Che cos’ il whistleblowing
Il whistleblowing è il processo mediante il quale un individuo, spesso un dipendente o un insider di un’organizzazione, segnala attività illecite, non etiche o inappropriate all’interno dell’organizzazione stessa. Queste attività possono includere frodi, corruzione, violazioni di leggi o regolamenti, pratiche pericolose per la sicurezza o la salute, e altre condotte immorali o illegali.
Il termine “whistleblower” deriva dall’inglese e può essere tradotto come “soffiatore di fischietto“, facendo riferimento alla pratica di attirare l’attenzione su un problema, come farebbe un arbitro durante una partita.
Le principali caratteristiche del whistleblowing includono:
- Confidenzialità: Spesso i whistleblower preferiscono rimanere anonimi per evitare ritorsioni o discriminazioni.
- Protezione Legale: In molti paesi esistono leggi che proteggono i whistleblower da eventuali ritorsioni, licenziamenti ingiusti o altre forme di penalizzazione.
- Canali di Segnalazione: Le organizzazioni possono avere canali interni (come linee dirette o piattaforme online) o esterni (come autorità di regolamentazione o enti governativi) per facilitare le segnalazioni.
In Italia, la normativa sul whistleblowing è stata rafforzata con l’introduzione del Decreto Legislativo 24/2023, che recepisce la direttiva UE 2019/1937 sulla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione. Questo decreto prevede misure specifiche per proteggere i whistleblower e promuovere una cultura della trasparenza e dell’etica all’interno delle organizzazioni.
Come funziona il whistleblowing
Il whistleblowing è una pratica fondamentale per promuovere l’integrità e la trasparenza all’interno delle organizzazioni. Ecco come funziona in dettaglio:
- Identificazione di un Problema: Il processo inizia quando un individuo (di solito un dipendente, ma può essere anche un fornitore, un consulente o un collaboratore esterno) nota un’attività illecita, immorale o pericolosa all’interno dell’organizzazione. Questo può includere frodi finanziarie, corruzione, violazioni delle normative ambientali, pratiche lavorative non sicure o discriminazioni.
- Valutazione della Segnalazione: Prima di fare una segnalazione, il potenziale whistleblower può valutare la gravità e la veridicità delle informazioni. Spesso, i whistleblower cercano di raccogliere prove o documentazione che supporti le loro accuse.
- Canali di Segnalazione: Le organizzazioni devono fornire canali chiari e sicuri per le segnalazioni. Questi possono includere linee dirette, caselle di posta elettronica dedicate, piattaforme online o persino numeri di telefono. Alcune organizzazioni offrono anche la possibilità di fare segnalazioni anonime.
- Protezione del Whistleblower: È essenziale che l’organizzazione garantisca la protezione del whistleblower contro qualsiasi forma di ritorsione, che può includere licenziamenti ingiusti, demansionamento, mobbing o altre forme di penalizzazione. In molti paesi, esistono leggi specifiche che proteggono i whistleblower.
- Indagine Interna: Una volta ricevuta la segnalazione, l’organizzazione avvia un’indagine interna per verificare la veridicità delle accuse. Questo può coinvolgere il dipartimento di compliance, l’audit interno o un consulente esterno. L’indagine deve essere condotta in modo imparziale e riservato.
- Azione Correttiva: Se le accuse sono confermate, l’organizzazione deve intraprendere azioni correttive. Questo può includere la rimozione dei responsabili delle attività illecite, la revisione delle politiche interne, la formazione dei dipendenti o la collaborazione con le autorità competenti per ulteriori indagini.
- Feedback e Comunicazione: È importante che l’organizzazione fornisca feedback al whistleblower, informandolo sull’esito dell’indagine e sulle azioni intraprese. Anche se il whistleblower ha scelto di rimanere anonimo, l’organizzazione può comunicare i risultati in modo generale per rassicurare tutti i dipendenti sull’importanza della trasparenza.
- Monitoraggio e Miglioramento Continuo: Le organizzazioni dovrebbero monitorare regolarmente i loro processi di whistleblowing per assicurarsi che siano efficaci e aggiornati. Questo può includere la revisione delle politiche, la formazione continua dei dipendenti e la promozione di una cultura aziendale che incoraggi la segnalazione di illeciti.
Il concetto di Whistleblowing
Il termine Whistleblowing nella sua accezione più pura si riferisce all’atto di segnalare, da parte di un insider dell’organizzazione, comportamenti o attività illecite o non etiche. Un “whistleblower“, o segnalatore, può dunque essere visto come un custode della trasparenza e dell’integrità aziendale. Una figura di “guardiano” che trova il suo fondamento nella necessità di preservare l’immagine e la reputazione dell’ente, salvaguardando al contempo gli interessi degli stakeholder.
Whistleblowing e ESG: perché è importante
Per comprendere al meglio il rapporto tra whistleblowing e ESG è necessario chiarire al meglio il significato di questa normativa. Il whistleblowing, o la segnalazione di illeciti, rappresenta un’azione cruciale per garantire trasparenza e integrità all’interno delle organizzazioni, sia pubbliche che private. Il whistleblowing si riferisce alla pratica di segnalare attività illecite, non etiche o non conformi alle normative vigenti, da parte di dipendenti o collaboratori interni all’organizzazione e rientra nei processi del risk management. L’obiettivo di questa pratica è fondamentalmente quello di portare alla luce comportamenti scorretti, eventuali abusi di potere, frodi, forme di corruzione o rischi e pericoli per la salute e la sicurezza pubblica, affinché possano essere indagati, individuati e per permettere un intervento.
