Waste Management

Rifiuti: dal “secco” una fonte di energia alternativa per le cementerie italiane

La trasformazione dei rifiuti non riutilizzabili in Combustibili Solidi Secondari (CSS) garantisce minori emissioni complessive e un contributo alla gestione dell’emergenza rifiuti, ponendo le basi per una maggiore indipendenza energetica dell’Italia

Pubblicato il 08 Ago 2022

rifiuti cementerie

Dai rifiuti non riciclabili – il cosiddetto “secco”, ma anche tessuti, carta e cartoni o altro non riciclabile – debitamente trattati è possibile ricavare Combustibili Solidi Secondari (CSS), utilizzabili nelle cementerie italiane in parziale sostituzione dei combustibili di origine petrolifera. A chilometro zero, disponibili in abbondanza tanto da doverli inviare in discarica, bruciare negli inceneritori o esportare all’estero, i rifiuti non riciclabili rappresentano un tassello importante nella strada per l’indipendenza energetica del Paese. Infatti, l’utilizzo di CSS anche in Italia permetterebbe non solo di ridurre le emissioni generate da discariche e inceneritori, ma anche di abbattere drasticamente i costi, ambientali e economici, legati all’importazione dei combustibili di origine petrolifera.

Dai rifiuti non riciclabili una fonte di energia alternativa

“In un momento in cui prende piede l’idea di un ritorno al carbone, i CSS costituiscono una soluzione valida in termini di sostenibilità (economica e ambientale), già ampiamente utilizzata in tutta Europa e pronta a essere implementata anche in Italia in cicli produttivi come quello del cemento: mentre i paesi europei più avanzati arrivano infatti a oltre il 60%, a volte anche all’80%, in Italia la sostituzione dei prodotti petroliferi tramite CSS è limitata a circa il 21%” commenta Roberto Callieri, Presidente di Federbeton, la Federazione di settore delle Associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo, dei materiali di base, dei manufatti, componenti e strutture per le costruzioni, delle applicazioni e delle tecnologie ad essa connesse nell’ambito della filiera sopra indicata.

Come riporta Callieri, secondo la stima elaborata dal Laboratorio REF Ricerche, un tasso di sostituzione del 66% in Italia porterebbe al taglio di 6,8 mln di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera, anche grazie al mancato conferimento in discarica che verrebbe sostituito dalla valorizzazione energetica in cementeria. “Abbiamo in Italia una risorsa energetica a kilometro zero, economica, già pronta a essere utilizzata: si tratta solo di superare pregiudizi, lentezze burocratiche e di decidere una semplificazione normativa” conclude il Presidente.

CSS: una risorsa energetica a km 0, economica e già pronta a essere utilizzata

Come evidenziato da Federbeton, l’utilizzo di CSS nei cementifici comporterebbe una situazione win-win a triplo nodo.

Guardando all’ambiente, si ridurrebbero le emissioni legate alle discariche, agli inceneritori e all’esportazione dei rifiuti, ma anche i costi – ambientali ed economici – dell’importazione di petcoke, il principale combustibile utilizzato nelle cementerie, proveniente prevalentemente dal Golfo del Messico.

Inoltre, l’utilizzo di CSS in cementeria permetterebbe di fronteggiare l’emergenza rifiuti che colpisce il Paese. Una cementeria media, con un tasso di sostituzione calorica del 50% (50% energia da CSS rispetto all’energia totale necessaria), potrebbe sottrarre ad altre tipologie di trattamento (discarica, incenerimento, export) più di 160.000 tonnellate di rifiuti all’anno: quantità di rifiuti necessaria per produrre circa 65.000 tonnellate di CSS.

L’implementazione dei CSS, derivati dai rifiuti non pericolosi, costituiscono una risorsa a km0 e immediatamente disponibile, il che aiuterebbe l’Italia a porre le basi per una maggiore indipendenza energetica che, alla luce degli ultimi risvolti internazionali, risulta quanto mai necessaria.

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