World Economic Forum

Al WEF 2023 il Metaverso diventa spazio collaborativo e inclusivo

Presentato come POC lo scorso anno, il Global Collaboration Village è un ambiente sviluppato sulla piattaforma Mesh di Microsoft e con la collaborazione di Accenture, pensato per favorire una collaborazione più inclusiva sui grandi temi globali

Pubblicato il 18 Gen 2023

Il Metaverso come luogo di collaborazione, scambio e condivisione.
È questa la declinazione che il World Economic Forum ha scelto di dare alla tecnologia che consente la creazione di mondi tridimensionali e spazi virtuali.
Il WEF, in collaborazione con Accenture e Microsoft, ha dato infatti vita al Global Collaboration Village (GCV), un’esperienza metaverso creata utilizzando Microsoft Mesh. Nmel quale i partecipanti di enti governativi e o delle aziende che partecipano al Forum di trovare nuove forme di collaborazione per trovare soluzioni alle più grandi sfide che il nostro mondo deve affrontare, senza i limiti della posizione fisica o i vincoli del mondo reale.

I pilastri sui quali poggia questa iniziativa sono la collaborazione e la connessione: il metaverso diventa la piattaforma abilitante, che consente a soggetti diversi di lavorare e risolvere problemi complessi insieme, in un’ottica di collaborazione più inclusiva ed equa per tutti.
Senza dimenticare che, riducendo viaggi e spostamenti, si riduce anche l’impronta di carbonio.

Nel GCV un municipio, gli spazi di collaborazione, il campus

Interessante, in questa iniziativa, è che si tratta dello sviluppo concreto di un proof of concept presentato in occasione della precedente edizione del World Economic Forum, prendendo spunto dalle sfide incontrate e superate nel periodo pandemico e trasformandole in opportunità.
Lo stesso Forum aveva bisogno di dar vita a esperienze inclusive che favorissero l’interazione con un pubblico il più eterogeneo possibile di stakeholder.
Considerato il riscontro positivo ottenuto dal POC, si è deciso di proseguire nello svilupèpo della piattaforma, proprio con l’obiettivo di superare le divisioni geografiche, accelerare la collaborazione e la condivisione delle conoscenze e aiutare a comprendere e risolvere i problemi globali.
Così, nel corso dei mesi, sono stati sviluppati il municipio, di fatto un “Centro Congressi Virtuale” del Forum per sessioni o incontri, come plenarie, workshop e incontri bilaterali, i centri di collaborazione, vale a dire spazi di collaborazione virtuale, per promuovere l’apprendimento esperienziale e l’impatto nel mondo reale su questioni globali, e ancora il campus degli stakeholder, dove partner del forum possono definire la propria presenza, convocare terze parti interessate e collaborare con altri per innovare e trovare soluzioni alle sfide globali.

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Food, Oceani e Mangrovie nei centri di collaborazione

Per quanto riguarda i centri di collaborazione, sono già previsti un Food Innovation Hub, dove i partecipanti possono conoscere e adottare pratiche di produzione alimentare sostenibili, mentre nel Deep Sea Environment il focus è sulla salute degli oceani e sulla relazione che il loro stato di salute ha rispetto agli essere umano e agli ecosistemi più ampi.
In questi spazi, Mesh consente ai partecipanti alla riunione di condividere contenuti e informazioni visivi 3D come parte della loro esperienza di riunione e collaborazione, in una modalità del tutto simile al mondo fisico reale.
Un altro sviluppo già integrato nel GCV è una foresta di mangrovie, creata con l’obiettivo di dimostrare come un ambiente costiero diventi più sano quando vi sia presenza di questo tipo di vegetazione. L’ambiente creato consente la modellazione e la visualizzazione di processi complessi.

Chi ha già aderito al Global Collaboration Village

Al Global Collaboration Village hanno già aderito 80 organizzazioni, tra le quali realtà come Adecco, Bain & Co., BCG, Capgemini, Cisco, Dell, Deloitte, Deutsche Bank, Enel, EY, HP, HPE, IBM, Infosys, la Croce Rossa Internazionale, KPMG, il MIT, Procter & Gamble, PwC, Salesforce, Sap, Unicef, lo United Nations Development Programme, la World Trade Organization.

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Maria Teresa Della Mura

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