Transizione energetica

Fotovoltaico e CACER per infrastrutture TLC sostenibili



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La partnership tra FiberCop ed EnerCop porta l’energia fotovoltaica nelle infrastrutture di telecomunicazione italiane, integrando modelli innovativi di autoconsumo e configurazioni CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile). L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale, aumentare l’autonomia operativa e contribuire alla decarbonizzazione del settore, in linea con le direttive europee sulla sostenibilità

Pubblicato il 24 dic 2025



Fotovoltaico e CACER

Fotovoltaico e CACER: quando l’energia solare diventa (davvero) condivisa

Il fotovoltaico non è più soltanto una scelta individuale: con le CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile) l’energia prodotta localmente può essere condivisa tra più soggetti, aumentando autoconsumo e benefici economici. È un cambio di paradigma che intreccia transizione energetica, regole, tecnologia e governance di comunità.

Fotovoltaico: dal pannello alla presa

Negli ultimi anni, la vera sfida del fotovoltaico si è spostata dal “quanto produco” al “quanto riesco a usare mentre produco”, cioè all’autoconsumo. Tutto questo perché ogni kWh consumato in loco vale più di un kWh ceduto, soprattutto in un contesto di prezzi energetici variabili e come risposta a bisogni crescenti di stabilità.

Che cosa sono le CACER e perché cambiano le regole del gioco?

Prima di procedere è necessario fissare l’attenzione su cosa sono esattamente le CACER . L’acronimo di Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile rappresenta un modello che consente di condividere energia rinnovabile prodotta localmente tra più utenti.

L’importanza di regolare una precisa coincidenza tra produzione e consumi


Non si tratta di “passarsi” fisicamente l’elettricità con un cavo tra edifici, ma di valorizzare la coincidenza tra produzione e consumi all’interno di un perimetro regolato.
È qui che il fotovoltaico smette di essere solo una scelta del singolo e diventa un’infrastruttura di territorio, capace di generare benefici collettivi.
Le CACER includono forme diverse (come comunità energetiche e autoconsumo collettivo), ma l’idea di fondo è sempre la stessa: far crescere l’energia rinnovabile utilizzata vicino a dove nasce.

Come funziona la condivisione dell’energia

Il concetto chiave delle CACER è l’energia “condivisa”: vale a dire quella che, nello stesso intervallo temporale, viene prodotta dall’impianto e consumata dai membri della configurazione. Se l’impianto produce a mezzogiorno e i consumi sono soprattutto serali, la quota condivisa si riduce: e con essa i vantaggi.
Per questo entrano in gioco le tecnologie “smart”: monitoraggio dei carichi, sistemi di gestione dell’energia, automazione, accumulo, ricarica intelligente dei veicoli elettrici.
In una logica CACER, la sostenibilità non è solo produrre verde, ma progettare bene profili di consumo, potenze installate e comportamenti energetici.

Fotovoltaico e CACER: quali benefici per cittadini, imprese e comuni?

Per famiglie e PMI il primo beneficio è economico: più autoconsumo e più valorizzazione dell’energia condivisa significano bollette più leggere e maggiore prevedibilità.
Per le imprese, soprattutto energivore o con processi flessibili, la condivisione può diventare un tassello di competitività, oltre che di decarbonizzazione.
Per i Comuni, le CACER aprono un terreno nuovo: usare il fotovoltaico come leva di politica pubblica, dall’efficienza degli edifici alla riduzione della povertà energetica.
E c’è un effetto “di sistema”: più generazione distribuita e più consumo locale possono alleggerire la pressione sulla rete e rendere più robusta la transizione.

CACER: cosa serve per farle funzionare davvero

Per far funzionare al meglio il rapporto tra fotovoltaico e CACER servono governance chiara, regole trasparenti di ripartizione dei benefici, dati affidabili e una gestione amministrativa che sappia valorizzare i comportamenti virtuosi.
Serve anche realismo: la sostenibilità economica dipende da consumi, profili orari, dimensionamento dell’impianto e capacità di coinvolgere utenti coerenti.
Quando questi elementi si allineano, fotovoltaico e CACER diventano un acceleratore concreto di smart green city: energia pulita, locale, misurabile e, soprattutto, condivisa.

La collaborazione tra operatori alla base del rapporto tra fotovoltaico e CACER

La collaborazione tra operatori delle telecomunicazioni e aziende dell’energia sta dando vita a nuovi modelli per la realizzazione di infrastrutture digitali sostenibili. L’integrazione di reti in fibra ottica con impianti fotovoltaici rappresenta una delle soluzioni più concrete per ridurre l’impatto ambientale del settore, favorendo al tempo stesso l’autoconsumo energetico e la decarbonizzazione competitiva dei processi operativi. In questo contesto si inserisce il progetto congiunto tra FiberCop ed EnerCop, che punta a promuovere un approccio innovativo all’energia all’interno delle reti di telecomunicazione, in linea con gli obiettivi europei di transizione ecologica.

