Per rispondere alle sfide legate alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale, il packaging alimentare ha attraversato – e lo sta facendo tuttora – una profonda trasformazione: da semplice barriera fisica pensata per annullare o comunque minimizzare l’influenza dell’ambiente esterno sul prodotto, si è evoluto in un sistema intelligente, connesso e sostenibile capace di rivoluzionare il modo in cui gli alimenti vengono conservati, monitorati e consumati.
La crescita del settore è alimentata da sinergie strategiche tra produttori di imballaggi, fornitori di tecnologie e marchi dell’industria alimentare, mentre l’innovazione nei materiali e lo sviluppo di soluzioni smart continuano a definirne i confini.
A confermarlo sono i dati più recenti: secondo una ricerca di MarketsandMarkets pubblicata nel gennaio 2025, il mercato globale dello smart food packaging – che comprende soluzioni attive, intelligenti, MAP (Modified Atmosphere Packaging) ed edibili – crescerà a un tasso annuo composito (CAGR) del 6,2% fino al 2029 raggiungendo i 35,69 miliardi di dollari.
Il mercato del packaging alimentare intelligente
Spinto dalla necessità di garantire una maggiore sicurezza alimentare, di prolungare la shelf-life dei prodotti e di promuovere la sostenibilità, il mercato del packaging alimentare ha introdotto soluzioni all’avanguardia che stanno ridefinendo gli standard della Food Industry a livello globale.
Fra le tecnologie più diffuse si annoverano imballaggi attivi contenenti agenti antimicrobici, dispositivi per il controllo dell’umidità e sistemi di degassificazione, tutti progettati per migliorare attivamente la qualità e preservare la freschezza degli alimenti.
Strumenti intelligenti come indicatori, sensori, RFID (identificazione a radiofrequenza), NFC (Near Field Communication) e sistemi di tracciabilità basati su blockchain, facilitano il monitoraggio in tempo reale delle condizioni e dell’autenticità degli alimenti, offrendo vantaggi concreti per produttori, distributori e consumatori.
Anche i codici QR giocano un ruolo chiave nel packaging alimentare, potenziando l’interazione con i consumatori e rafforzando la percezione del marchio, con un impatto diretto sull’aumento delle vendite. Attraverso una semplice scansione, gli utenti possono accedere a informazioni dettagliate sul prodotto, offerte promozionali e programmi fedeltà. Ciò favorisce la trasparenza su ingredienti e provenienza e incentiva la fidelizzazione al brand.
Tra le innovazioni emergenti figurano il confezionamento in atmosfera modificata (o MAP, Modified Atmosphere Packaging), che regola l’ambiente interno degli imballaggi, e soluzioni ecocompatibili come packaging biodegradabili o edibili, che rispondono alla attenzione sempre più forte verso l’impatto ambientale.
Si tratta di sistemi che oggi permettono non solo di monitorare la freschezza, garantire la tracciabilità o ottimizzare la logistica, ma anche di ridurre gli sprechi alimentari, abbattere le emissioni e favorire l’economia circolare, assicurando la conformità alle normative in continua evoluzione.
Cosa si intende per packaging alimentare
Definizione di packaging alimentare
Il packaging alimentare comprende l’insieme di materiali, forme, tecnologie e processi progettati per contenere, proteggere, trasportare e comunicare un prodotto alimentare.
A livello industriale, il packaging viene studiato in stretta sinergia con R&D, supply chain e marketing, poiché incide direttamente sulla conservazione del prodotto, sulla sicurezza alimentare, sull’esperienza del consumatore e sull’impatto ambientale.
Funzioni principali del packaging alimentare
1. Protezione fisica e igienica degli alimenti
Il primo scopo del packaging è preservare l’integrità del prodotto. Deve difendere il contenuto da:
- Contaminazioni microbiologiche
- Urti, pressioni e vibrazioni nella logistica
- Escursioni termiche, luce, ossigeno e umidità
- Manomissioni o accessi non autorizzati
I materiali devono essere inerenti, atossici e conformi alle normative sui MOCA, e i sistemi di sigillatura devono garantire una barriera funzionale fino al consumo.
