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Diritti umani nelle catene di fornitura: Ecovadis in campo con Worker Voice Connect



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Un nuovo strumento digitale dà voce, in modo anonimo e continuo, a chi lavora lungo la filiera globale, aiutando le imprese a intercettare criticità sociali prima che diventino rischi reputazionali, legali e operativi

Pubblicato il 12 nov 2025



diritti umani nelle catene di fornitura

In molte fabbriche del mondo, se un lavoratore subisce un abuso o nota una situazione rischiosa, l’unica opzione è restare in silenzio. Non sa a chi rivolgersi, teme ritorsioni, spesso non ha alcun canale sicuro per far arrivare la propria voce all’azienda committente, magari dall’altra parte del pianeta. È in questo spazio vuoto – tra chi subisce gli impatti e chi dovrebbe gestire i rischi – che si inserisce la nuova soluzione di EcoVadis.

La piattaforma, specializzata in intelligence sulla sostenibilità nelle catene di fornitura globali, ha lanciato Worker Voice Connect, un meccanismo digitale di reclamo pensato per trasformare la voce dei lavoratori in un flusso strutturato di informazioni utili alla due diligence. Non si tratta solo di essere conformi alla nuova direttiva europea sulla due diligence in materia di diritti umani e ambiente, ma di colmare un vuoto strutturale: dare finalmente spazio a chi vive ogni giorno le condizioni di lavoro lungo la filiera e può segnalare prima di tutti quando qualcosa non funziona.

Worker Voice Connect diventa così un’estensione “sul campo” delle strategie ESG, permettendo alle imprese di passare da una due diligence sulla carta a una gestione viva, continua e partecipata dei rischi legati ai diritti delle persone.

Superare i limiti dei canali di segnalazione tradizionali

Il comunicato sottolinea come i canali di reclamo e segnalazione non siano una novità nel mondo aziendale, ma evidenzia il loro limite strutturale: spesso sono pensati solo per i dipendenti diretti, lasciando fuori chi lavora negli anelli più vulnerabili della filiera.

“I canali di reclamo e segnalazione esistono da decenni, ma spesso sono riservati solo ai dipendenti diretti – spiega ricorda Pierre-Francois Thaler, co-amministratore delegato e co-fondatore di EcoVadis – Raramente raggiungono i lavoratori della catena di fornitura lasciando le organizzazioni all’oscuro dei potenziali rischi e limitando ai lavoratori l’accesso dei lavoratori alle possibili soluzioni”.

Il risultato è un paradosso evidente: proprio le persone più esposte – i lavoratori sul campo – restano escluse dai meccanismi di tutela, spesso ignare dell’esistenza di questi strumenti o timorose di utilizzarli. Così, preoccupazioni che potrebbero essere gestite in fase embrionale si trasformano in gravi rischi sociali, reputazionali e legali per le aziende, con possibili impatti diretti su continuità operativa, accesso ai mercati e relazione con gli stakeholder.

Worker Voice Connect: dialogo continuo, non solo “whistleblowing”

Worker Voice Connect nasce per colmare questa lacuna, offrendo un canale semplice, anonimo e accessibile in qualsiasi momento ai lavoratori lungo la catena di fornitura. A differenza dei sistemi di segnalazione tradizionali, la nuova soluzione abilita un dialogo aperto e continuo tra lavoratori, fornitori e aziende, trasformando la logica del reclamo da strumento “di emergenza” a leva strutturale di ascolto e miglioramento.

L’anonimato è un pilastro centrale: la comunicazione bidirezionale anonima protegge le persone da possibili ritorsioni, mantenendo però un flusso di informazioni sufficiente a impostare un confronto costruttivo sui casi segnalati. Ne deriva un sistema che riduce le asimmetrie di potere e di informazione tra vertice aziendale e base della filiera, permettendo alle organizzazioni di individuare e affrontare con rapidità i rischi relativi ai diritti umani.

In questa prospettiva, Worker Voice Connect non è soltanto un canale di whistleblowing, ma un’infrastruttura di fiducia che rende più credibili gli impegni ESG dichiarati nelle politiche e nei report di sostenibilità.

