Investire in ambito ESG, impegnandosi in un serio percorso di trasformazione sostenibile, è sempre più conveniente per le imprese. Al di là delle fondamentali motivazioni etiche, spinte dall’esigenza di conferire valore morale al business, a orientare in questa direzione sono anche i benefici concreti che se ne possono trarre. I vantaggi, in questo senso, si spalmano su ogni declinazione delle attività aziendali, ma c’è un ambito che, più di altri, sa unire i giovamenti intrinseci dell’impegno ESG all’utilità economico-finanziaria.
In un contesto nel quale incentivi e bandi fondano i propri requisiti di ammissione sul rispetto di standard e certificazioni di sostenibilità – e nel quale il mantenimento stesso di una certificazione, dati i vantaggi che garantisce, è strettamente legato al rispetto di criteri e parametri molto stringenti -, mostrarsi attivi sul tema dei dati e delle informazioni ESG rappresenta una scelta premiante. L’attestazione di un impegno, con la determinazione di target e una reportistica che ne descriva le modalità di perseguimento, vale infatti all’impresa la possibilità di accedere a bandi e meccanismi incentivanti da una posizione più qualificata, certamente migliorativa in termini di posizionamento nelle graduatorie. La certificazione sulla parità di genere o il titolo di società benefit sono esempi perfetti su questo ambito.
Un universo denso di opportunità per le imprese
Possiamo quindi banalmente affermare che, in generale, l’impegno ESG aiuta le imprese ad accedere a incentivi e bandi: un ragionamento che non è corretto limitare ai soli avvisi pubblici, ma che riguarda anche le gare promosse a livello privato, ad esempio dalle grandi realtà impegnate nella selezione dei fornitori. Si tratta di un universo denso di opportunità, nel quale le imprese devono imparare a orientarsi pena l’esclusione da importanti agevolazioni: dai bandi relativi alle 3 dimensioni dell’ESG alle gare indirette che finanziano impianti circolari, efficientamento energetico o energie rinnovabili nel quadro della Transizione 5.0, sino ai fondi per la formazione o per l’internazionalizzazione.
“Oggi il 93% della finanza agevolata è orientata a queste tre tematiche: filone produttivo, formazione e certificazioni – spiega Pasquale Marra, Marketing Specialist di Ayming, player del Business Performance Consulting -. Si tratta di uno scenario articolato, per affrontare il quale diventa cruciale, possibilmente con un supporto qualificato, identificare la giusta strategia d’azione”.
Analizzare, pianificare e aggiornarsi
Il percorso che la società suggerisce si snoda in tre direzioni: analizzare, pianificare e aggiornarsi. “Bisogna innanzitutto fare un’analisi del proprio piano di sviluppo nel breve, medio e lungo periodo – chiarisce Marra -. Si vanno quindi ad associare tutti gli strumenti utili a centrare i target, sia di finanza agevolata sia di percorsi di sostenibilità, determinando gli step da seguire e le risorse finanziarie di cui si necessita. Da qui è possibile valutare nel concreto a quali misure di finanza agevolata accedere, mantenendo sempre un occhio sulle novità pubblicate in materia”.
“In questo quadro il supporto di uno specialista è fondamentale, non solo per le Pmi che non hanno figure dedicate, ma anche per le grandi aziende – puntualizza Federica Alba, Senior Marketing Consultant di Ayming -. Noi stessi abbiamo seguito progetti su grossi bandi con realtà multinazionali, perché queste, pur essendo grandi organizzazioni, non riuscivano a capire come accedere alle agevolazioni. Il tema dei bandi è sempre aleatorio e manca di termini temporali precisi, ma noi conosciamo i trend, le finestre di apertura degli avvisi, le ricorrenze: tutte nozioni che ci derivano dalla nostra esperienza in materia e all’interno delle quali sappiamo muoverci con disinvoltura”.
Le risorse interne alle aziende in genere non sono in grado di affrontare una simile sfida, che comprende peraltro anche la corposa parte di rendicontazione e monitoraggio, e devono quindi necessariamente fare affidamento a una competenza dedicata. “A volte basta cambiare un virgola per accedere a fondi, a volte è necessario saper tradurre le richieste dal ‘legalese’, a volte semplicemente serve un occhio esperto”, aggiunge Marra. La necessità di un partner, a questo punto, nasce da sé.
Supporto strategico per ogni fase del percorso
La value proposition di Ayming in questo ambito coinvolge ogni fase del percorso strategico aziendale. “Il nostro supporto – chiarisce Pasquale Marra – comprende pianificazione, parte operativa e rendicontazione. Al netto dei casi in cui singole aziende possono optare per una partnership su specifici step, l’offerta in genere riguarda l’intero percorso di trasformazione: dall’affiancamento su strategia e pianificazione dell’investimento allo scouting del bando, sino alla presentazione della domanda, alla fase documentale e alla rendicontazione finale”.
La chiave di volta – secondo l’expertise Ayming – è dunque dotarsi di un “partner strategico”, che sappia guidare l’azienda in un percorso a 360 gradi, suggerendo percorsi di crescita, identificando aree di miglioramento, offrendo soluzioni e mettendo a disposizione strumenti di rendicontazione e comunicazione.
“Si tratta di un fronte sul quale sta crescendo la maturità delle aziende, ma spesso senza riscontri pratici – fa notare il Marketing Specialist -: tutte sentono sempre più parlare di questi temi, ma sono ancora molte quelle che non hanno idea di come muoversi nel concreto, di come individuare le aree su cui investire”.
Le imprese si trovano stimolate da un lato dalle istituzioni, dall’altro dagli stakeholder, dai consumatori e dalle stesse filiere di cui fanno parte: sanno di dover diventare sostenibili, ma semplicemente non sanno come fare. “La soluzione – aggiunge Marra – è indirizzarle verso il percorso migliore e più adeguato al loro grado di maturità: un passo che deve avvenire osservando l’azienda in modo olistico, anche in rapporto ai traguardi già raggiunti e a quelli potenzialmente raggiungibili, senza far ricorso a inutili libri dei sogni”.
“Nessuno si senta escluso”
C’è però un ultimo principio guida da tenere in considerazione per chiudere il cerchio, forse il più centrale nel momento presente: evitare di sentirsi esclusi dalla partita. “In una fase critica come questa, stretta da un lato dall’imminente entrata in vigore e successiva estensione della CSRD e dall’altro dai crescenti requisiti delle supply chain globali, partire il prima possibile con una strategia ESG diventa l’unica possibile carta vincente”, conclude Marra. “Capire cosa si sta già facendo, valutando se ci siano azioni virtuose consolidate cui non si fa neanche più caso, è un primo passo. Verificare se ci sia un codice etico in vigore è un altro step, così come l’analisi di eventuali politiche di risparmio energetico. Tutto sta nel capire come muoversi, raccogliendo quanto è già nelle mani dell’azienda. Sulla base di questo, procedendo per obiettivi, si può costruire un percorso di trasformazione serio, in grado spingere l’impresa verso tutti i benefici che sono lì solo ad attenderla”.