FiberCop ed EnerCop: partnership per un’infrastruttura digitale più sostenibile

L’accordo tra FiberCop ed EnerCop segna un momento di discontinuità nella gestione energetica delle infrastrutture di telecomunicazione italiane. La scelta di integrare la produzione fotovoltaica nei siti dismessi o sottoutilizzati delle centrali di telecomunicazione si inserisce in una strategia di efficientamento che guarda sia all’autonomia operativa sia alla resilienza dei servizi.

Fotovoltaico e CACER

L’iniziativa nasce all’interno del Gruppo Optics HoldCo, che coordina entrambe le realtà, e mira a coniugare l’esigenza di continuità nell’erogazione dei servizi digitali con una crescente pressione normativa e sociale verso la riduzione dell’impronta carbonica. Nell’accordo, FiberCop porta il proprio patrimonio immobiliare diffuso e la capacità logistica, mentre EnerCop mette a sistema competenze specifiche nell’ottimizzazione dei consumi e nella gestione della generazione distribuita. Da qui prende forma un modello di sinergia che punta a valorizzare asset esistenti, contenere i costi operativi e rafforzare la compliance rispetto agli obiettivi ambientali fissati a livello nazionale ed europeo.

Il Progetto Solare: obiettivi, impatti e benefici ambientali

Il Progetto Solare si sviluppa su una roadmap ambiziosa: installare oltre 2.000 impianti fotovoltaici sulle infrastrutture FiberCop entro il 2027, con una capacità annuale prevista attorno ai 200 GWh. Già nella prima fase sono in corso i lavori per 26 impianti, che dovrebbero generare 4,35 GWh l’anno – una quota significativa se rapportata ai consumi specifici delle centrali TLC. In termini ambientali, il risparmio stimato è pari a circa 1.435 tonnellate di CO2 all’anno: un dato che trova riscontro in metriche internazionali di assorbimento (oltre 120.000 alberi adulti equivalenti) e nella comparazione con il traffico veicolare sottratto alla circolazione. La scelta di investire su energia autoprodotta si traduce inoltre in una mitigazione del rischio legato alla volatilità dei prezzi energetici e in una maggiore prevedibilità dei costi fisici della rete, elementi rilevanti per la pianificazione finanziaria delle infrastrutture critiche.

Fotovoltaico e configurazione CACER: innovazione nell’autoconsumo energetico

Un aspetto distintivo di questo progetto è appunto l’attivazione della configurazione CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile), che consente di superare i limiti tradizionali dell’autoproduzione “on site”. Attraverso questo schema normativo, FiberCop può convogliare l’energia generata da un impianto fotovoltaico verso siti distanti dal punto fisico di produzione, ottimizzando i flussi energetici in base alle reali esigenze operative della rete.

Questo tipo di configurazione è già operativo su due dei nuovi impianti e verrà esteso progressivamente, abilitando un modello avanzato di gestione dei carichi che riduce ulteriormente i prelievi dalla rete pubblica. L’adesione al regime CACER tramite iscrizione al GSE rappresenta un elemento chiave per massimizzare il ritorno sull’investimento degli asset fotovoltaici e sperimentare nuove forme di condivisione energetica tra nodi infrastrutturali, anticipando possibili evoluzioni normative sulla gestione distribuita dell’energia.

Verso il 2027: roadmap e prospettive di decarbonizzazione

Guardando agli obiettivi fissati al 2027, il progetto si configura come uno snodo strategico nel percorso di decarbonizzazione del settore telecomunicazioni italiano. A regime, il fotovoltaico dovrebbe coprire circa il 35% dei consumi complessivi di FiberCop, riducendo sensibilmente la dipendenza da energia tradizionale e migliorando la sostenibilità economica della rete. Il piano prevede una progressiva scalabilità degli interventi su tutto il territorio nazionale, con priorità assegnate ai siti ad alto assorbimento energetico. Questo approccio consente una gestione più efficiente degli investimenti e prepara la società a rispondere anche a future richieste regolatorie su emissioni e trasparenza energetica. L’esperienza maturata potrà inoltre fungere da benchmark per altre utility digitali interessate a percorsi analoghi, contribuendo alla costruzione di un ecosistema più resiliente sia sotto il profilo ambientale che industriale.

La collaborazione tra FiberCop ed EnerCop si inserisce a tutti gli effetti in un contesto in cui la domanda di infrastrutture digitali efficienti e sostenibili è destinata a crescere. L’integrazione del fotovoltaico nelle reti di telecomunicazioni, insieme allo sviluppo di modelli avanzati di autoconsumo come quelli abilitati dalla configurazione CACER, suggerisce un possibile cambio di paradigma nella gestione energetica dei servizi digitali. Se il percorso indicato verso il 2027 sarà effettivamente seguito con coerenza e trasparenza, il settore potrà contribuire concretamente agli obiettivi di decarbonizzazione.

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