Quali sono le barriere allo sviluppo dell’idrogeno verde (prodotto cioè a partire dalle fonti pulite) nel nostro Paese? Alcune risposte interessanti arrivano da un brief recentemente rilasciato da CDP. Il punto di partenza è naturalmente la rilevanza crescente nel dibattito energetico e industriale di questa fonte, in virtù della flessibilità e versatilità con cui può contribuire alla decarbonizzazione dell’economia. Il dato di fatto è che ad oggi l’idrogeno è prodotto quasi esclusivamente utilizzando fonti fossili ed è impiegato prevalentemente come materia prima non energetica nella raffinazione petrolifera e nella chimica.
Negli scorsi anni la strategia europea sull’idrogeno, il pacchetto Fit-for-55, la Comunicazione REPowerEU e i fondi NextGenerationEU hanno dato notevole slancio alle prospettive di sviluppo dell’idrogeno verde, con obiettivi molto ambiziosi al 2030.
Eppure, avverte il report, l’idrogeno risente di un’efficienza di conversione limitata: l’energia prodotta è pari a circa il 60% di quella immessa. L’impiego di idrogeno verde dovrebbe, quindi, essere orientato principalmente alle applicazioni per cui un utilizzo diretto dell’energia elettrica non è ad oggi possibile.
Decarbonizzazione
Cosa serve all’Italia per sbloccare il suo potenziale nell’idrogeno verde
Un brief di CDP fa il punto su questa risorsa, che potrebbe soprattutto servire a decarbonizzare l’industria

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