2. Estensione della shelf-life
Una delle funzioni più strategiche è prolungare la vita commerciale dell’alimento, evitando sprechi e riducendo i resi. Alcune tecnologie chiave:
- Atmosfera modificata (MAP) per prodotti freschi
- Film barriera multistrato contro ossigeno e umidità
- Confezionamento sottovuoto per rallentare l’ossidazione
- Antimicrobial coatings per limitare la proliferazione batterica
Queste soluzioni permettono di ridurre l’uso di conservanti chimici e migliorare la qualità percepita.
3. Tracciabilità e informazione al consumatore
Il packaging funge anche un supporto informativo e digitale. Deve contenere:
- Dati obbligatori (ingredienti, scadenza, lotto, allergeni)
- Etichettatura ambientale e istruzioni di smaltimento
- QR code, RFID o NFC per la tracciabilità avanzata
- Informazioni nutrizionali o valoriali (come origine e sostenibilità)
Per i produttori, questo significa dotarsi di sistemi integrati di stampa, serializzazione e codifica per garantire la compliance lungo tutta la filiera.
4. Attrattività commerciale sul punto vendita
In ambito B2B2C, il packaging è uno strumento di marketing strategico. Il design influisce sull’acquisto in pochi secondi:
- Colori, forme e materiali comunicano valori (tradizione, innovazione, naturalezza…)
- Packaging trasparente per mostrare la qualità del prodotto
- Esperienze unboxing e funzionalità “on the go” per il food convenience
- Personalizzazione e stagionalità per aumentare l’engagement
Per i brand, è fondamentale integrare design e funzionalità tecniche, senza sacrificare la sostenibilità.
5. Logistica efficiente
Un buon packaging deve essere ottimizzato per la movimentazione, lo stoccaggio e la distribuzione:
- Riduzione del volume e peso
- Impilabilità e modularità nei pallet
- Resistenza a condizioni ambientali (freddo, umidità, trasporto su lunghe distanze)
- Codifica GS1 e standard logistici internazionali
Nel B2B alimentare, soprattutto per export o GDO, un packaging ben progettato riduce costi logistici, danni e reclami.
Innovazione nel packaging alimentare
L’innovazione nel packaging alimentare rappresenta oggi un elemento competitivo chiave per le aziende della filiera del Food: migliora l’efficienza produttiva, garantisce la sicurezza alimentare, risponde alle richieste del mercato e contribuisce agli obiettivi di sostenibilità. Le tecnologie emergenti, integrate con materiali innovativi e strumenti digitali, stanno trasformando il settore in ogni sua fase.
Nuovi materiali e tecnologie intelligenti
Bioplastiche compostabili
Si tratta di materiali derivati da fonti vegetali come amido di mais, canna da zucchero o PLA (acido polilattico). Sono compostabili in impianti industriali e rappresentano un’alternativa alla plastica tradizionale.
Vantaggi:
- Riduzione delle emissioni di CO₂
- Comunicazione sostenibile al consumatore
- Conformità alle direttive europee sulla plastica monouso
Film attivi e intelligenti
Sono materiali multistrato dotati di additivi attivi (antimicrobici, antiossidanti) o di sensori visivi che reagiscono alla variazione di temperatura, pH o freschezza del prodotto.
