti spetta nella misura del 50%.

Consumi e cambiamenti comportamentali in telelavoro

Diversamente dal controllo di gestione tipico di una azienda, nell’organizzazione del telelavoro domestico potrebbe non esserci la stessa consapevolezza delle conseguenze di un errato utilizzo di apparecchiature e degli ambienti adattati a esigenze professionali (corretto controllo delle temperature sia in raffrescamento che in riscaldamento, consumi di apparati e device funzionali all’attività lavorativa, ecc).

Ed è qui che entrano in gioco le leve del cambiamento comportamentale nell’ottica che ognuno, nel suo piccolo, è sostanzialmente un potenziale energy manager.

Stadi del cambiamento comportamentale (Stati generali efficienza energetica 2017)

Secondo l’UE e l’Agenzia Internazionale per l’Energia, i cambiamenti comportamentali che danno luogo alla crescita della domanda ad esempio di efficienza energetica (quelli direttamente collegati all’uso ottimale delle tecnologie correnti o quelli più strettamente legati a un vero e proprio cambiamento culturale) potrebbero consentire un risparmio energetico dal 5 al 20%.

La misurabilità degli effetti dei cambiamenti comportamentali si è fortunatamente e considerevolmente evoluta negli ultimi anni grazie all’interrelazione comportamenti-tecnologie.

A fronte di un risparmio evidente in termini di tempo e risorse dedicato alla mobilità casa-ufficio, si rischia però di inficiare il vantaggio economico ambientale acquisito in caso di comportamenti scorretti nell’uso delle apparecchiature.

Attrezzare una postazione stabile di telelavoro in casa potrebbe avere un extra costo di esercizio tutt’altro che trascurabile; è possibile ipotizzare una spesa anche superiore a 500 euro all’anno in funzione dell’uso più o meno intensivo di device professionali (PC e tablet ecc) e soprattutto dei sistemi di climatizzazione.

Il “trucco difensivo” risiede nella consapevolezza delle proprie azioni e nella possibilità di misurarle in modo semplice e concreto.

La disponibilità dei dati e l’architettura delle scelte, infatti, buone o cattive che siano, influenzano profondamente le nostre decisioni: caratteristiche apparentemente trascurabili di situazioni sociali hanno nella realtà effetti sostanziali sui comportamenti individuali.

Ed è per questo motivo che utilities e telco hanno oggi la possibilità di escogitare delle soluzioni creative, che portino a cambiamenti comportamentali, migliorando nel complesso la qualità della vita umana. Particolarmente innovativo sarebbe il supporto alle aziende che hanno i propri dipendenti in telelavoro tramite vademecum e informazioni sull’uso razionale delle risorse energetiche in ambiente domestico.

Richard H. Thaler (premio Nobel per l’economia 2017) e Cass Sunstein parlano di una “spinta gentile”, ovvero “ogni aspetto nell’architettura delle scelte che altera il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici. Per contare come un mero pungolo, l’intervento dovrebbe essere facile da attuare. I pungoli non sono ordini. Ad esempio, mettere della frutta davanti agli occhi conta come una “spinta gentile”. L’imposizione di un obbligo, come ad esempio non mangiare cibo spazzatura non porta a nessun risultato”.

In questo, le applicazioni attivabili dalle tecnologie possono costituire quella “spinta gentile”, così come le soluzioni di gamification tipiche dell’ICT, se applicate al nostro esempio dei consumi energetici del telelavoro, potrebbero permettere nuovi modelli interessanti per il lavoratore, per l’azienda e per l’ambiente (in termini di riduzione della CO2); si rende quindi disponibile una nuova evoluzione della Corporate Social Responsability da parte delle aziende che potrebbero includere questi aspetti del work-life balance consapevole nel loro rapporto annuale e nelle comunicazioni non finanziarie ai propri stakeholder.

La sinergia di utilities & telco

Con Covid-19 anche le utilities in Italia e in Europa si troveranno a un punto di svolta. Stagnazione della domanda, contrazione dei margini sulle commodity, ingresso nel settore dei player dell’e-commerce con il loro bagaglio di profilazione dati , la ritrosia dei consumatori verso offerte “tradizionali” impongono cambiamenti strutturali da attivare con urgenza in modo di poter operare in un contesto europeo in rapida evoluzione. Gli attuali modelli di business appartengono ad un sistema di riferimento ormai obsoleto e devono essere aggiornati alle nuove esigenze di un mercato che impone modelli più flessibili e orientati alla dimensione digitale.

Oggi è fin troppo semplice notare come lo smartphone che la stragrande maggioranza dei cittadini tiene in tasca, dai consumatori domestici ai manager, svolga una miriade di funzioni integrate che un tempo appartenevano singolarmente ad altri oggetti. è indubbio che il digitale diventerà sempre più accessibile, economico, veloce e pervasivo e che un continuo “rimpallo” tra hardware e software porterà risultati notevoli.

Nel possibile rapporto strategico tra utilities e telco si potranno disegnare nuovi servizi partendo dall’offrire al consumatore la concreta e costante evidenza dei vantaggi delle sue scelte in tempo reale, tramite applicazioni di monitoraggio dei consumi.

In questo contesto si inserisce il settore dell’efficienza energetica, che per suo paradigma ha l’esigenza di poter basare ogni analisi di opportunità sui segnali (analogici o digitali) che provengono dal campo. Lo sforzo risiede nel coinvolgere il consumatore in questa sfida e anche nella volontà di far evolvere questo mercato dei servizi in modo di farci trovare più reattivi alla prossima emergenza.

Attualmente, è in corso un’evoluzione che coinvolge un numero sempre crescente di settori (ICT, energia, mobilità ecc.) e che segue il principio enunciato da Ray Kurzweil per cui “quando una qualsiasi tecnologia diventa una tecnologia informatica, comincia ad evolversi esponenzialmente”.

Disegnare percorsi regolatori e legislativi ad hoc per rispondere alle nuove esigenze di flessibilità del lavoro, alle tecnologie integrate, alle sfide ambientali e ai nuovi modelli comportamentali e di consumo non è più rimandabile. Questo è ormai evidente anche all’attuale classe politica del nostro Paese che per adeguarsi ad una realtà sempre più soggetta ad una trasformazione complessa, è ricorsa con urgenza all’uso di diverse task force di esperti.

“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà”

(A. Einstein)

 

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