Transizione energetica

Fotovoltaico ed eolico fanno brillare la transizione energetica italiana



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Il Renewable Energy Report 2025, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano indica come il 2024 abbia segnato una crescita significativa delle energie rinnovabili in Italia, con fotovoltaico ed eolico al centro della scena. L’incremento della capacità installata e l’adeguamento delle politiche incentivanti delineano un futuro promettente per il settore

Pubblicato il 28 mag 2025



Fotovoltaico ed eolico
Fonte: Renewable Energy Report 2025, dell’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano

Fotovoltaico ed eolico sono i due ambiti delle energie rinnovabili che più hanno brillato nel corso del 2024 come mette in evidenza il Renewable Energy Report 2025, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.

Partendo dalla considerazione che il mondo delle fonti rinnovabili in Italia sta vivendo un periodo di trasformazione significativa. Si è registrata una crescita notevole del settore, spinta soprattutto dall’espansione degli impianti fotovoltaici, che si confermano protagonisti indiscusso della transizione energetica nel Paese. Parallelamente, il settore eolico affronta sfide e coglie opportunità in un contesto europeo competitivo e in evoluzione.

In questo scenario dinamico, le politiche regolatorie e gli incentivi giocano un ruolo cruciale: la transizione dal FER 1 al FER X segna una nuova fase di supporto governativo per l’implementazione delle tecnologie green. La distribuzione geografica delle installazioni evidenzia una realtà variegata, con significative differenze tra Nord, Sud e isole, delineando un mosaico energetico che riflette la diversità territoriale italiana.

Crescita delle rinnovabili nel 2024: analisi e prospettive per fotovoltaico ed eolico

Il 2024 segna una tappa significativa per il settore delle energie rinnovabili in Italia, con un incremento solido del 16% nella capacità installata rispetto all’anno precedente. Questa crescita, sebbene impressionante, sottolinea una sfida più grande: l’urgenza di accelerare ulteriormente lo sviluppo per raggiungere l’ambizioso obiettivo del 2030 di raddoppiare la capacità a 107 GW. In questo scenario fotovoltaico ed eolico hanno svolto un ruolo fondamentale.

Il fotovoltaico, si conferma come principale propulsore con oltre 6 GW di nuovi impianti, dimostra la sua resilienza e adattabilità al mercato, ma il ritmo attuale necessita di un’intensificazione che richiede non solo investimenti ma anche una semplificazione delle procedure burocratiche e infrastrutturali che attualmente rappresentano un collo di bottiglia significativo.

Il ruolo centrale del fotovoltaico nella transizione energetica italiana

Il fotovoltaico ha confermato la sua posizione di riferimento nel panorama delle rinnovabili italiane, contribuendo massicciamente alla capacità installata totale nel 2024. Con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, questa tecnologia non solo sostiene l’obiettivo di decarbonizzazione nazionale, ma mostra anche la sua crescente maturità sul mercato. I grandi impianti industriali e commerciali hanno giocato un ruolo cruciale, evidenziando una tendenza verso progetti di maggiore entità che beneficiano dell’efficienza scalare. Tuttavia, per mantenere questa traiettoria ascendente, è essenziale una politica energetica che continui a supportare l’innovazione e l’espansione del settore attraverso incentivi adeguati e un quadro normativo favorevole.

Sfide e opportunità per l’eolico: un confronto europeo

Nonostante un recupero nel 2024 con un aumento del 26% della capacità installata, il settore eolico in Italia rimane marginalizzato rispetto ai suoi omologhi europei come Germania e Spagna, dove rappresenta una quota significativamente maggiore del mix energetico rinnovabile.

L’Italia potrebbe trarre vantaggio maggior dall’incremento dell’investimento in tecnologie e infrastrutture eoliche

Questa discrepanza sottolinea sia le sfide che le potenziali opportunità: l’Italia potrebbe trarre vantaggio dall’incremento dell’investimento in tecnologie e infrastrutture eoliche, soprattutto nelle regioni meridionali e insulari dove il potenziale è maggiormente inespresso. Ampliare la base di installazioni eoliche non solo diversificherebbe il mix energetico ma stimolerebbe anche l’economia locale attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo tecnologico.

Incentivi e politiche regolatorie: il passaggio dal FER 1 al FER X

L’evoluzione degli incentivi dal decreto FER 1 al FER X rappresenta una transizione critica per le rinnovabili in Italia. Sebbene il FER 1 abbia indubbiamente incentivato una significativa espansione del settore, le dinamiche delle aste hanno mostrato limiti evidenti che necessitano di affinamenti. Il nuovo schema FER X, sebbene ancora in fase transitoria, promette di offrire meccanismi più agili e tariffe competitive che possono catalizzare ulteriori investimenti. La chiave per il successo futuro sarà l’abilità del sistema normativo di adattarsi rapidamente alle evoluzioni del mercato, garantendo stabilità e prevedibilità agli investitori.