Esempi:
- Indicatori visivi di deterioramento
- Pellicole che rilasciano CO₂ per mantenere l’atmosfera modificata
- Inchiostri termocromatici per la cold chain
Nanotecnologie
L’impiego di nanomateriali migliora le proprietà meccaniche e barriera dei film:
- Nanoclay e nanocellulosa per aumentare la resistenza e ridurre la permeabilità a ossigeno e vapore
- Trattamenti superficiali nanostrutturati che migliorano l’adesione dei coating
- Potenziale uso come vettori per composti attivi
Smart packaging
La digitalizzazione ha portato alla nascita del packaging alimentare intelligente, che non si limita più a proteggere, ma diventa un sistema connesso e abilitante per la logistica, la tracciabilità e l’interazione con il consumatore.
Etichette intelligenti (QR Code, RFID, NFC)
Le etichette intelligenti consentono di integrare informazioni aggiuntive accessibili via smartphone o sistemi automatizzati:
- Provenienza, certificazioni, data di confezionamento
- Istruzioni di smaltimento, storytelling del brand
- Interazione post-vendita (ricette, promozioni, feedback)
Monitoraggio della catena del freddo
Sensori e data logger incorporati nel packaging permettono di verificare l’integrità termica del prodotto lungo tutta la filiera del trasporto.
- Alert automatici in caso di superamento soglie
- Garanzia di qualità e sicurezza per retailer e consumatori
- Integrazione con dispositivi IoT a bordo di mezzi refrigerati
Integrazione con sistemi ERP e blockchain
Il packaging può diventare un nodo attivo nella supply chain digitale:
- Tracciamento univoco tramite serializzazione e timestamp
- Registrazione automatica su blockchain per certificare la filiera
- Connessione con sistemi ERP/WMS per gestione scorte, recall, export
Automazione nella produzione del packaging
L’innovazione non riguarda solo i materiali, ma anche i processi produttivi, grazie all’introduzione di tecnologie tipiche delle logiche Industry 4.0.
Linee di confezionamento automatizzate
Soluzioni ad alta produttività che integrano:
- Dosaggio e riempimento automatizzati
- Sigillatura a induzione o ultrasuoni
- Cambio formato e riconfigurazione rapida tramite software
Robotica e Intelligenza Artificiale
L’Intelligenza artificiale viene impiegata per ottimizzare la qualità e ridurre gli scarti:
- Vision system per l’ispezione in tempo reale
- Machine learning per identificare pattern di difettosità
- Cobots per operazioni collaborative in ambienti flessibili
Perché si parla di packaging alimentare sostenibile
Il tema della sostenibilità nel packaging alimentare è oggi centrale nelle strategie aziendali della filiera del Food. L’imballaggio, infatti, rappresenta una delle principali voci di impatto ambientale legato al prodotto. Dalla produzione delle materie prime fino allo smaltimento, passando per trasporto, conservazione e logistica, ogni fase del ciclo di vita dell’imballaggio genera costi ambientali significativi.
Investire in soluzioni di packaging alimentare sostenibile significa rispondere alla crescente pressione normativa, migliorare la brand reputation e ridurre i costi lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.
Sostenibilità nel packaging alimentare
Impatto ambientale del packaging
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, gli imballaggi rappresentano oltre il 36% dei rifiuti solidi urbani generati ogni anno in Europa. L’adozione di packaging sostenibili permette di:
- Ridurre l’uso di materie prime vergini
- Diminuire le emissioni di CO₂ associate alla produzione e al trasporto
- Facilitare la raccolta differenziata e il riciclo
- Ridurre l’accumulo di microplastiche e rifiuti permanenti
Economia circolare
Il packaging alimentare sostenibile si inserisce in una logica di circular economy, secondo cui l’imballaggio deve essere progettato per durare, essere riutilizzato o riciclato facilmente. Questo approccio prevede:
- Riutilizzo degli imballaggi, specie nel B2B (es. casse, contenitori);
- Facilitazione del riciclo, attraverso materiali monocomponente o facilmente separabili;
- Compostabilità, per imballaggi che possono biodegradarsi in impianti industriali certificati;
- Design for disassembly, che consente la separazione efficiente dei materiali a fine vita;
- Upcycling, ovvero il riutilizzo creativo di prodotti destinati allo scarto in prodotti di valore superiore.
