Nel 2025, il mondo celebra il decimo anniversario dell’Accordo di Parigi, un trattato che ha segnato una pietra miliare nella lotta contro il cambiamento climatico. In questo decennio, sono stati raggiunti progressi tangibili, ma come sottolineato dal Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, Simon Stiell, nel suo discorso a Brasília, c’è ancora molto da fare. Il progresso è stato reale, ma i passi successivi sono cruciali per evitare una crisi climatica irreversibile. Ecco i punti salienti del discorso di Stiell, analizzando i progressi compiuti e le sfide che rimangono da affrontare, concentrandosi in particolare sui “progressi contro il cambiamento climatico” in relazione agli impegni presi a Parigi.
I progressi contro il climate change: un lungo cammino
Simon Stiell ha aperto il suo discorso riflettendo sui notevoli progressi fatti dal 2015. Se l’Accordo di Parigi ha messo in moto un movimento globale per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, il Segretario Esecutivo ha notato che non siamo ancora sulla strada giusta. La temperatura globale è attualmente destinata ad aumentare di circa 3 gradi Celsius, il che è “ancora troppo alto” per garantire la sicurezza del nostro pianeta. Tuttavia, Stiell ha evidenziato come, grazie all’Accordo di Parigi, il mondo abbia evitato scenari molto peggiori, come un aumento di 5 gradi, che sarebbe stato una “sentenza di morte per l’umanità”.
Un aspetto positivo, sottolineato dal Segretario Esecutivo, è l’irresistibile boom degli investimenti nelle energie rinnovabili, con un aumento record di 2 trilioni di dollari in un solo anno, più del doppio rispetto agli investimenti nei combustibili fossili. Stiell ha affermato che questo cambiamento non è solo il risultato di una buona volontà, ma di un’opportunità economica enorme: “quando 2 trilioni di dollari entrano nel settore delle energie pulite, è perché l’opportunità economica è troppo grande per essere ignorata”. Questo dimostra come l’economia e la sostenibilità possano andare di pari passo, portando benefici significativi non solo per l’ambiente ma anche per le economie nazionali.
Le sfide finanziarie per i paesi in via di sviluppo
Tuttavia, non tutti i paesi stanno beneficiando equamente di questa transizione energetica. Stiell ha messo in evidenza un’importante disuguaglianza: mentre le economie avanzate si stanno adattando e prosperando grazie agli investimenti nelle energie rinnovabili, i paesi in via di sviluppo sono ancora indietro, principalmente a causa della difficoltà di accesso ai finanziamenti necessari per implementare le proprie politiche climatiche.
Nel suo discorso, Stiell ha fatto riferimento alla necessità di una maggiore solidarietà internazionale, esortando i paesi sviluppati a intensificare gli aiuti ai paesi più vulnerabili. “Abbiamo passato da quasi niente a 2 trilioni di dollari in poco più di un decennio. Immaginate se riuscissimo a fare di più”, ha detto, evidenziando il potenziale per moltiplicare gli investimenti se il sistema finanziario globale fosse riformato per supportare meglio i paesi in via di sviluppo. L’obiettivo, secondo Stiell, è quello di raggiungere il traguardo di 1,3 trilioni di dollari di finanziamenti attraverso il “Roadmap di Baku”, che mira a garantire che ogni paese possa partecipare pienamente alla transizione climatica.
L’adattamento come elemento chiave della strategia climatica
Un’altra area fondamentale del discorso di Stiell è stata l’importanza crescente dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Non basta ridurre le emissioni: è cruciale anche investire in misure che possano ridurre i danni derivanti dai disastri climatici. Stiell ha sottolineato che ogni dollaro investito in adattamento equivale a sei dollari risparmiati in danni evitati. Ha anche richiamato l’attenzione sull’importanza di proteggere i piccoli e medi produttori agricoli, i più vulnerabili ai cambiamenti climatici. “Dobbiamo investire nelle soluzioni che ci permetteranno di adattarci meglio alle nuove condizioni climatiche“, ha dichiarato.
Inoltre, Stiell ha ribadito che la protezione degli ecosistemi naturali gioca un ruolo cruciale nell’adattamento. La conservazione delle foreste, la gestione delle risorse idriche e la protezione della biodiversità sono aspetti fondamentali per evitare danni catastrofici. Queste azioni non solo sono vitali per la conservazione dell’ambiente, ma rappresentano anche un’opportunità per creare resilienza nelle comunità vulnerabili, generando al contempo nuovi posti di lavoro e opportunità economiche.
Il finanziamento climatico e la riforma del sistema finanziario globale
Un tema centrale del discorso di Stiell è stato il finanziamento per il cambiamento climatico. Il Segretario Esecutivo ha sottolineato che il finanziamento per la lotta contro il cambiamento climatico non dovrebbe essere visto come una forma di carità, ma come un investimento necessario per garantire la sicurezza globale. Ha anche ricordato che la riorganizzazione del sistema finanziario globale è una delle sfide più urgenti, poiché una parte significativa dei flussi finanziari globali è ancora rivolta verso il finanziamento di progetti che contribuiscono al riscaldamento globale, come i combustibili fossili. La necessità di indirizzare questi flussi verso le energie rinnovabili è più che mai impellente.
Stiell ha parlato della riforma del sistema finanziario internazionale come una priorità per i prossimi anni. Ha esortato a un maggiore impegno per garantire che i finanziamenti globali siano allineati con gli obiettivi climatici, in modo che tutti i paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, possano ottenere il supporto necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il ruolo dell’Amazzonia e delle comunità indigene
Nel suo discorso, Stiell ha posto particolare enfasi sul ruolo cruciale del Brasile e dell’Amazzonia nella lotta contro il cambiamento climatico. L’Amazonia, insieme ai popoli indigeni, rappresenta una risorsa fondamentale per la lotta al riscaldamento globale, e la protezione di questa vasta foresta pluviale è essenziale per mantenere l’equilibrio del clima globale. Stiell ha sottolineato che le popolazioni indigene non sono solo i custodi della natura, ma anche i protagonisti di una transizione sostenibile. La loro conoscenza tradizionale delle risorse naturali è fondamentale per costruire soluzioni climatiche efficaci e inclusive.
Un cammino ancora lungo ma promettente
Stiell ha concluso il suo discorso ricordando che, nonostante i progressi, il cammino verso la neutralità climatica è ancora lungo. “Dieci anni dopo Parigi, non abbiamo ancora fatto tutto”, ha detto, sottolineando che la prossima decade sarà decisiva. Il futuro della lotta al cambiamento climatico dipenderà dalla capacità di implementare i piani climatici a livello nazionale, di aumentare i finanziamenti e di fare di più per proteggere le comunità vulnerabili. “La lotta non è finita”, ha concluso, “ma siamo sulla strada giusta, e la transizione è inarrestabile”.