Distribuzione geografica delle installazioni: Nord, Sud e isole a confronto

Il panorama delle installazioni rinnovabili in Italia mostra una marcata differenziazione regionale nel 2024. Mentre il Nord continua a guidare per volume complessivo di nuove installazioni, è evidente un rallentamento nelle regioni altamente industrializzate a causa forse della saturazione del mercato o delle complessità infrastrutturali. Al contrario, regioni come Lazio, Campania e Sicilia emergono come nuovi centri di crescita fotovoltaica significativa.

Una variazione geografica che riflette le diverse realtà economiche

Questa variazione geografica non solo riflette le diverse realtà economiche e ambientali regionali ma indica anche dove potrebbero essere necessari incentivi regionalizzati o supporto infrastrutturale per equilibrare lo sviluppo energetico nazionale.

La crescente adozione delle fonti rinnovabili, con particolare enfasi sul fotovoltaico ed eolico, segna un punto di svolta significativo nella transizione energetica italiana. Questo processo si inserisce in un contesto europeo e globale che richiede una continua analisi e adattamento alle dinamiche territoriali e alle politiche regolatorie. Con la prospettiva del passaggio dal FER 1 al FER X, il settore si trova di fronte a nuove sfide ma anche a opportunità uniche per consolidare il proprio ruolo chiave nel mix energetico nazionale. Nell’attuare tali cambiamenti, è essenziale mantenere un approccio equilibrato che consideri le specificità regionali del nostro paese, dalla distribuzione geografica delle installazioni alla differenziazione degli incentivi. Solo attraverso un dialogo costruttivo tra industria, enti regolatori e comunità locali sarà possibile massimizzare i benefici delle rinnovabili per tutti i cittadini italiani. In questa transizione, la prudenza e l’innovazione saranno i nostri migliori alleati per garantire uno sviluppo sostenibile che non trascuri nessuna area del territorio nazionale.

Fotovoltaico ed eolico bene, ma serve una politica industriale ed energetica

Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy ha osservato che “In questo quadro, le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica, ma il contesto politico e regolatorio appare oggi più fluido e meno coeso. A livello europeo, il dibattito sul Clean Industrial Deal punta anche su tecnologie non-FER, mentre in Italia è tornata centrale la discussione sul nucleare, segno che lo spazio politico delle rinnovabili non è più scontato. In più, sul piano normativo l’assenza del decreto FER X definitivo alimenta incertezza sugli orizzonti post-2025. Serve quindi una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare e armonizzare le procedure autorizzative, accompagnare gli operatori con strumenti chiari, stabili e proporzionati, coordinare efficacemente le azioni tra Stato, Regioni e operatori di rete. Solo così sarà possibile trasformare l’interesse del mercato in nuova capacità installata e avvicinarsi agli obiettivi di transizione e sicurezza energetica”.

Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy e responsabile dell’Osservatorio sulle rinnovabili ha a sua volta messo in evidenza che “Il problema non è più tanto tecnologico o economico, quanto autorizzativo e infrastrutturale: a fine 2024 risultavano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma tempi lunghi e colli di bottiglia sulla rete stanno rallentando l’effettiva messa a terra dei progetti. Il mercato però si sta ridefinendo: il numero di impianti installati è in calo mentre la taglia media è in crescita, segno di una sempre maggiore focalizzazione su progetti di scala industriale o commerciale. Gli impianti con potenza superiore a 1 MW hanno contribuito per oltre il 43% alla nuova potenza fotovoltaica, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, riflettendo un contesto normativo e finanziario che favorisce la realizzazione di impianti di taglia medio-grande”.

Un ruolo chiave deve essere svolto dagli investimenti

Un tema strategico e rappresentato dalle prospettive di investimento come osserva Chiaroni: “Gli scenari di investimento che abbiamo analizzato nel rapporto confermano il ruolo centrale degli incentivi: con il decreto FER X il tasso interno di rendimento (IRR) per il fotovoltaico può spaziare tra 3,8% e 12,8%, mentre per l’eolico onshore si colloca tra -0,2% e 8%. Valori che diventano interessanti, ma solo se accompagnati da buone condizioni tecniche e operative: senza incentivo tutto questo non è sufficiente, e contratti a lungo termine come i PPA, pur attenuando la volatilità, producono rendimenti più modesti, raramente superiori al 6% per il fotovoltaico e al 4% per l’eolico. Un’adeguata leva finanziaria può migliorare la sostenibilità economica dei progetti, ma resta un’opzione praticabile solo su impianti ben strutturati”.

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