Dalla produzione sostenibile di cibo allo spreco alimentare, dalla perdita di biodiversità ai cambiamenti climatici. E’ di questo e di molti altri temi connessi all’agroalimentare che a Todi e a Perugia, da venerdì 16 a lunedì 19 settembre, tratterà The Edible Planet Summit, un incontro a livello mondiale in tema di cibo ideato da Sharon Cittone, Founder & CEO di Edible Planet Ventures, la piattaforma olistica nella quale gli stakeholder della catena alimentare globale possono condividere know-how, risorse e best practice.
L’evento porterà in Umbria oltre 150 esperti di altissimo livello internazionale che si confronteranno e lavoreranno insieme per tre giorni fino alla stesura di un Edible Planet Charter, un documento di strategie e linee guida concrete con l’obiettivo di traghettare l’attuale sistema alimentare verso un modello più equo e sostenibile.
Tra di loro ci saranno rappresentanti del mondo dell’industria alimentare e dell’agricoltura, compresa quella dei Paesi in via di sviluppo. Ma anche ONG, istituzioni internazionali come la FAO, influencer e politici, investitori e ricercatori universitari. Del resto, le filiere agroalimentari sono sistemi complessi che necessitano di una visione innovativa e di un approccio collaborativo per affrontare tutti i nervi che la pandemia prima e il conflitto ucraino ora hanno scoperto.
Tra le principali tematiche affrontate nel corso del Summit ci sarà l’innovazione AgTech, i nuovi sistemi agricoli, ingredienti e prodotti alternativi, salute e nutrizione, rinnovamento della politica e sistemi alimentari circolari. L’idea è di riunire il più alto numero di attori della food chain per affrontare, con tutti gli strumenti che le nuove tecnologie possono offrire, i problemi critici legati alla produzione, trasformazione, distribuzione e consumo di cibo e, infine ma non da ultimo, mettendo a fattor comune le energie umane e le risorse economiche.

“In questo momento stiamo semplicemente seguendo dei trend, ma questi hanno delle problematiche che vanno sviscerate attraverso strategie di breve termine che possano fare da ponte alle visioni dell’Agenda 2030 – spiega Cittone – Il summit è un evento diverso dagli altri, senza conferenze e relatori è piuttosto una co-design con decision maker per ricreare e trasformare il futuro del cibo e individuare soluzioni innovative in campo agroalimentare. Abbiamo bisogno di dialoghi, non di monologhi, dobbiamo cambiare le nostre azioni, costruire relazioni profonde e supportare gli sforzi reciproci. Solo se saremo in grado di lavorare assieme, armati di ambizione e di creatività, questi sforzi verranno ripagati”.
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