Perché conviene alle aziende investire nel packaging sostenibile
Le imprese che adottano soluzioni di packaging alimentare a basso impatto ambientale ottengono vantaggi concreti su più fronti:
- Conformità normativa: anticipano regolamenti europei sempre più stringenti, come il PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation);
- Riduzione dei costi: soprattutto per trasporto, logistica e gestione dei rifiuti;
- Reputazione e valore del brand: rispondono a una crescente domanda da parte di consumatori consapevoli e attenti alla sostenibilità;
- Accesso a incentivi e certificazioni: le scelte ecocompatibili possono facilitare l’accesso a fondi o programmi pubblici.
Materiali sostenibili: quali scegliere e perché
Carta e cartone certificati FSC
- Derivano da foreste gestite in modo responsabile.
- Impiegati soprattutto per vassoi e imballaggi secondari.
- Possono essere accoppiati con bioplastiche per migliorarne le prestazioni (resistenza a umidità e grassi).
PLA (acido polilattico)
- Bioplastica derivata da fonti rinnovabili come mais e barbabietola.
- Compostabile in impianti industriali secondo norma UNI EN 13432.
- Utilizzata per: vaschette, capsule da caffè, pellicole trasparenti, bicchieri.
Materiali compostabili certificati UNI EN 13432
Questa norma europea certifica che un materiale può degradarsi entro 90 giorni in impianti di compostaggio industriale. I materiali devono superare test su:
- Biodegradabilità
- Disintegrazione
- Assenza di metalli pesanti e fitotossicità
Esempi: biopolimeri a base di amido, cellulosa rigenerata, PHA.
Le aziende che investono in materiali innovativi, certificazioni ambientali e design circolare riescono a:
- Migliorare la reputazione del brand e rispondere alle richieste di consumatori sempre più consapevoli
- Anticipare le normative europee (una su tutte il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio o PPWR)
- Ridurre i costi legati a smaltimento e logistica
Esempi di aziende virtuose
Start-up italiane con soluzioni bio-based
- BioPak e BioDea sviluppano film per alimenti ottenuti da scarti agricoli (es. pomodoro, vinaccia). Queste soluzioni sono compostabili e plastic-free, pensate per la GDO e il settore horeca.
- Packtin, spin-off universitario, utilizza pectine e scarti agroindustriali per creare film edibili e rivestimenti biodegradabili.
Grandi player con packaging circolari
- Nestlé, Barilla, Unilever hanno avviato progetti per convertire il packaging convenzionale in materiali monomateriale o riciclati al 100%.
- McDonald’s ha adottato packaging in carta compostabile certificata e ha ridotto del 90% l’uso della plastica in Europa.
- Danone e PepsiCo stanno sperimentando l’integrazione di bioplastica marina, carta barriera e resine riciclate food-grade.
Normative sul packaging alimentare
In un settore come quello dell’industria alimentare, dove il packaging non solo è concepito per la protezione e la conservazione dei prodotti, ma anche per garantire la sicurezza dei consumatori, la conformità normativa è un elemento imprescindibile per operare sul mercato, soprattutto nel contesto europeo, dove le disposizioni che regolano il comparto sono particolarmente rigorose, articolate e in continua evoluzione.
Queste norme – stabilite da organismi come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e la Commissione Europea – prevedono controlli dettagliati sui materiali utilizzati, sulle pratiche di produzione e sull’etichettatura, con l’obiettivo di proteggere i consumatori da potenziali rischi per la salute.