Accessibilità e inclusività: dalla tecnologia al campo

Uno degli elementi più significativi del progetto è l’attenzione all’“Inclusività by Design”. Worker Voice Connect non richiede app aziendali dedicate né l’utilizzo di smartphone di ultima generazione. È accessibile attraverso canali già familiari ai lavoratori, come WhatsApp, QR code e web, riducendo le barriere tecnologiche che spesso limitano l’adozione di strumenti digitali nelle filiere globali.

La piattaforma supporta 20 lingue diverse, condizione essenziale per permettere a lavoratori situati in Paesi, culture e contesti differenti di esprimere le proprie preoccupazioni nella lingua in cui si sentono più sicuri. Questo aspetto, solo apparentemente tecnico, ha un impatto diretto sulla qualità e sulla profondità delle segnalazioni, e quindi sulla capacità dell’azienda di intervenire in modo mirato.

L’obiettivo è costruire un meccanismo che sia veramente utilizzabile da chi lavora in fabbrica, nei campi o nei magazzini, e non solo pensato per chi siede in ufficio: un passaggio cruciale per rendere effettiva, e non solo formale, la tutela dei diritti lungo la filiera.

Dati, responsabilità e gestione del rischio

Dal punto di vista della governance, Worker Voice Connect offre a fornitori e acquirenti dashboard dettagliate per monitorare in tempo reale i casi segnalati, i progressi delle azioni correttive e le prestazioni complessive del programma. In altre parole, trasforma le segnalazioni in dati strutturati, integrabili nei processi di gestione del rischio ESG e nei sistemi di reporting.

Questa visibilità consente di passare dalla reazione al problema alla prevenzione sistematica, facilitando il rispetto dei requisiti di due diligence, la tutela della reputazione aziendale e la costruzione di catene di fornitura più solide e affidabili. La stessa impostazione favorisce una maggiore accountability interna ed esterna, rendendo più trasparenti le scelte e le priorità delle imprese rispetto ai diritti dei lavoratori.

Per i team ESG e procurement, avere accesso a questo set di informazioni significa poter incrociare i dati di performance dei fornitori con le evidenze provenienti direttamente dal campo, orientando decisioni di acquisto, piani di miglioramento e strategie di engagement.

Collaborazione e standard internazionali

Un altro elemento chiave è la dimensione collaborativa. Worker Voice Connect è progettato per essere semplice da configurare sia per gli acquirenti sia per i fornitori, riducendo tempi e costi associati alla creazione di un meccanismo di reclamo efficace. Con l’evoluzione dei requisiti normativi, la soluzione supporta anche la condivisione dei dati tra reti diverse, incoraggiando sinergie tra aziende e aumentando l’impatto complessivo della piattaforma.

La tecnologia si basa sugli anni di esperienza di Ulula nel coinvolgimento dei lavoratori ed è allineata ai Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. Questo radicamento negli standard internazionali rafforza la credibilità dello strumento agli occhi di investitori, clienti e autorità di vigilanza, che chiedono sempre più spesso evidenze concrete di impegno sui diritti umani.

In quest’ottica, Worker Voice Connect non è soltanto un prodotto tecnologico, ma un abilitatore di allineamento agli standard globali, capace di tradurre principi e linee guida in processi operativi misurabili.

Pressioni normative e vantaggio competitivo

Thaler sottolinea come la domanda di soluzioni dedicate al lavoro e ai diritti umani sia in forte crescita:
“Stiamo assistendo a un aumento della domanda globale di soluzioni in materia di lavoro e diritti umani, poiché le nuove normative in materia di due diligence e gli standard internazionali sul lavoro aumentano il controllo sulle imprese”, ha aggiunto Thaler. “I diritti dei lavoratori sono una questione etica, finanziaria e normativa urgente. Le aziende che non agiscono dovranno affrontare conseguenze finanziarie, reputazionali e legali concrete”.

La due diligence sui diritti umani non è più solo un tema etico, ma un fattore competitivo. Strumenti come Worker Voice Connect aiutano le aziende a identificare e affrontare i rischi prima che si aggravino, consentendo l’accesso a mercati premium e fortemente regolamentati, migliorando al contempo il benessere dei lavoratori lungo la filiera.

Per l’ecosistema EcoVadis, la portata potenziale è significativa: la soluzione sarà resa disponibile a 1.500 acquirenti della rete, che rappresentano una spesa globale pari a 2,3 trilioni di euro. Una massa critica che può contribuire a innalzare gli standard di tutela dei diritti umani su scala globale, in linea con le aspettative di regolatori, investitori e società civile.

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