Nella Web Valley la qualità delle mele passa dai Big Data

Nella valle dei ricercatori ideata dalla Fondazione Bruno Kessler a Trento, si esplora l’uso della Data Science e dell’Intelligenza Artificiale per seguire passo per passo la vita di piante e frutti

Pubblicato il 31 Ott 2017

Shutterstock

Una valle bellissima, piena di frutteti e di piantagioni. Siamo nel regno delle mele, una delle tante eccellenze del Trentino e davanti agli occhi c’è una distesa di piante. Ma oltre alle mele, quelle piante e quella frutta producono un altro tipo di “frutto” sempre più prezioso: dati, tantissimi e utilissimi dati.
Ed è proprio dai dati che arrivano azioni e interventi per aumentare la qualità della frutta vera, quella destinata a finire nei banconi dei supermercati e sulle nostre tavole.

Qualità della frutta come risultato della qualità dei dati, questo è il punto focale di una iniziativa nata nella Web Valley, la valle dei ricercatori ideata dalla Fondazione Bruno Kessler a Trento, che ha visto gli studenti attivi allo sviluppo di un progetto che prevede l’applicazione di Data Science e Intelligenza Artificiale all’agricoltura per produrre con la migliore qualità possibile minimizzando l’utilizzo di sostanze “non naturali” ed evitando qualsiasi tipo di spreco.

Droni, Internet of Things e Big Data

Il progetto consiste innanzitutto in un sistema intelligente per la raccolta di dati, una soluzione basata sull’utilizzo di un drone che si muove in autonomia tra i filari nelle piantagioni di mele per identificare ogni singolo frutto, con la massima precisione, e per inviare nello stesso tempo i dati al server dove vengono dati in pasto a una applicazione di Intelligenza Artificiale che sviluppa delle mappe relative ai frutti e alle loro caratteristiche.

Il sistema è in grado di analizzare le immagini e la soluzione basata sui Big Data e sull’Intelligenza Artificiale, ne valuta la qualità e il grado di maturazione; nello stesso tempo i dati delle immagini vanno ad alimentare un database di dati sulle mele, accumulando informazioni sulla loro qualità, sulla forma, sulle anomalie, in tutte le fasi di maturazione. Tutti dati utili per capire lo stato di salute e dunque la qualità del singolo frutto. Nel loro insieme i dati aggregati permettono poi di avere una visione di insieme sullo stato di salute del frutteto in generale.

Precisione massima dunque, che proietta la cultura del dato sul consumatore finale che può contare su un prodotto di migliore qualità, che ha ricevuto dosi di acqua e insetticidi nella misura corretta e precisa e con la possibilità di avere una testimonianza accurata di tutti questi passaggi in digitale direttamente sull’etichetta per fornire un servizio al retail e al consumatore. Il software sviluppato per il progetto è appunto basato sull’Intelligenza Artificiale, ed è in grado di imparare dai dati che arrivano dal drone e da tutti i sensori Internet of Things che sono coinvolti.

Smart Agrifood: qualità, efficienza, programmazione

Grazie a questi interventi la soluzione è nella condizione di distinguere varietà, qualità, caratteristiche e di permettere alle imprese che fanno Smart Agrifood di calcolare con la massima precisione sia la quantità sia la qualità della propria produzione e di ridurre al minimo sia gli interventi legati ad esempio all’uso di fitofarmaci sia lo spreco finale di prodotti non adatti al mercato.

È proprio grazie all’utilizzo avanzato e costante di sensori IoT in uno dei suoi principali ambiti applicativi per le colture, per le piantagioni, per le rilevazioni effettuate dai droni e con i dati provenienti dai servizi meteo che l’Agricoltura 4.0 permette ai contadini di seguire, pianta per pianta, tutto il ciclo di vita delle piantagioni o della frutta. Con questi dati a disposizione è possibile dosare, con precisione, sia l’irrigazione tenendo conto dell’umidità del terreno in tempo reale, sia delle previsioni meteo. Ma i vantaggi più importanti arrivano nel momento in cui questa stessa precisione si applica ai fertilizzanti o ai fitofarmaci. Precisione significa qualità, meno fitofarmaci si utilizzano (solo dove e quando serve) maggiore è la qualità del prodotto che arriva sulla nostra tavola.

Che cosè la Web Valley

La Web Valley è una iniziativa del Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che nasce nell’ambito del Documento Unico di Programmazione “Servizi per il miglioramento delle condizioni di vita nelle piccole comunità periferiche”.

Accanto ai finanziamenti della Provincia Autonoma di Trento sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, si aggiunge la collaborazione con il Servizio Rapporti Comunitari e con l’organizzazione umanitaria INTERSOS, con l’IPRASE del Trentino e il supporto della Sovrintendenza Scolastica della Provincia Autonoma di Bolzano.

La Web Valley punta alla realizzazione di un’esperienza creativa di conoscenza delle nuove tecnologie digitali basate su Internet e sugli strumenti software open source e punta a dare vita a progetti di interesse sociale.  Nei campi della Web Valley operano studenti della scuola secondaria di secondo grado frequentanti la classe quarta con una forte motivazione verso la tecnologia e la scienza in generale.
Con l’esperienza del campo, gli studenti saranno nella condizione di portare nell’ambito scolastico le conoscenze acquisite anche nella forma di percorsi di apprendimento cooperativo e per progetti e nell’uso di strumenti digitali.

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