Le normative sul packaging alimentare forniscono indicazioni precise non solo per garantire la qualità e sicurezza dell’alimento, ma anche la trasparenza della filiera, la sostenibilità dei materiali e la responsabilità ambientale. Per le imprese che producono, trasformano o utilizzano imballaggi, investire in compliance normativa significa:
- Ridurre i rischi legali e reputazionali
- Facilitare l’accesso a mercati internazionali
- Rispondere ai requisiti dei grandi retailer e delle GDO, sempre più attenti alla tracciabilità e alla sostenibilità
Regolamento (CE) n. 1935/2004 per la sicurezza dei MOCA
Sia la normativa italiana che quella comunitaria affrontano la tematica della sicurezza dei Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti (MOCA). Il Regolamento (CE) n.1935/2004 stabilisce che tutti i MOCA:
- Non devono trasferire sostanze estranee agli alimenti in quantità tali da mettere in pericolo la salute umana;
- Non devono modificare la composizione né deteriorare le caratteristiche organolettiche (gusto, odore) degli alimenti;
- Devono essere prodotti secondo buone pratiche di fabbricazione (GMP) – disciplinate dal Regolamento (CE) n. 2023/2006 – e quindi con processi controllati e tracciabili, riducendo il rischio di contaminazione.
Per garantire la conformità e la sicurezza dei MOCA, infatti, i produttori devono utilizzare:
- materiali di partenza idonei al processo di fabbricazione;
- sedi adeguate e personale preparato;
- sistemi di controllo della qualità efficaci e documentati.
Secondo la normativa MOCA i produttori devono anche assicurare una comunicazione adeguata sull’impiego dei materiali e degli oggetti fabbricati, sia nei confronti dei rivenditori che dei consumatori finali, attraverso l’etichettatura.
Materiali e oggetti di materia plastica a contatto con gli alimenti: il regolamento (UE) n. 10/2011
Specificamente per le materie plastiche, il Regolamento (UE) n. 10/2011 costituisce una misura specifica del Regolamento (CE) n. 1935/2004 e stabilisce norme per la produzione e la commercializzazione di materie plastiche destinate a venire a contatto con gli alimenti. Questo regolamento definisce tutte le sostanze autorizzate, che possono quindi essere destinate al contatto con i prodotti alimenti, oltre ai criteri per la valutazione della conformità dei prodotti e ai requisiti da rispettare per eseguire i test di migrazione (che assicurano che nessuna sostanza dannosa venga trasferita dal materiale plastico agli alimenti).
Il Regolamento (UE) n. 282/2008 riguarda nello specifico gli imballaggi in plastica riciclata destinati al contatto con gli alimenti, introducendo una serie di norme volte a garantire che i materiali utilizzati siano sicuri e di alta qualità.
Etichettatura ambientale
Per quanto riguarda l’etichettatura, il Regolamento (UE) n. 1169/2011, noto come Food Information to Consumers (FIC), è fondamentale. Questo regolamento prevede che le etichette degli alimenti forniscano informazioni chiare e precise su vari aspetti e che i consumatori ricevano tutte le informazioni necessarie per fare scelte alimentari consapevoli.
In particolare, l’articolo 9, fornisce un elenco di tutte le indicazioni obbligatorie da riportare sui prodotti alimentari preconfezionati, tra cui:
- la denominazione dell’alimento;
- l’elenco completo degli ingredienti;
- qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico che provochi allergie o intolleranza (D.Lgs. n. 109/92, art. 5, comma 2);
- la quantità netta dell’alimento;
- informazioni sulla conservazione e la data di scadenza;
- le condizioni particolari di conservazione;
- il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare;
- il paese di origine o il luogo di provenienza;
- istruzioni per l’utilizzo;
- dichiarazione nutrizionale.
Certificazioni e conformità
ISO 22000: Sicurezza alimentare
Certificazione internazionale che garantisce che l’intera filiera, inclusa la produzione di packaging, adotti un sistema di gestione della sicurezza alimentare basato su HACCP e su una valutazione sistemica dei rischi.
Certificazioni ambientali
- Ecolabel UE: Attesta che un imballaggio rispetta criteri ecologici su ciclo di vita, materie prime e riciclabilità.
