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Regolamento sulla deforestazione, Trusty: “Il rinvio UE è un’opportunità per la semplificazione”



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L’analisi di Trusty mette in evidenza le nuove tempistiche e il diverso peso della due diligence per gli operatori, sottolineando come il rinvio possa favorire la razionalizzazione dei processi. Il CEO Alessandro Chelli: “Il tempo tecnico necessario per testare i sistemi informatici”

Pubblicato il 11 dic 2025



Commento Trusty rinvio EUDR

Con 402 voti favorevoli, il Parlamento europeo ha recentemente approvato le modifiche al Regolamento contro la deforestazione (EUDR), introducendo un rinvio di un anno dell’entrata in vigore degli obblighi e una revisione significativa della due diligence. Il fulcro della riforma è la concentrazione del peso dichiarativo sulla “prima immissione” nel mercato europeo, una scelta destinata a ridurre la frammentazione degli oneri e a semplificare il lavoro degli operatori a valle.

Le nuove scadenze fissano l’adeguamento al 30 dicembre 2026 per grandi e medie imprese e commercianti, e al 30 giugno 2027 per micro e piccole imprese. Una finestra temporale che, secondo molti osservatori, offre alle aziende lo spazio necessario per consolidare le infrastrutture digitali che sosterranno la futura compliance.

“Il voto del Parlamento conferma la volontà di rendere l’EUDR più praticabile senza alterarne gli obiettivi di fondo – commenta Alessandro Chelli, CEO di Trusty, società Benefit italiana specializzata nella tracciabilità blockchain delle filiere – Concentrare gli obblighi di dichiarazione sulla prima immissione nel mercato è un passo decisivo verso la razionalizzazione dei processi. Questo approccio evita duplicazioni inutili lungo la filiera e permette agli operatori a valle di lavorare con maggiore serenità. Il rinvio al 2026 e 2027 non deve essere visto come un permesso per fermarsi, ma come il tempo tecnico necessario per testare i sistemi informatici e garantire che, al momento del ‘go-live’, non ci siano interruzioni nelle forniture critiche”.

Impatto operativo: la tecnologia asset essenziale

Le modifiche introdotte dal Parlamento orientano il sistema verso una gestione del dato più solida e centralizzata. In questo contesto, piattaforme digitali evolute – come quella sviluppata da Trusty – risultano già allineate a un modello incentrato sull’operatore responsabile della prima immissione.

“Per le imprese, queste modifiche si traducono nella possibilità di costruire integrazioni più stabili e meno frammentate – spiega Chelli – Se l’iter legislativo confermerà questo impianto, le aziende a valle saranno esonerate dalla produzione massiva di dichiarazioni complesse, potendo focalizzarsi sulla trasparenza dei dati essenziali. Noi siamo pronti: i nostri sistemi sono già settati per gestire procedure guidate per i piccoli operatori e per supportare i grandi importatori che diventeranno il fulcro della compliance normativa”.

Guardare oltre la norma

Nonostante il rinvio tecnico, la direzione della strategia europea non cambia. Il Parlamento ha chiesto una revisione dell’EUDR entro aprile 2026, ma molte aziende hanno deciso di non rallentare gli investimenti in tracciabilità, riconoscendone il valore competitivo.

“Per conferire credibilità all’impegno europeo, è essenziale che questo tempo extra venga usato bene. Molte delle nostre aziende clienti hanno scelto di non rallentare i progetti di adeguamento, avendo compreso che la tracciabilità è un asset competitivo che il mercato richiede oggi, a prescindere da questo ulteriore posticipo – conclude Chelli – In quest’ottica, Trusty continuerà a supportare le imprese nella transizione, garantendo che la piattaforma rimanga un alleato flessibile, capace di adattarsi rapidamente alle evoluzioni normative. Inoltre, per chi ha già investito nella raccolta dati, stiamo predisponendo funzionalità che permettano di valorizzare fin da subito il lavoro svolto: la trasparenza acquisita potrà così trasformarsi in un elemento distintivo verso il mercato, ancor prima dell’obbligo di legge”.

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