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Riciclo plastica in crisi: costi, limiti e innovazione del venture capital



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Riciclo della plastica sotto pressione per costi e concorrenza. Norme, innovazione e venture capital, con casi come i-Foria, spingono l’economia circolare

Pubblicato il 27 nov 2025



riciclo plastica
Alberto Calvo, Managing Director di MITO Technology

Come è noto, la plastica risulta attualmente quasi tutta riciclabile, e questo è un bene, sia per i produttori, che per i consumatori e l’ambiente stesso. Tuttavia, i tassi di riciclo sono ancora globalmente limitati, nonostante gli sforzi collettivi di questi ultimi decenni. Il tasso di riciclo globale è infatti del 9%: il 19% dei rifiuti plastici finisce invece negli inceneritori (la termovalorizzazione del rifiuto non è certo un obiettivo da considerare soddisfacente), mentre circa il 50% finisce ancora nelle discariche (è questo è un dato senza dubbio negativo).

I dati sono tuttavia sensibilmente migliori in Unione Europea (tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica circa del 41%) e l’Italia è uno dei paesi maggiormente virtuosi in questo senso (nel 2024 l’Italia ha registrato un tasso di riciclo dei rifiuti dell'(86%).

Il settore del riciclo dei rifiuti plastici sotto pressione

Ciononostante, in tutta Europa il settore del riciclo dei rifiuti plastici è in questo momento sotto pressione, per effetto di una serie di fattori concomitanti e di natura diversa: costi di trasformazione molto elevati (in particolare la componente energetica, che è ancora stabilmente al di sopra dei livelli precedenti alla crisi ucraina), ambiguità normative (come il fatto che sia tollerata la concorrenza di paesi che offrono trattamenti a basso costo industriale, consentendo quindi al rifiuto di viaggiare molto lontano dal luogo di origine), e una capacità complessiva di riciclo che non cresce, non essendo il settore al riparo da rischi e volatilità che allontanano inevitabilmente investitori di lungo periodo.

I costi di realizzazione dei prodotti riciclati restano superiori al prodotto vergine

La verità è che i costi per fare un prodotto riciclato sono oggi ancora superiori rispetto al prodotto vergine, sia nazionale che globale. Ad esempio: il PET clear (Polietilene Tereftalato caratterizzato da elevata trasparenza), usato per imballaggi alimentari, applicazioni industriali e altri articoli, se prodotto in Europa si colloca a un costo di 7-800 euro a tonnellata, a fronte di un prodotto equivalente riciclato che ne costa invece 1.400-1.500. E’ evidente che il differenziale è talmente elevato che senza misure di sostegno esterno l’intero comparto del riciclo non ha oggi possibilità alcuna di ricavarsi uno spazio di mercato.

Le soluzioni legate alle normative e le soluzioni legate all’innovazione

Ci troviamo chiaramente di fronte ad un problema molto serio e di natura sistemica. Le soluzioni immediate, come proposto oggi giustamente dai consorzi per il riciclo, sono prevalentemente di natura normativa e regolamentare (e fanno riferimento sia al vincolo di produzione di materie plastiche con un contenuto minimo di materie prime seconde, così come all’obbligo di riconoscimento degli oneri per la compensazione delle emissioni di carbonio legate al processo), ma – per quanto importanti – non mettono strutturalmente il settore al sicuro da future impennate dei costi produttivi o da concorrenza sleale da parte di produttori in altri paesi, dove sono magari in vigore regimi normativi meno stringenti.

Insieme a tutto questo, è assolutamente prioritario sostenere in modo significativo sforzi di innovazione radicale per rendere disponibili agli operatori del comparto soluzioni industriali più competitive e performanti, che consentano il riciclo della plastica in tempi e costi inferiori rispetto a quelli attuali, con un minor consumo dei fattori energetici primari, con rese di trasformazione superiori ed emissioni (dirette o indirette) molto più contenute.

Il ruolo fondamentale del Venture Capital

Questi sono risultati che si ottengono solamente investendo risorse finanziarie e capitale umano nella ricerca applicata, ed è il mestiere che il Venture Capital mette a servizio delle filiere di processo di questo paese. Ne è un esempio evidente i-Foria, società italiana che ha da poco varato a Spresiano (TV) il primo impianto dimostrativo più avanzato al mondo per il riciclo integrale dei rifiuti da prodotti assorbenti per la persona (PAP), traendone in modo economico e sostenibile materie prime seconde di alta qualità da riutilizzare in nuovi cicli produttivi, contribuendo in maniera significativa alla creazione di una vera economia circolare.

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