- OK compost INDUSTRIAL/Home (TÜV Austria): Verifica la compostabilità reale del materiale secondo norme EN 13432 e 14995.
- FSC® e PEFC: Certificazioni di origine sostenibile per carta e cartone.
Tracciabilità e dichiarazioni
Per i MOCA è fondamentale:
- Eseguire analisi di migrazione globale e specifica (es. per plastificanti, ammine, metalli pesanti)
- Mantenere dichiarazioni di conformità aggiornate (DoC)
- Gestire un sistema documentale integrato con audit e controlli qualità (spesso con ERP o software LIMS)
PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation: cosa prevede la nuova normativa UE
Nel quadro del Green Deal europeo e del Piano d’Azione per l’Economia Circolare, l’Unione Europea ha recentemente approvato il nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, altrimenti noto come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), che introduce cambiamenti significativi per il settore alimentare, con un focus particolare sull’etichettatura con l’obiettivo di: aumentare la durabilità e la riutilizzabilità degli imballaggi, ridurre la dipendenza da risorse fossili, promuovere l’uso di materiali compostabili o biodegradabili certificati.
Entrato in vigore l’11 febbraio 2025, con applicazione generale prevista dal 12 agosto 2026, il Packaging and Packaging Waste Regulation 2025/40 (PPWR) sostituisce la Direttiva 94/62/CE (Packaging and Packaging Waste – PPWD), segnando un passo avanti verso un sistema di produzione e consumo più sostenibile.
Il regolamento stabilisce nuovi criteri per la progettazione sostenibile degli imballaggi, imponendo requisiti specifici n termini di composizione, riciclabilità, riuso e riduzione del volume e peso, nonché misure di prevenzione e gestione dei rifiuti di imballaggio.
A differenza della precedente normativa, il PPWR ha valore direttamente vincolante in tutti gli Stati membri, senza necessità di recepimento a livello nazionale, garantendo così uniformità normativa nel mercato europeo.
Obiettivi principali del PPWR
Di fronte alle statistiche che vedono il 40% della plastica utilizzata nell’UE destinata al packaging e il 50% dei rifiuti marini composto da imballaggi, il PPWR mira a ridurre l’impatto ambientale del packaging, promuovendo un sistema più sostenibile, circolare e competitivo. I suoi obiettivi chiave sono:
- Prevenire e ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio, anche attraverso sistemi di riuso e ricarica.
- Limitare gli imballaggi monouso con l’obbligo per le attività di take-away di accettare contenitori riutilizzabili portati dal cliente, senza costi aggiuntivi.
- Rendere tutti gli imballaggi riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030.
- Aumentare il contenuto riciclato con target minimi di contenuto di materiale riciclato in determinati tipi di imballaggio entro il 2030 e 2040.
- Incrementare l’uso sicuro di plastica riciclata negli imballaggi.
- Ridurre l’uso di materiali vergini (es. plastica da fonti fossili) per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
- Limitare le sostanze pericolose, in particolare con restrizioni su PFAS (per- e polifluoroalchiliche) e altri composti dannosi.
Ambito di applicazione e impatto
Il PPWR si applica a tutti gli imballaggi immessi sul mercato UE, in tutti i settori: domestico, industriale, commerciale e logistico. Regola l’intero ciclo di vita dell’imballaggio: dalla progettazione alla gestione del rifiuto.
La piena attuazione del PPWR è attesa per: ridurre le emissioni di gas serra e il consumo d’acqua, migliorare la qualità del riciclo e il mercato delle materie prime secondarie, rafforzare il mercato unico europeo attraverso regole comuni e standard armonizzati.
