Leggerezza e alta potenza sono l’obiettivo dei produttori di accessori hi-tech per giardinaggio, operatori professionisti del verde e anche per certe attività agricole. Il segreto sta nelle caratteristiche: il motore elettrico ha preso il posto di quello meccanico, un vero e proprio condensato di tecnologia che trasforma elettroseghe, forbici di potatura e altri attrezzi in oggetti agri-tech. Ci aiuta a capire perché Claudio Feré, General Manager di F&C Solutions, distributore per l’Italia di alcuni dei principali marchi di micromotori che svolge anche l’attività di integratore di sistemi elettrici.
Quando piccolo è sinonimo di potente
Supponiamo di dover potare degli alberi da frutto. Oggi lo sforzo che dobbiamo compiere sta tutto nel premere un pulsante. Grazie, infatti, all’impiego di un motore elettrico, possiamo disporre di forbici di potatura leggere e con nessuna vibrazione, quindi, meno affaticanti per l’operatore il quale può tagliare rami di diametri sempre maggiori senza alcuno sforzo. Di fornire la potenza giusta per il taglio, si fa carico un micromotore completo di una riduzione meccanica che permette di asservire a questo tipo di operazione.
A onor del vero, il fatto di avere un motore di ausilio nell’uso di forbici di potatura (ma anche di abbacchiatori, elettroseghe e altri accessori per il giardinaggio) non è una novità introdotta dall’hi-tech. Lo si faceva già da tempo con motori endotermici a scoppio o alimentati ad aria compressa. “La novità – precisa Claudio Feré – sta nel fatto che l’impiego di motori elettrici ha portato una vera rivoluzione perché ha consentito di ridurre dimensioni e peso degli attrezzi, eliminare vibrazioni e limitare drasticamente il rumore. A tutto vantaggio della comodità di utilizzo da parte degli operatori e alla diminuzione di incidenza di malattie osteoarticolari, muscolari e dell’udito. Il tutto senza dover cedere a compromessi in termini di potenza erogata. Infatti, all’interno di una motosega, per esempio, si possono usare motori con un diametro da 64 mm per un’altezza di 52 mm capaci di erogare da 1.500 W”.
Brushed o brushless per gli accessori hi-tech per il giardinaggio?
In tutti gli accessori hi-tech per il giardinaggio sono usati motori elettrici a corrente continua. “Questi possono essere di due tipi – sottolinea Claudio Feré –: con spazzole (brushed) o senza spazzole (brushless). A parità di dimensioni, entrambi possono fornire lo stesso livello di potenza, quindi all’interno dello stesso tipo di accessorio hi-tech potrebbe essere usato indifferentemente un motore o l’altro. Tuttavia, qualche piccola differenza c’è”. A partire dal fatto che i modelli brushless possono essere considerati i successori dei brushed, ma i produttori stanno comunque proponendo ancora tutti e due i tipi di motori.
Più è alta la velocità a cui gira il motore, maggiore è la sollecitazione. Un modello brushed ha un contatto un meccanico fra spazzole e collettore, che rappresenta quindi un punto di usura: più alta sarà la velocità di utilizzo, minore sarà il suo lifetime. Un motore brushless ha invece come unico punto di contatto meccanico il cuscinetto, perché la commutazione avviene tramite l’elettronica. Quindi il lifetime di un motore brushless risulta maggiore rispetto a quello di un motore brushed. “Entrambi però usano un riduttore – evidenzia Claudio Feré –, che è soggetto a usura meccanica e per il quale non si può avere un ciclo di vita differenziato a seconda del tipo motore: è lo stesso sia nel caso del brushed sia del brushless. Potrebbe perciò accadere che la durata del motore dipenda dal riduttore e non dalla presenza o meno di spazzole”.
L’elettronica fa la differenza
Un altro aspetto che differenzia i modelli brushed da quelli brushless è il sistema di gestione.In una soluzione con motori a spazzole si ha una semplificazione dell’elettronica usata: è molto meno complessa e ha un costo minore. Invece, un motore brushless necessita di una commutazione elettronica, quindi di un circuito dedicato. Bisogna perciò avere anche un design specifico della parte elettronica. “È una differenza rilevante – afferma Claudio Feré – però è anche vero che una volta che si è nella condizione di offrire una soluzione customizzata si sta fornendo qualche cosa che sarà più duraturo nel tempo e più performante, perché permette di raggiungere velocità maggiori e di ottenere potenze maggiori. C’è tutta una serie di vantaggi, di cui si può beneficiare specialmente se si usano soluzioni con motori a rotore esterno, i cosiddetti outrunner, che permettono di sviluppare potenze molto elevate”.
Le batterie indossabili
Come detto, i motori elettrici funzionano sfruttando una corrente continua. Questa è fornita da delle batterie che non sono all’interno degli accessori hi-tech per il giardinaggio. Infatti, dovendo assicurare una certa durata hanno dimensioni nettamente superiori quelle delle batterie che siamo abituati a vedere. Così, dato l’ingombro, sono state studiate delle soluzioni che consentono comunque di trasportarle facilmente. Vengono per esempio attaccate alla cintura dell’operatore, oppure messe in uno zainetto o ancora all’interno di un gilet o un giubbottino. Questo consente anche di avere con sé più di una batteria in modo da poter continuare il lavoro se una dovesse scaricarsi.
“Le batterie usate sono generalmente ricaricabili agli ioni di litio – conclude Claudio Feré –. Date le variabili in gioco non è possibile quantificare un’autonomia standard, ma si può dire che sono dimensionate per assicurare un’autonomia sufficiente per l’attività svolta, tendenzialmente da un’ora alle due ore. I tempi di ricarica possono andare dai 30 minuti alle 2 ore. D’altra parte, la presenza negli accessori hi-tech per il giardinaggio di motori che assorbono la minor corrente possibile consente di mantenere in vita la batteria per un tempo maggiore rispetto ad altre soluzioni”.
Un futuro elettrico nella manutenzione del verde
Caratteristiche come elevata potenza, leggerezza, mancanza di vibrazioni e facile portabilità stanno facendo migrare molti degli accessori hi-tech per il giardinaggio e la manutenzione del verde verso la tecnologia basata su motori elettrici. Al momento non si riescono a ottenere ancora potenze in grado di sodisfare tutte le necessità, come per esempio per tagliare alberi con un diametro di oltre 1 metro. Tuttavia, la strada è segnata e il futuro nel settore è sicuramente elettrico.
Da sottolineare che l’utilizzo di un motore elettrico al posto di uno endotermico, oltre a limitare l’inquinamento acustico, consente anche di evitare sia l’emissione diretta di CO2 sia di altri gas serra o particelle sottili perché per funzionare non necessita né di un motore a scoppio né di un compressore.