Whistleblowing e ESG: chi sono gli attori
Va precisato che il whistleblowing può essere effettuato in forma anonima o aperta, e le segnalazioni possono riguardare una vasta gamma di questioni, come possono essere le violazioni legali, finanziarie, ambientali o etiche. I temi che sono oggetto del whistleblowing sono in larghissima misura temi che appartengono al repertorio dei criteri ESG.
In particolare per rendere possibile questa pratica le organizzazioni stabiliscono canali dedicati e protetti per permettere o incoraggiare i dipendenti a segnalare le loro preoccupazioni senza timore di ritorsioni. Questi canali possono includere linee telefoniche anonime, sistemi di posta elettronica sicuri o incontri confidenziali con responsabili della compliance o dell’etica aziendale. I soggetti che decidono di utilizzare gli strumenti previsti per effettuare segnalazioni in forma di whistleblower.
La diffusione del whistleblowing
Negli ultimi anni, la diffusione del whistleblowing in Italia ha conosciuto una crescita significativa, grazie anche all’adozione di normative più stringenti e alla crescente consapevolezza sull’importanza della trasparenza e dell’integrità all’interno delle organizzazioni. Il punto di svolta è stato l’introduzione del Decreto Legislativo 24/2023, che ha recepito la direttiva UE 2019/1937, rafforzando le tutele per chi segnala illeciti e promuovendo una cultura aziendale orientata all’etica.
Prima di questa legislazione, il whistleblowing in Italia era regolato in modo frammentario, con protezioni limitate per i segnalanti. Tuttavia, il nuovo decreto ha obbligato le aziende pubbliche e private a implementare canali di segnalazione sicuri e confidenziali, garantendo al contempo la protezione dei whistleblower contro qualsiasi forma di ritorsione. Questo ha incentivato molte organizzazioni a sviluppare politiche interne più robuste e a sensibilizzare i dipendenti sull’importanza di segnalare comportamenti scorretti.
La risposta del settore privato è stata particolarmente positiva, con molte grandi aziende che hanno adottato piattaforme digitali per facilitare le segnalazioni anonime e sicure. Anche nel settore pubblico, la normativa ha spinto verso una maggiore trasparenza e responsabilità, contribuendo a ridurre i casi di corruzione e malversazione. Si tratta di strumenti che rientrano nell’ambito delle pratiche da comprendere nella rendicontazione di sostenibilità e nel bilancio di sostenibilità.
Nonostante i progressi, permangono sfide significative. La cultura del whistleblowing deve ancora radicarsi profondamente, soprattutto in contesti dove prevale la paura di ritorsioni o la sfiducia nelle istituzioni. Pertanto, è essenziale continuare a promuovere l’educazione e la formazione sui diritti e le protezioni dei whistleblower, per garantire che tutti i dipendenti si sentano sicuri nel segnalare illeciti e contribuire a creare ambienti di lavoro più etici e trasparenti.
Studi legali e whistleblowing
Studi legali e whistleblowing rappresentano un binomio cruciale nel panorama della giustizia e della trasparenza aziendale in Italia. Gli studi legali svolgono un ruolo fondamentale nel supportare sia le organizzazioni che i whistleblower, offrendo consulenza legale specializzata e garantendo che le segnalazioni siano gestite in conformità con le normative vigenti.
Con l’introduzione del Decreto Legislativo 24/2023, che recepisce la direttiva UE 2019/1937, la protezione dei whistleblower è diventata una priorità. Gli studi legali aiutano le aziende a sviluppare e implementare politiche interne di whistleblowing, creando canali di segnalazione sicuri e confidenziali. Inoltre, forniscono formazione ai dipendenti per sensibilizzarli sull’importanza della segnalazione di illeciti e sulle protezioni legali disponibili.
Per i whistleblower, gli studi legali offrono un supporto indispensabile, guidandoli attraverso il complesso iter di segnalazione e proteggendoli da possibili ritorsioni. Questo include l’assistenza nella raccolta di prove, la presentazione delle segnalazioni alle autorità competenti e la difesa legale in caso di controversie.
La collaborazione tra studi legali e aziende è essenziale per creare un ambiente di lavoro trasparente e responsabile. Gli avvocati specializzati in whistleblowing aiutano le organizzazioni a conformarsi alle leggi, minimizzando i rischi legali e reputazionali. Inoltre, promuovono una cultura aziendale basata sull’etica e sull’integrità, fondamentali per la sostenibilità a lungo termine.
Governance come punto di riferimento nel rapporto tra whistleblower e ESG
La protezione dei whistleblower è diventata una componente fondamentale delle politiche di governance aziendale e della regolamentazione pubblica. Numerose legislazioni a livello internazionale e nazionale sono state introdotte per proteggere i segnalanti da ritorsioni, discriminazioni o licenziamenti ingiusti, riconoscendo il loro ruolo vitale nel promuovere un ambiente di lavoro etico e responsabile.
Tuttavia, nonostante le protezioni legali, fare whistleblowing rimane una decisione difficile, spesso percepita come rischiosa per la carriera o la reputazione personale del segnalante. Per questo motivo, è essenziale che le organizzazioni non solo forniscano canali sicuri per le segnalazioni, ma anche promuovano una cultura aziendale che valorizzi la trasparenza, l’integrità e il rispetto reciproco, incoraggiando apertamente la segnalazione di comportamenti inappropriati.