Grano: l’Italia continua a perdere terreno

Per valorizzare il prodotto italiano occorre lavorare su accordi di filiera che tutelino i produttori che si trovano peraltro a fronteggiare l’aumento esponenziale dei costi di produzione e rispondano alle domanda di italianità dei consumatori

Pubblicato il 27 Ott 2021

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Il 25 ottobre in occasione del World Pasta Day, la giornata mondiale della pasta ideata dalla Unione Italiana Food e dalla IPO (International Pasta Organisation) per celebrare uno dei piatti più diffusi e consumati nel mondo, CAI – Consorzi Agrari d’Italia ha rivelato che, in base alle stime su dati Istat, negli ultimi cinque anni l’Italia ha perso 75mila ettari di terreno coltivati a grano duro a causa delle importazioni di prodotto dall’estero.

Con più di 4 milioni di quintali di cereali stoccati e gestiti, CAI rappresenta la prima realtà organizzata della produzione nel nostro Paese e suggerisce che per restituire valore al prodotto italiano, occorre lavorare per ridurre la dipendenza dal prodotto estero aumentando la produzione domestica, anche attraverso investimenti lungo tutta la filiera. Il rafforzamento della filiera aumenterebbe, infatti, gli investimenti dei nostri produttori e ridimensionerebbe il ricorso all’import.

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