Tempi e fasi di attuazione
Data | Evento |
---|---|
30 novembre 2022 | La Commissione UE propone la revisione della normativa |
11 febbraio 2025 | Entrata in vigore del PPWR |
12 agosto 2026 | Inizio dell’applicazione generale del regolamento |
Entro il 2030 | Tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili in modo economicamente sostenibile |
Entro il 2040 | Riduzione del volume complessivo dei rifiuti da imballaggio del 15% pro capite |
Prossimi passi
Il regolamento sarà completato da: norme armonizzate e linee guida tecniche,
atti delegati e di esecuzione, per precisare i dettagli operativi, iniziative informative per imprese e stakeholders (es. evento online del 16 dicembre 2024 da parte della DG Environment).
Transizione verso imballaggi sostenibili: Direttiva SUP vs. Regolamento PPWR
La crescente urgenza di contrastare l’inquinamento da plastica ha spinto l’Unione Europea ad adottare una strategia normativa sempre più ambiziosa e articolata. Due strumenti chiave di questo percorso sono la Direttiva sulla plastica monouso (SUP) e il nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR).
Direttiva SUP: l’Italia recepisce e integra
Con il D.Lgs. n. 196, l’Italia ha recepito la Direttiva (UE) 2019/904 del 5 giugno 2019, meglio nota come SUP (Single Use Plastic). Il testo italiano introduce misure finalizzate a prevenire e ridurre l’impatto ambientale di specifici prodotti in plastica monouso, arricchendole con ulteriori strumenti operativi:
- Promozione di comportamenti virtuosi, orientati alla corretta gestione dei rifiuti plastici.
- Incentivo all’uso di plastica riciclata idonea al contatto alimentare nelle bottiglie per bevande.
- Credito d’imposta per le imprese che acquistano e utilizzano prodotti alternativi riutilizzabili o realizzati in materiali biodegradabili/compostabili, certificati secondo la norma UNI EN 13432:2002.
Inoltre, viene ridefinita la nozione stessa di “plastica”, escludendo specifici materiali (vernici, inchiostri, adesivi, rivestimenti plastici <10% del peso totale) non strutturalmente rilevanti nel prodotto finito.
Quando SUP e PPWR si incontrano: un’area grigia da chiarire
Una delle sfide più complesse per le imprese riguarda quei prodotti monouso in plastica che sono anche classificabili come imballaggi. Questi ricadono sotto la doppia regolamentazione della Direttiva SUP e del Regolamento PPWR, e devono quindi soddisfare entrambi i set di requisiti.
Esempi di prodotti rientranti in entrambe le normative:
- Contenitori e bottiglie per alimenti e bevande (vuoti o pieni, se destinati al riempimento al punto vendita)
- Tazze, piatti, involucri, sacchetti in plastica leggera
- Componenti come tappi, coperchi e cannucce se integrati nell’imballaggio
Prodotti non considerati imballaggi, pur essendo plastica monouso:
- Posate, cannucce e agitatori privi di funzione d’imballaggio
- Contenitori vuoti non destinati a essere riempiti nel punto vendita
Per approfondimenti tecnici, è disponibile un documento a cura di CONAI che chiarisce ulteriormente le casistiche.
Il Regolamento PPWR 2025: l’Europa spinge sul riuso
Il Regolamento PPWR, pienamente in vigore dal 2025, ma con obblighi scaglionati fino al 2030, segna una svolta nel modo di concepire l’imballaggio, privilegiando la logica del riutilizzo rispetto a quella del semplice riciclo.
Dal 2030 saranno vietati:
- Imballaggi monouso in plastica nel settore alberghiero
- Bustine per condimenti, zucchero e panna
- Film plastici per bagagli e ortofrutta
- Sacchetti di plastica <15 micron, anche per multipack e ortofrutta <1,5 kg
L’art. 10 del Regolamento definisce il packaging riutilizzabile come progettato per essere impiegato più volte, senza alterazioni sostanziali nella forma o composizione. Un cambio di paradigma che spinge le aziende verso modelli di produzione e consumo più circolari, riducendo la dipendenza da materie prime e le emissioni associate alla produzione.
