Epson inaugura l’era dell’Open innovation “sostenibile”: avanti tutta con l’R&S dedicata a persone e pianeta

L’azienda annuncia il suo impegno sul fronte della ricerca e sviluppo, con investimenti focalizzati sulla concezione di nuovi materiali e soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo saranno ridefinite le modalità alla base dell’ideazione e commercializzazione dei prodotti, grazie al supporto dell’innovazione e di nuovi fondi di venture capital

Pubblicato il 26 Nov 2021

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Sviluppo di nuovi materiali e di nuove soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale. Con questa missione obiettivo, a soli sei mesi dall’annuncio dell’investimento da oltre 750 milioni di euro (100 miliardi di yen) per l’innovazione tecnologica sostenibile, Epson apre l’era del suo impegno sul fronte Open innovation. E inaugura un nuovo percorso sul fronte della ricerca e sviluppo (R&S), mettendo sul piatto investimenti futuri focalizzati proprio sulla sostenibilità dei prodotti.  Per raggiungere questo obiettivo e per promuovere la competitività a livello mondiale, l’azienda sta ridefinendo le modalità alla base dell’ideazione e commercializzazione della sua offerta, grazie al supporto dell’innovazione e di nuovi fondi di venture capital.

Epson sta strutturando l’ambiente di lavoro secondo un approccio “bottom up” (dal basso verso l’alto) caratterizzato da una maggiore apertura, per consentire ai dipendenti di identificare e condividere più rapidamente le nuove opportunità. Guidati da un solido principio che vede l’innovazione radicata nella soluzione dei problemi sociali, dalla diminuzione del consumo di risorse alla riduzione dei rifiuti prodotti, i dipendenti riceveranno il sostegno necessario per condividere nuove idee e collaborare al loro sviluppo, mantenendo il focus sulla sostenibilità delle soluzioni. Non solo: per garantire una cultura aperta, il processo di cambiamento includerà anche la consultazione dei dipendenti in merito all’ambiente di lavoro e ai comportamenti manageriali.

Epson si è inoltre impegnata a non perseguire un’eccessiva crescita dei ricavi, favorendo un profitto equo e promuovendo una società sostenibile tramite partnership e collaborazioni aperte basate sulle tecnologie proprietarie, sui prodotti e sui servizi dell’azienda. La società giapponese potrà inoltre contare su Epson X, un fondo di venture capital nato nel 2020 con un investimento iniziale di quasi 38 milioni di euro (5 miliardi di yen) per accelerare la collaborazione e l’Open Innovation.

“Affinché l’innovazione porti davvero a una trasformazione – ha dichiarato Yoshiro Nagafusa, Presidente di Epson Europa – è necessario intraprendere un cambiamento culturale e promuovere la collaborazione. Queste iniziative prendono in considerazione le voci e le idee di tutti, a vantaggio della società e dell’ambiente. L’Open Innovation è un fattore chiave per il nostro futuro: una maggiore collaborazione, le partnership e la condivisione delle conoscenze, infatti, favoriscono lo sviluppo e l’innovazione. Ciò è vero sia internamente all’azienda sia esternamente, in caso di collaborazione con altre entità per la risoluzione di problemi complessi. Abbiamo a lungo cercato di operare nel contesto di una cultura aziendale sana e aperta, quindi per noi è importante continuare il nostro percorso di evoluzione”.

Le nuove soluzioni

Oltre a questo impegno, Epson presenta in anteprima i progressi già compiuti sul fronte dei materiali biodegradabili e riciclabili, tra cui plastiche derivate da biomasse e metalli in polvere riciclati.

Plastiche derivate da biomasse

Dimostrando nella pratica i vantaggi dell’Open Innovation, Epson ha contribuito allo sviluppo di nuove forme di bioplastica (plastiche di origine biologica) nell’ambito di un consorzio di aziende: la “pararesina” è una nuova e promettente plastica derivata da biomasse che utilizza il paramylon, un polisaccaride presente nell’alga Euglena. Entro il 2030, l’obiettivo del consorzio è fornire ogni anno circa 200.000 tonnellate di plastica derivata da biomasse con biodegradabilità in ambiente marino come valida alternativa alle plastiche tradizionali. 

“Il basso tasso di utilizzo effettivo dei rifiuti in plastica e l’inquinamento ambientale causato da questo materiale in ambiente marino sono diventati due grandi problemi a livello mondiale – commenta Nagafusa -. Crediamo che sia importante fornire soluzioni vantaggiose sia per le persone sia per il pianeta, riducendo l’uso di resine basate su combustibili fossili, le emissioni di anidride carbonica e il conseguente impatto ambientale”.

Metalli in polvere

Tramite la sussidiaria Epson Atmix, l’azienda giapponese sta lavorando per mettere a punto un’infrastruttura di produzione circolare con la creazione di prodotti per la stampa in 3D che utilizzano polveri di metallo recuperate dai metalli di scarto. L’obiettivo è realizzare componenti, tra cui ricambi per auto e parti elettriche.

“Siamo davvero orgogliosi degli sviluppi compiuti e della strategia di R&S adottata da Epson, basata su un impegno costante per lo sviluppo di tecnologie innovative che aiutino a risolvere i problemi della società”, conclude Nagafusa.

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