Come adeguarsi: i servizi per le imprese
Per affrontare in modo efficace la transizione normativa, le imprese possono contare sul supporto dei Laboratori pH, che offrono test e servizi specifici:
- Analisi compositiva per verificare l’assenza di plastica secondo i criteri della SUP
- Controllo delle marcature in linea con il Regolamento UE 2020/2151
- Test di sicurezza per contatto alimentare e sostanze chimiche
- Verifica su carta secondo normative italiane e standard europei
- Analisi su materiali riciclati in linea con Reg. UE 10/2011, Reg. UE 1245/2020 e normative internazionali
- Test di biodegradabilità, compostabilità e contenuto bio-based
Una tecnologia tutta italiana: il caso Qwarzo
Un esempio virtuoso dell’evoluzione del packaging alimentare verso soluzioni intelligenti e sostenibili arriva da Qwarzo, PMI innovativa italiana basata a Brescia che dopo oltre 20 anni di ricerca, ha sviluppato un rivestimento minerale brevettato a base di silice, capace di sostituire i film plastici nei prodotti monouso, mantenendo alti standard di sicurezza alimentare e resistenza meccanica.
Il coating Qwarzo® offre una barriera efficace contro acqua, grassi e calore, preservando l’integrità del contenitore e proteggendo il sapore della bevanda al suo interno. Ma soprattutto è privo di plastica, microplastiche e PFAS intenzionali, oltre a essere compostabile a livello domestico e riciclabile con la carta. Questa tecnologia, invisibile ma performante, consente di realizzare imballaggi realmente circolari, senza la necessità di separare i materiali nei flussi di smaltimento.
Grandi marchi scelgono l’innovazione made in Italy
Nel 2025, Qwarzo ha compiuto un importante passo nella sua espansione internazionale, entrando nella supply chain di brand globali come Starbucks e Lavazza. In collaborazione con Transcend Packaging e Metsä Board, l’azienda italiana ha fornito il rivestimento minerale per il nuovo bicchiere da asporto Starbucks, distribuito in tutta Europa insieme al relativo coperchio. Il packaging, completamente compostabile a livello domestico e riciclabile nella carta, è progettato per essere compatibile con le attuali infrastrutture di smaltimento: un vantaggio significativo che elimina la necessità di separazione dei materiali, una delle principali criticità del riciclo dei bicchieri tradizionali.
“Crediamo che l’innovazione debba essere al tempo stesso invisibile e di grande impatto – ha dichiarato Luca Panzeri, Fondatore e CTO di Qwarzo – La collaborazione con Starbucks dimostra che soluzioni responsabili e scalabili non solo sono possibili, ma sono già realtà. Oltre un miliardo di articoli sono stati venduti con il rivestimento Qwarzo®, tra cucchiaini per gelato, palette per il caffè, bicchieri, piatti e posate”.
Anche Lavazza ha adottato Qwarzo® nei suoi bicchieri per i distributori automatici, già operativi in Spagna e Germania, confermando la scalabilità e l’efficienza della soluzione anche in contesti ad alto volume come il vending professionale. A scegliere il coating minerale sono stati anche marchi del gelato come Grom e Venchi, che utilizzano cucchiaini e posate monouso rivestiti Qwarzo® in diversi punti vendita europei. Applicazioni che confermano la capacità della tecnologia di coniugare estetica, sicurezza alimentare e sostenibilità, rispettando le normative più avanzate come la Direttiva SUP dell’Unione Europea.
Una visione innovativa che ha già ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Semi Innovation Award, il Tocco Future Materials Award, il Premio Innovazione al SIGEP e il titolo di “Zero Waste Product of the Year”. Inoltre, Il Corriere della Sera e Statista hanno inserito Qwarzo tra i Top 10 Leader dell’Innovazione 2025, premiando un approccio che unisce tecnologia, sostenibilità e impatto industriale.